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Questo è il sito ufficiale dell'Associazione Nazionale Studi Ufo - A.N.S.U.

Autorizzati da Fabio Siciliano riproponiamo qui sotto, integralmente e senza censure o modifiche, il suo famoso articolo che nel 1996-1997 faceva il punto delle leggende, ipotesi e timori circa i rapimenti alieni, i Grigi e l'ipotesi di una guerra contro "l'invasore dallo spazio". Si tratto' di un vero evento per l'epoca, che contribui enormemente a formare l'immaginario dell'ufologia italiana in chiave meno idilliaca dopo decenni di "Fratelli Dello Spazio" predominanti. Che si sia d'accordo o meno con Fabio Siciliano questo testo rimane una pietra miliare per comprendere l'ufologia dell'epoca, ed anche le sue implicazioni sottintese dietro le quinte presso i vertici decisionali di alcune importanti associazioni del settore. Nessuno ve lo dira' mai, ma la paura dei Grigi influenzo' non poche scelte decisive di quegli anni. Alcune immagini sono state aggiunte per rompere il lungo testo, rendendolo piu' gradevole.

 

 

21/09/1996 – AREA 51 ed SDI: dal «Patto Scellerato» alle «Guerre Stellari»?
Posted on sabato 21 settembre 1996

Questa è la versione originale, non editata, del mio lungo articolo del 1996 che, grazie a Maurizio Baiata, apparve in due puntate sul bimestrale ufologico “Dossier Alieni” a cavallo fra la fine dello stesso anno e l’inizio di quello successivo: <> (n. 3, Ottobre / Novembre 1996) e <> (n. 4, Dicembre 1996 / Gennaio 1997).

 

La copertina del n. 3 di “Dossier Alieni” (Ottobre-Novembre 1996) in cui fu pubblicata la prima parte dell'articolo, dal titolo "GRIGI: Il Nemico Esterno".



Ipotesi inquietanti sui possibili rapporti fra la Terra e i Grigi di Zeta Reticuli.
di Fabio Siciliano

Per lungo tempo, come sappiamo, la questione UFO è stata un autentico tabù, per gli organi ufficiali; chi se ne occupava al di là di un certo limite rischiava grosso: come minimo la propria credibilità, se non addirittura molto di più.

La derisione e talora persino le minacce dirette sono state le armi più comuni, fra quelle utilizzate dal Potere costituito, allo scopo di scoraggiare ogni tentativo di approfondimento del problema, laddove tale tentativo non fosse asetticamente circoscritto alle strutture del Potere stesso [1].

Gli UFO non esistevano ma, qualora fossero esistiti, la cosa non avrebbe dovuto minimamente riguardare altri se non i militari o comunque personale rigidamente inquadrato negli apparati di sicurezza.

Tutto questo è durato grosso modo un quarantennio, anno più, anno meno; ma poi, dapprima gradualmente e poi sempre più vistosamente, le cose hanno cominciato a prendere una piega diversa; qualcosa è accaduto e qualcosa sta accadendo tuttora: se ne sono accorti e ce ne siamo accorti tutti coloro, tutti noi che seguiamo da anni l’intera faccenda con la massima attenzione possibile, cercando di cogliere ogni possibile segnale di cambiamento.

Un tempo c’era il silenzio, il ridicolo, la sufficienza; oggi, invece… La massima personalità politica della maggiore Potenza del Pianeta lancia in sede ONU messaggi di ammonimento sulla necessità di una coesione mondiale in funzione anti-extraterrestre [2]; agenti governativi le cui credenziali, al vaglio degli inquirenti, risultano a posto, rivelano senza tema di smentita l’esistenza, da lunga data, di inquietanti rapporti di collaborazione fra la loro Nazione e un’analoga Entità aliena [3]; strutture militari di un Paese NATO indicono una conferenza stampa per ammettere senza mezzi termini che la loro Aviazione si è trovata del tutto impotente nel tentativo di intercettare uno o più UFO che ne avevano bellamente violato lo spazio aereo [4]; saltano fuori immagini di cadaveri e persino di scafi alieni che in teoria non solo non dovevano esistere, ma tanto meno circolare liberamente [5]; e, ultimo della serie, arriva un filmato nel quale una navetta spaziale americana effettua una vera e propria prova di tiro a fuoco contro un UFO, in fase di emersione dall’atmosfera terrestre fra Giava e l’Australia [6].

