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Sfogliando le vecchie cronache marinare, si potrà apprendere come nei tempi antichi favolose apparizioni di mostruosità marine abbiano turbato la coscienza di marinai e viaggiatori, ma cosa si può dire ai giorni nostri? Le storie incredibili di marinai o semplici passeggeri si sono forse estinte con il progredire degli anni? La risposta è no e non potrebbe essere altrimenti, il "grande serpente di mare" è oramai entrato a far parte dell'immaginario collettivo, quindi anche in pieno ventesimo secolo, le cronache sono stracolme di avvistamenti fortuiti, talvolta paurosi, talvolta affascinanti, di strane creature che continuano a negarsi alla scienza ufficiale perpetuando la leggenda.


I SERPENTI DI MARE
(di Lorenzo Rossi)

Va precisato che anche se il termine comune per queste creature è quello di serpenti di mare, non è affatto detto, ed è anzi improbabile, che appartengano alla famiglia degli Ofidi, il loro nome deriva dal loro aspetto che è più o meno serpentiforme.

La patria dei Lindorns, "grandi serpenti", è la Norvegia, benché l'ultimo avvistamento moderno risalga al 1930. La prima descrizione ufficiale di questi animali si deve al vescovo di Bergen, Erik Pontoppidan, che la pubblicò nel suo trattato "Storia naturale della Norvegia".

I primi riferimenti storici sulla presenza di strane creature nei mari norvegesi, sono invece dei rasoi dell'Età del bronzo, che raffigurano serpenti marini. Il lindorn non è mai stato fotografato né catturato, tuttavia ne esiste una dettagliata descrizione, che lo rappresenta come un grande serpente con una corona o cresta sulla testa, un anello intorno al collo, orecchie o corna appuntite ed una criniera simile a quella del cavallo.

Nel suo libro Pontoppidan afferma che questi animali nascono nell'entroterra, per poi raggiungere il pieno sviluppo in mare, unico luogo in cui riescono a muoversi liberamente. Il vescovo era giunto a questa conclusione dopo avere parlato con molti agricoltori che giuravano di aver visto sulla terraferma serpenti lunghi parecchi metri, da loro chiamati Lindornen.

Anche se non molto indicativo è interessante notare come a questa teoria fosse giunto anche l'arcivescoso svedese del XVI secolo Olao Magno che così racconta: "Esiste nei dintorni della città di Bergen un serpente mostruoso, lungo più di duecento piedi (60 metri) e grosso 20 (6 metri). Abita in mezzo alle rocce, in una profonda caverna che abbandona solo in estate, quando le notti sono chiare, per divorare vitelli, agnelli o porci, a meno che non si immerga nel mare per nutrirsi di ogni sorta di crostacei".

Questa bestia misteriosa comunque, sembra non essere un patrimonio esclusivo Scandinavo, in quanto è stata avvistata, con numerose varianti descrittive, in tutti i mari conosciuti della terra dal 757 A.C. fino ad oggi. Ora se si considerano a priori non significativi tutti i resoconti antecedenti al 1600, sia perché ingigantiti con il passare del tempo, sia perché la scienza non aveva ancora scoperto tutte le specie animali che si conoscono oggi, rimangono ancora tantissime testimonianze moderne, difficili da spiegare, che ci fanno capire come anche in piena era atomica, la fantasia umana, unita ai misteri che ancora la natura ci riserva, possono far diventare reale quello che si è sempre creduta una leggenda: "il grande serpente di mare"; ma avanziamo con ordine, elencando senza troppi commenti tutte le testimonianze più insolite e spettacolari dal 1800 a oggi.

1838, Atlantico meridionale, il capitano Sucking del Cornatic vide uno strano animale serpentiforme, nel 1848 stessa zona, si ebbe il medesimo avvistamento da parte del veliero Deadalus, del quale il capitano, assieme all'equipaggio, diede il seguente resoconto: "La testa si alzava di due metri sopra la superficie del mare. Si spostava parallelamente alla nave, si lasciava distanziare, seguiva la scia, passava sotto lo scafo e riappariva ora a dritta ora a sinistra. Potemmo osservarlo per una ventina di minuti".