Che diavolo succede?

Sin da quando cominciò ad emergere il quadro della probabile esistenza di un «Patto Scellerato» fra le massime Autorità statunitensi e quelle reticulane, due furono le possibili spiegazioni di tale atto, per quanto riguarda i comportamenti e le responsabilità politiche e morali di parte terrestre.

Ma esaminiamo, prima di tutto, la situazione generale.

Da un lato, una razza aliena estremamente progredita dal punto di vista tecnologico ma, a quanto sembra, parimenti in declino dal punto di vista biologico [7]; dall’altra, la maggiore Potenza militare del nostro Pianeta, affermatasi indiscutibilmente come tale sin dalla sconfitta delle Nazioni dell’Asse, al termine del Secondo Conflitto Mondiale.

La prima, con un disperato bisogno di nuovi apporti genetici e di chissà quant’altre risorse vitali di cui la Terra, nonostante i tanti problemi, dispone pur sempre in quantità e qualità ragguardevoli; la seconda, ben decisa ad assicurarsi, con qualsiasi mezzo, il mantenimento a lungo termine del suo status di Superpotenza planetaria.

Nacque, così, il «Patto Scellerato» che il famigerato Majestic 12, o chi per esso, avrebbe concluso coi Grigi di Zeta Reticuli, Zetaridi o Reticulani che dir si voglia: tecnologia, per quanto fornita letteralmente con il contagocce, e promesse di autonomia politica, contro segretezza, complicità, libertà d’azione, cavie umane a volontà e totale isolamento delle vittime dal loro contesto sociale a garanzia delle operazioni degli Alieni sul nostro Pianeta…

L’idea è insieme semplice e assai efficacie: i Grigi lasciano vivere il nostro mondo in santa pace, senza scossoni politici, militari e culturali, per quanto probabilmente avrebbero tutti i mezzi necessari a conquistarci, armi in pugno, nel giro di poche ore; ma, d’altronde… perché mai spendere tante energie quando si possono ottenere i medesimi risultati con molto meno?

In più, sono pronti a dare ai loro amici terrestri un po’ del loro sapere; beninteso, non tanto da permetterci di raggiungere la loro patria con un’astronave madre a stelle e strisce stracarica di bombe all’idrogeno; ma almeno quanto basta, diciamo, per garantire a Washington e a tutto il Quadrante occidentale la propria sicurezza e superiorità rispetto alle altre tribù barbare del Pianeta, per lo meno fino a quando i veri padroni dell’allevamento terrestre lo permetteranno…

E così, mentre la nostra tecnologia progredisce sino al punto di sfornare bombardieri stealth le cui prestazioni, comunque, non sono certo in grado di impensierire i nostri cari Visitatori, peraltro non invitati, noi ci prodighiamo per farli sentire praticamente a casa loro: gli forniamo attrezzature, installazioni e vario supporto logistico, come la nota AREA 51 di Groom Lake (Nevada); ma non solo: c’è anche il capitolo strategico della copertura, ovvero del sistematico insabbiamento della questione UFO: dal momento che la principale attività dei Grigi consiste nel rapire ripetutamente esseri umani per sottoporli ai più svariati esami medici ed esperimenti genetici, probabilmente nell’ambito di un vasto programma di ibridazione fra noi e loro, necessità primaria degli Alieni rimane quella di poter agire nell’ombra; solo in tal modo le vittime terrestri saranno veramente in loro balìa, senza alcuna possibilità concreta che possano anche soltanto tentare di rivolgersi ai loro stessi simili per denunciare l’atroce condizione di cavie umane in cui vivono, sollevare la questione di una specie, la nostra, utilizzata quasi come un allevamento di bestiame o una sorta di riserva di caccia, e, soprattutto chiedere aiuto e protezione alle Autorità costituite.

Ma come garantire tale copertura?

La risposta è delle più semplici: basta continuare pervicacemente a sostenere nelle sedi ufficiali, contro qualsiasi evidenza e al limite con qualsiasi mezzo, specie nei riguardi dei testimoni più scomodi e preparati, la solita storiella:
gli UFO non esistono e, quand’anche esistessero, non sarebbero sicuramente di origine extraterrestre; nessuna ragione, dunque, per preoccuparsene più di tanto.

Insomma, chi crede all’esistenza degli UFO per puro raziocinio o per testimonianza diretta e peggio ancora chi dichiara di esser stato rapito dai loro occupanti e sottoposto alle più indignanti manipolazioni deve trovarsi a vivere in un clima nel quale le sue affermazioni non saranno comunque credute e, tutt’al più, saranno derise come sintomo di conclamato ed evidente squilibrio mentale e in ogni caso di scarsa o nulla affidabilità, con tutto quel che ne consegue.

Ecco, dunque, la sostanza di quel «Patto Scellerato» di cui da lungo tempo si vociferava con sempre maggiore insistenza negli ambienti ufologici più informati: le nostre maggiori Autorità politico-militari, per lo meno quelle non sottoposte al controllo elettorale né a quello dei mass-media e quindi dell’opinione pubblica, ci avrebbero venduti al nemico, praticamente come carne da macello o, per essere più esatti, come potenziali cavie da laboratorio.

Ma quali le motivazioni più profonde di tutto ciò? Per quale ragione i maggiori responsabili della nostra sicurezza avrebbero fatto una cosa simile? Solo in cambio di tecnologia avanzata e per nient’altro? Fu dunque per cinica, criminale abiezione, o forse c’è in ballo qualcosa di ben più grave?

E veniamo alle due ipotesi cui accennavo all’inizio di questo discorso.

La prima, se un giorno venisse confermata, risponderebbe a tutti gli interrogativi appena posti fornendoci della faccenda, almeno sul piano etico e giuridico, il peggior quadro immaginabile, tale da esporre i personaggi direttamente coinvolti nella stipula e nel mantenimento di quel proditorio patto con gli Alieni a un processo al cui confronto quello di Norimberga ai criminali nazisti apparirebbe come una sorta di ramanzina a degli scolaretti indisciplinati.

Intelligenza col nemico, alto tradimento, concorso in genocidio e crimini contro l’Umanità sarebbero probabilmente solo alcuni dei capi d’accusa che colpirebbero coloro i quali finirebbero inevitabilmente per essere giudicati e condannati come i peggiori delinquenti che la Storia avesse mai potuto annoverare.

Il trattato in questione sarebbe stato concluso in modo assolutamente spregiudicato al solo scopo di ottenere un ritorno tecnologico e una garanzia di supremazia geopolitica, pur con l’enorme sottovalutazione dei rischi che tale intesa avrebbe potuto comportare a medio e a lungo termine: ci saremmo messi praticamente nelle mani dei Reticulani, confidando nella pretesa che le loro richieste sarebbero rimaste comunque limitate a un certo numero di cavie umane e nulla più; un prezzo tutto sommato accettabile, se consideriamo che le Autorità statunitensi, come si è appreso ufficialmente nel corso del 1995, hanno sottoposto migliaia di cittadini americani, per diversi anni e ovviamente a loro totale insaputa, a test sulla tolleranza umana alle radiazioni nucleari; e, in questo caso, saremmo stati venduti, a tutti gli effetti, senza alcuna ragione moralmente plausibile.

Ma si può fare anche una seconda ipotesi che, al contrario della precedente, renderebbe tutto un po’ più rispettabile: dopo il 1952, in seguito alla clamorosa dimostrazione aerea svoltasi nei cieli di Washington, i maggiori poteri militari e politici degli Stati Uniti dovettero rendersi conto di aver a che fare con un’Aviazione extraterrestre tecnologicamente imbattibile e, nell’impossibilità di affrontare la situazione in modo alternativo, dovettero rassegnarsi ad agire nell’unica direzione allora percorribile: vennero così a patti col nemico, questo sì, ma al solo scopo di guadagnare tempo, impegnandosi contemporaneamente a studiare la tecnologia aliena nella speranza di riuscire, un giorno o l’altro, a riprodurla a loro danno o, quanto meno, nel tentativo di individuare in essa qualche punto debole da sfruttare successivamente a nostra difesa.