 

 

Un parroco inglese ed il suo vicario, avvistarono sul battello Leda, nel 1872, un bizzarro animale dal collo lunghissimo munito di criniera, dalla testa serpentina e zampe palmate, presso la Scozia e l'isola di Skye.

Nel 1876 il vapore inglese Nestor transitava per lo stretto di Malacca quando vari membri dell'equipaggio asserirono di aver avvistato una creatura dalle caratteristiche letteralmente straordinarie. Misurava sessantacinque metri, sei di testa, quattordici di corpo e quarantacinque di coda. Il corpo era liscio, con una piccola cresta dorsale, la coda era cilindrica e si assottigliava leggermente verso la punta, l'intero animale, eccezion fatta per la testa, era segnato da strisce alterne nere e gialle.

Il 4 dicembre del 1893 il vapore Umfuli inseguì per circa mezz'ora un serpente di mare a circa 50 km dalla costa dell'Africa Occidentale. Il capitano della nave, il signor Cringle, stese un accurato rapporto al quale naturalmente nessuno credette, tanto che, diversi anni dopo l'accaduto, lo stesso Cringle confessò che sarebbe stato meglio se fosse stato un altro a vedere il mostro.

Nel 1896 si tentò di risolvere il mistero... A colpi di cannone. La cannoniera Avalanche che si trovava nella baia di Along, sparò contro due animali sconosciuti che si dileguarono velocemente, era la prima volta che una nave da guerra sparava ad un mostro marino. Il comandante della nave, il tenente di vascello Lagrèsille, raccontò la storia ai colleghi, ma non venne creduto, ciò non gli impedì comunque di redarre un rapporto sull'accaduto.

L'incontro tra L'Avalanche ed il "serpente" non fu comunque un fatto isolato, infatti il successivo 15 Febbraio, nella baia di Fai-Tsi Loung, apparve ancora un mostro a trecento, quattrocenti metri di distanza. Lagrèsille diede ancora ordine di sparare, ma l'animale, si immerse emettendo un getto di schiuma, quando più tardi riapparve, il comandante diede un altro ordine: seguire la bestia per incastrarla tra due rocce ed eventualmente, catturarla. Iniziò così nel dedalo degli "Artigli del Drago" il più strano inseguimento della storia della marina. L'animale era lungo trenta metri, la sua pelle liscia e brillante, il corpo tondeggiante ed assottigliato alle estremità, avanzava con un movimento ondulatorio molto veloce, tanto che superò la cannoniera, emetteva una specie di getto simile a quello dei cetacei.

Era possibile seguirlo anche quando si immergeva, perché provocava dei vortici di quattro metri di diametro, l'inseguimento non ebbe esito, ma durò all'incirca un'ora e mezzo. Otto giorni dopo, sulla corazzata Bayard vennero invitate alcune personalità che poi si imbarcarono sull'Avalanche per visitare la "Grotta delle Meraviglie".

A mezzogiorno circa, quando i quattordici commensali stavano per riunirsi a tavola, un marinaio avvisò gli ospiti della presenza di un invitato d'eccezione: il serpente di mare. All'inizio la cosa venne presa come uno scherzo, ma una volta saliti sul ponte poterono vedere due strani animali dal corpo allungato che ondeggiavano duecento metri davanti alla nave, ancora una volta si fece fuoco, ma le bestie non vennero colpite, l'inseguimento durò trentacinque minuti. Fu così che l'ammiraglio, il capitano di vascello ed una dozzina di ufficiali, stesero l'atto di nascita del serpente marino.