 

 

La differenza tra le due possibilità appena viste è, ovviamente, di portata notevole: nel primo caso saremmo sottoposti a dei Vidkun Quisling che, al pari del famigerato traditore norvegese, non esitarono a vendere la loro gente allo straniero, con motivazioni comunque inaccettabili; nel secondo, al contrario, avremmo a che fare con dei Wojciech Jaruzelski che, al pari del grande generale polacco, salvarono la loro Patria dall’invasione mostrandosi in apparenza condiscendenti e accomodanti nei confronti di una grande Potenza vicina e aggressiva, ma pronti comunque a favorire il processo di liberazione quando i tempi fossero maturati.

Naturalmente la seconda ipotesi è quella che trovo più attraente, anche se, per la verità, ipotizzo anche un terzo possibile scenario, un po’ meno avvincente ed edificante di quello appena considerato ma forse, tutto sommato, più facilmente aderente alla realtà: sarebbe una sorta di ibrido fra le due già viste, nel quale l’accordo, almeno inizialmente, sarebbe nato proprio per le ragioni ciniche della prima ipotesi, dopodichÈ potrebbero essere intervenuti dei fatti nuovi, tali da portare i nostri Vertici a un deciso cambiamento di rotta.

L’interesse dei Grigi nei riguardi della nostra specie, considerati i fatti noti circa le loro attività sul nostro Pianeta, potrebbe essere determinato da obbiettivi diversi, non tutti ugualmente probabili e realistici ma che comunque, qualora invece lo fossero, potrebbero esser stati non tutti ugualmente a conoscenza delle Autorità USA al momento della stipula dell’accordo in oggetto.

Escludiamo, per il momento, l’idea che possano volerci utilizzare come semplice fonte di nutrimento: un’ipotesi da romanzo fantahorror che speriamo resti tale, dal momento che, abituati come siamo a considerarci ai massimi livelli della catena alimentare, non saremmo certamente in grado di accettarla, né sul piano culturale né sul piano psicologico.

Se una cosa simile un giorno dovesse essere confermata, la semplice congettura circa la possibile esistenza di allevamenti di bestiame umano sparsi per la Galassia, utilizzati come sorgenti di carne da macello per soddisfare il palato e la voracità di una razza aliena, scatenerebbe inevitabilmente un senso di terrore e insicurezza collettiva difficilmente valutabile.

In una simile evenienza i nostri sforzi dovrebbero essere finalizzati a un solo obbiettivo, che andrebbe perseguito con assoluta determinazione e senza tentennamenti di sorta: non soltanto la difesa, ma il totale annientamento del nemico.

Ma, a ben guardare, esistono anche altre possibilità, ben più concrete e drammatiche, anche se magari meno terrificanti; per quanto ne sappiamo, i Grigi manipolano le loro vittime principalmente in due modi: sottoponendole a ripetuti esami medici e sperimentazioni biologiche strettamente connesse alla sfera sessuale e riproduttiva e inserendo nei loro corpi degli impianti sulle cui funzioni è lecito fare diverse ipotesi.

Esaminiamo tali aspetti con maggiore dettaglio; in ordine di crescente pericolosità per la nostra esistenza, l’interesse alieno per la nostra biologia potrebbe avere le seguenti motivazioni:

a) i Grigi potrebbero essere in reale pericolo di estinzione; forse a causa dei postumi di una guerra nucleare, chimica o batteriologica, o per processi naturali a noi ignoti, o per una progressiva degenerazione biologica legata al loro modello di sviluppo tecnologico o ad altro ancora, la loro specie potrebbe essere giunta alla quasi totale impossibilità di riprodursi in modo naturale; potrebbero trovarsi a combattere contro una diffusa infertilità o anche contro un’elevatissima mortalità infantile; se così fosse, potrebbe darsi che gli Alieni stiano attuando un programma di ibridazione artificiale al solo scopo di correggere le loro anomalie genetiche utilizzando parti del nostro DNA, evidentemente con tecniche a noi quasi del tutto sconosciute; in tal caso, al di là della violenza perpetrata sulle vittime, le loro attività potrebbero non costituire alcuna concreta minaccia alla sopravvivenza della nostra Civiltà e ciò potrebbe giustificare almeno parzialmente la conclusione dell’accordo fra noi e loro di cui abbiamo parlato;