Il certificato venne spedito d'urgenza a Paul Doumen, il governatore generale dell'Indocina. Si venne a sapere che l'animale era conosciuto dai locali sotto il nome di Loung "il drago". Nel 1900 dinnanzi alla cannoniera Décidée si ripeté la stessa scena o quasi. Apparve una roccia nera, a forma di guscio di tartaruga, poi altre ad un metro di distanza. Improvisamente il tutto si animò. Sembrava un grande rettile lungo una ventina di metri con una pelle scura e rugosa. Improvvisamente si immerse ed apparve a 150 metri. Era possibile distinguerne la testa, un cranio lungo a forma triangolare, l'animale emetteva un sottile spruzzo di vapore.

Il 7 Dicembre 1905 si ebbe un'avvistamento ufficiale da parte di due zoologi inglesi, E.G.B. Waldo e M.J. Niccol, che osservarono con molta precisone un animale sconosciuto. I due stavano partecipando ad una crociera sullo yacht Valhalla, quando, mentre l'imbarcazione nuotava nei mari del Brasile, Niccol attirò l'attenzione del collega su quella che sembrava dover essere la pinna dorsale di un grosso pesce. I due allora osservarono il misterioso oggetto tramite potenti binocoli. Davanti ad una sorta di cresta, emergeva un collo obliquo di due metri e dieci, con una testa molto simile a quella di una tartaruga. Gli occhi e la bocca erano ben visibili, mentre sott'acqua si poteva scorgere un corpo massiccio, la creatura si trovava a circa cento metri di distanza dalla nave, che lo superò fino a che non fu più possibile scorgerlo all'orizzonte. Dato che l'osservazione fu fatta da due esperti, non sembra possibile attribuire la descrizione del mostro a quella di nessun animale noto alla scienza ufficiale.

Sempre dello stesso anno è l'avvistamento dell'ammiraglio tedesco Hoffman, ecco le annotazioni tratte dal suo giornale di bordo: "26 luglio, ore 5. Avvistata una colonia di cetacei e fra loro un animale la cui forma e i cui movimenti ricordano quelli dei serpenti. Il suo colore era biancastro e alzò la testa e il collo da dieci a diciotto piedi (3-6 metri) al di sopra dell'acqua, mentre il resto del corpo ondulava fra le onde". Nel 1907 si ebbe un avvistamento importante, se non altro perché il testimone fu una personalità di spicco: Conan Doyle, il creatore del famosissimo investigatore Sherlock Holmes! Si trovava al largo di Antikitera, in Grecia, presso il tempio di Nettuno, quando scorse sott'acqua un piccolo animale di un metro e venti con un collo lungo e quattro grandi pinne natatorie. Si trattava forse di un esemplare giovane?

La testimonianza che seguirà, è stata presa di pari passo dal giornale di bordo del capitano Van Forstnere, comandante del sottomarino tedesco U-28 durante la prima guerra mondiale.

"Era il 30 luglio 1915, il nostro sottomarino speronò nell'Atlantico del nord il vapore britannico Iberian, di 5233 tonnellate, carico di mercanzia pregiata. La nave misurava circa 180 metri di lunghezza. Colò a picco rapidamente, con la poppa in avanti. Il mare in quel punto misurava molte migliaia di metri di profondità. Venticinque secondi dopo la sua scomparsa, la nave esplose [...] relitti del naufragio furono spinti fuori dall'acqua e proiettati in aria, fino a 20-30 metri. Fra questi relitti notammo un'immenso animale marino che si dibatteva con violenza. Ci trovavamo in sei sul ponte: i due ufficiali del quarto, il capo meccanico, il navigatore, il timoniere ed io. Fissammo tutti quella meraviglia dei mari, ma la visione fu troppo rapida per permetterci di prendere una fotografia, perché l'animale disparve in acqua dieci, quindici secondi dopo. Misurava circa venti metri ed assomigliava ad un gigantesco coccodrillo, con quattro arti potenti a forma di pagaia e con una testa lunga ed aguzza".

Durante le settimane prima dell'incidente, molte navi inglesi avevano segnalato la presenza del mostro in quei paraggi, un fatto che senz'altro gioca a favore di queste prove, dato che sarebbe stato molto difficile un accordo tra tedeschi ed inglesi per inventare questa storia.

Il mese di Giugno del 1916, fu un mostro ad attaccare degli uomini, successe nella costa settentrionale dell'Australia presso Melville Island. Otto uomini erano a bordo di una piccola imbarcazione, quando a una decina di metri, apparve una grossa testa a circa due metri sopra il pelo dell'acqua. Dietro ad essa erano visibili sei o cinque gobbe. L'animale tentò di colpire un passeggero, ma fallì, addentò quindi lo scafo, lasciando quattro denti in un remo della barca. Questi preziosi souvenir vennero conservati dal capitano W.T. Arthur, ma attualmente nessuno sa dove siano finiti.

Il 22 Maggio 1917 l'incrociatore inglese Hilary navigava a sud-est dell'Islanda quando avvistò qualcosa che assomigliava alle due estremità di un tronco galleggiante. Il capitano ritenne opportuno fare sparare sul mostro, perché di un mostro si trattava, che venne colpito in pieno. La sua testa venne descritta come simile a quella di una mucca, aveva un collo lungo ed una pinna dorsale.

Nel Luglio del 1927, vi fu l'ultimo avvistamento "ufficiale" di un Lindorn. Nils I. Haukanes e suo figlio, salparono con una barca a remi alla volta volta di Saltkjaerholn, dove dovevano lasciare delle pecore. Avvicinandosi all'isola, scorsero qualcosa di molto simile ad attrezzatura da pesca abbandonata vicino alla riva. Improvvisamente si resero conto che quell'attrezzatura era in realtà un grosso animale marino molto simile ad un serpente. Gli uomini, turbati, tentarono allora di spaventare la bestia facendo chiasso con i remi. Il mostro reagì tuffandosi in mare. Dopo qualche tempo riapparve in superficie in un punto più lontano. La testa dell'animale era identica a quella di un serpente, la teneva eretta a circa un metro sopra la superficie dell'acqua. Il diametro era di circa trenta centimetri, ma non fu possibile valutarne la lunghezza totale, che comunque era ragguardevole.

Nel 1944 vi fu un avvistamento ad opera del guardacoste Mark Daniels, in immersione subacquea nei pressi di Corpus Christi sulla costa del Texas. Vide un animale squamoso di forma cilindrica, con un collo lungo ed una grande pinna attorno al quale galleggiavano una moltitudine di gamberetti morti.

30 Dicembre 1947, il piroscafo americano S.Clara con rotta verso le Antille, stava navigando al largo della Carolina del nord, quando un ufficiale, gesticolando col braccio, lanciò un grido: a una decina di metri dallo scafo un corpo allungato di colore scuro aveva fatto la sua apparizione tra le increspature delle onde. Una specie di anguilla gigante, lunga dai tredici ai quindici metri, si contorceva in una chiazza rossa. I tre ufficiali della S.Clara redassero e sottoscrissero un rapporto che attestava allo stesso tempo l'esistenza e la morte di un serpente marino.

In Finlandia, nell'agosto del 1957, vi fu un avvistamento, questa volta effettuato dalla riva, da parte di un certo Georges Billand e di alcuni suoi amici, che videro un'animale dal collo lungo due metri e con un diametro di cinquanta centimetri circa.

Nel febbraio 1958 un altro animale sconosciuto dovette fare i conti con la violenza dell'uomo: un mostro marino dal lungo collo penetrò nella baia di Rio de Janeiro, venne spedito sul luogo un gruppo di poliziotti armati di cartucce di dinamite e mitragliatrici. Aprirono il fuoco e l'animale si dileguò.

Il 13 settembre 1959, la Scozia, tipicamente famosa per i suoi mostri lacustri, fu teatro di un'avvistamento in mare aperto, presso l'isola di Soay, dove due pescatori osservarono una creatura simile ad una grossa tartaruga con una cresta dentellata sul dorso e delle fauci rosse.

Un altro animale munito di creste dorsali, venne avvistato cinque volte in Islanda nel 1963. Nel 1964 a 30 miglia da Nartucket, venne avvistato un mostro di quindici metri con una testa da alligatore. Si trattava di un'enorme coccodrillo di mare o di una bestia appartenete alla stessa specie di quella avvistata dall' equipaggio del sottomarino U-28? Il caso che andremo ora a prendere in esame, è particolarmente famoso, in quanto riportato nel libro "A fighting chance" (Una possibilità di farcela) dei due paracadutisti Chay Blynth e John Ridgway, rispettivamente un sergente e un capitano.

Il libro è il resoconto dei novantadue giorni di viaggio durante i quali compirono la traversata atlantica a bordo di una barca a remi. Ridway racconta che mentre Blyth dormiva, egli fu svegliato da un sibilo a tribordo. Si guardò intorno e vide la forma di una grande creatura di enormi dimensioni, lunga più di dieci metri che nuotò in direzione della barca per poi rituffarsi. Ridway è convinto di aver visto un mostro marino: "Posso solo dire ciò che hanno visto i miei occhi e non sono più miscredente". Il tutto avvenne nel 1966.

Nell'ottobre del 69, il sottomarino Alvin, in profondità nei pressi delle Bermude, si imbatté in un animale inaspettato. Il capitano Mc Comis, che stava controllando dei cavi, esaminò bene il mostro, aveva un lungo collo flessibile, una testa da rettile e quattro pinne.

 

 

Tentativi di classificazione.
Sono numerosi gli zoologi che hanno tentato di dare ipotesi plausibili riguardo queste incredibili testimonianze, tralasceremo però le spiegazioni più "banali", quelle cioè che vedono nei serpenti marini animali noti, ma non riconosciuti dall'osservatore, illusioni ottiche, allucinazioni, ecc. per esaminare invece le teorie secondo le quali queste creature sarebbero specie ancora sconosciute alla scienza, ricordando che non esiste nessuna prova dell'esistenza, della forma e del comportamento degli animali che andremo a conoscere, i quali sono solamente stati ipotizzati da alcuni ricercatori in base alle numerose differenze che intercorrono tra un avvistamento all'altro.



Otaria dal lungo collo.
Questo animale è stato ipotizzato da Heuvelmans nel 1965 tramite la pubblicazione del suo libro "Le Grand Serpent-de-mer: le problème zoologique e sa solution." Heuvelmans per spiegare le apparizioni di strani animali dal lungo collo, teorizzò l'esistenza di un grosso mammifero marino lungo all'incirca dieci metri, da lui battezzato Megalotaria longicollis, che suona come "otaria gigante dal lungo collo". Avrebbe una testa tondeggiante e leggermente appiattita, ed un muso prominente e affilato. Le narici sono poste sulla nuca, e sporgono come protuberanze carnose, in modo che l'animale possa respirare senza emergere dalla superficie troppo vistosamente. La bocca è grande e sormontata da lunghi baffi mentre gli occhi della creatura sarebbero piuttosto piccoli. Il collo dell'animale è lungo da uno a cinque metri e molto flessibile. Questo mammifero possiede un considerevole strato adiposo che può provocare la formazione di una o più gobbe lungo il dorso. Il pelame sarebbe corto e di colore marrone sul dorso, giallastro sul ventre. In alcuni individui è presente una sorta di criniera, avrebbe quattro grosse pinne a forma di pagaia che gli conferirebbero i movimenti tipici di un' otaria. Ognuno di noi resta libero di credere o meno all'esistenza di questo straordinario mammifero, ma comunque bisogna ammettere che tra tutti gli animali marini misteriosi, quelli "dal lungo collo" sono certamente i più diffusi, dato che sono stati avvistati in numero considerevole in ogni mare della terra.



Cavallo di mare.
Gli avvistamenti di questa strana bestia che sembra prediligere i freddi mari del nord Atlantico e Pacifico, sono all'incirca settanta. La lunghezza massima attribuitagli è di circa 23 metri. La pelle appare liscia a distanza, ma forse è ricoperta da un corto pelame. Il collo è moderatamente lungo, possiede una vistosa criniera e molti testimoni hanno notato lunghi baffi sulle guance dell'animale. La testa è simile a quella di un cavallo, la bocca è piccola e possiede delle labbra. Gli occhi sono grandi e ben sviluppati mentre la descrizione della coda, che è compressa e dentellata, suggerisce l'esistenza di pinne superiori almeno in parte saldate. Si pensa che questo animale trascorra le sue giornate a grandi profondità in cerca di cibo, per poi riemergere al calare della notte. Il corpo in generale è strutturato come quello di una foca e si muove con ondulazioni verticali.



Lontra gigante.
Questo animale è stato segnalato solamente lungo le coste della Norvegia settentrionale, non oltre la seconda metà del secolo scorso, si ipotizza quindi, che possa essersi estinto. Il suo aspetto generale poteva ricordare quello di un'immensa lontra con una lunga coda compressa. La lunghezza è valutata attorno ai 20-30 metri, produceva movimenti ondulatori simili a quelli di una lontra, la sua pelle era grigio chiara, ruvida e rugosa. L'animale possedeva quattro zampe piatte e palmate e non è stata più avvistata negli ultimi 150 anni, in totale si hanno tredici avvistamenti.



Serpente gibboso.
Di questo animale abbiamo la bellezza di 93 avvistamenti nelle zone calde dell' Atlantico settentrionale. Il suo corpo termina con una coda bilobata orizzontalmente ed è lungo all'incirca dai 20 ai 35 metri. Il capo è piccolo e di forma ovale, con gli occhi situati in alto sui lati del capo. Il collo corto e sottile, è solitamente tenuto a 45 gradi. Sono state notate due pinne anteriori collocate in posizione toracica. L'animale viaggia ad una velocità di trenta nodi. Possiede una serie di protuberanze sul dorso, che vanno via via rimpicciolendosi in prossimità della coda. Il dorso è generalmente di colore bruno molto scuro oppure nerastro, mentre il ventre è bianco. Sono state notate due strisce bianche sul collo. La pelle dell'animale è liscia, le gobbe potrebbero essere sacche d' aria che permettono al "serpente" immersioni prolungate.



Multipinne.
Il serpente marino pinnato, è stato avvistato all'incirca una ventina di volte, ma è probabilmente quello che ha radici più antiche nella storia, in quanto fu illustrato per la prima volta in un libro del 1558, insieme ad altri cetacei noti. E' stato segnalato solamente nei mari tropicali e si muove con ondulazioni verticali con una velocità maggiore ai dieci nodi. Possiede un caratteristico sfiatatoio sulle narici. Il colore è scuro con chiazze la sua lunghezza varia dai 10 ai 20 metri.



Anguilla gigante.
Dell'anguilla gigante esistono dodici avvistamenti in acque fredde, la lunghezza varia dai 10 ai 30 metri, la sua forma è in tutto e per tutto uguale a quella di un'anguilla tranne che per le dimensioni smisurate,. E' stata vista lottare contro i capodogli.



Megagator.
Il megagator, o sauro marino, è identificabile come una specie di enorme coccodrillo pinnato, lungo più di venti metri e frequentatore dei mari tropicali. Le segnalazioni non sono numerose, ma dettagliate ed abbastanza affidabili. Possiede una testa molto allungata con grandi mascelle dotate di denti conici ed aguzzi. Gli occhi sono situati sulla parte superiore del capo. Benché possieda quattro zampe a forma di pagaia, nuota ondulando sinuosamente la lunga coda compressa lateralmente. Il corpo è ricoperto da scaglie. L'avvistamento più famoso ed attendibile rimane sicuramente quello del sottomarino U-28, già citato in questo capitolo. Alcuni autori vedono nel megagator semplicemente un coccodrillo marino più grande della norma, mentre altri più fantasiosi, lo identificano con il mosasauro, un un rettile marino del Cretacico imparentato con gli attuali varani.

Fonte: http://www.criptozoo.com

 


 

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