b) a corollario del punto precedente, la razza ibrida così ottenuta potrebbe, un giorno, stabilirsi sul nostro Pianeta e creare una sorta di ponte fra la nostra Civiltà e la loro dal momento che, con tutta probabilità, goderebbe di una tolleranza congenita sia per l’ambiente naturale reticulano che per quello terrestre; d’altronde, è probabile che il processo di estinzione dei Grigi non sia evitabile; tuttavia, una razza ibrida potrebbe riuscire a sopravvivere, ereditando pienamente la Civiltà reticulana e continuandola senza alcuno scossone; anzi, ne sarebbe la naturale prosecuzione e ciò potrebbe persino portare a una totale fusione, almeno sulla Terra, fra le nostre due Culture; alla fine di tale, lunghissimo processo, le nostre due Genti, in effetti, cesserebbero di esistere come entità autonome; la loro, innanzitutto per motivi biologici; la nostra, innanzitutto per motivi culturali, dal momento che, se anche non vi fosse una vera e propria conquista armata, gli Ibridi che venissero a stabilirsi sul nostro Pianeta sarebbero comunque, assai verosimilmente, superiori a noi sia dal punto di vista intellettivo, in senso strettamente biologico, sia dal punto di vista intellettuale, in senso strettamente culturale; per essi sarebbe estremamente facile impossessarsi rapidamente della guida della nostra Società a tutti i livelli e, alla fine, la nostra Civiltà finirebbe totalmente assorbita dalla loro;

c) una motivazione ben più inquietante, invece, potrebbe essere la seguente: i Grigi potrebbero aver deciso di creare un vero e proprio allevamento di ibridi biologicamente compatibili con la loro specie non soltanto a scopo riproduttivo, ma soprattutto per sottoporli abitualmente a varie sperimentazioni farmacologiche e per utilizzarli come fonte d’organi per trapianti e di fluidi organici per trasfusioni; ciò, tuttavia, avrebbe un impatto assai limitato sulla nostra Civiltà e comunque non ne minaccerebbe in alcun modo la sopravvivenza in quanto tale;

d) infine, la possibilità più catastrofica: scopo dei Reticulani potrebbe essere la conquista effettiva della Terra o attraverso il totale e completo sterminio della nostra specie o attraverso l’attuazione di un complesso programma di controllo delle masse; in questo caso, i mezzi per conseguire tale risultato potrebbero essere molteplici, stabilito che comunque il loro non potrebbe essere un approccio dinamitardo, nel senso che nessuna Civiltà razionale andrebbe a distruggere materialmente un territorio di cui volesse impossessarsi.

Quest’ultima possibilità è quella che francamente ritengo fra le più probabili, non escludendo comunque le precedenti e, in particolare, quella dei trapianti, che in ogni caso non sarebbe minimamente in contrasto con essa ma semmai potrebbe rappresentarne un drammatico corollario; ma, a questo punto, occorre intendersi: qui la questione non è quella di voler essere pessimisti ad ogni costo; certo è che, quando si ragiona di sicurezza nazionale e soprattutto nel senso più globale ed esistenziale del termine, credo sia opportuno valutare innanzitutto gli scenari più foschi fra quelli ipotizzabili, onde evitare di trovarsi impreparati qualora tali scenari risultassero, alla fine, i più corretti.

I Reticulani potrebbero dunque studiare la nostra biologia allo scopo di sviluppare armi batteriologiche tali da distruggere selettivamente la nostra specie: l’insorgere dell’AIDS, di certe forme di diarrea emorragica tipo l’Ebola o di altre, ancora più recenti, come alcune encefalopatie a base virale o prionica come il Morbo della «Mucca Pazza» e la sua sospetta controparte umana, nota come Sindrome di Creutzfeld-Jakob, potrebbero essere i segnali sempre più allarmanti di una crescente sperimentazione aliena in questa direzione.

Oppure, nel caso in cui non volessero annientarci biologicamente, potrebbero raggiungere il medesimo scopo rendendoci inoffensivi sul piano psicologico; in primo luogo, sviluppando tecniche di controllo diretto del comportamento umano, magari proprio attraverso l’inserimento di impianti cibernetici nei corpi dei sequestrati o anche di opportuni dispositivi che, rilasciando nel circolo sanguigno particolari sostanze dotate di attività neurologica, siano in grado di stimolare l’esecuzione di ordini postipnotici ricevuti nel corso dei rapimenti; tali ordini potrebbero persino, un domani, riferirsi a dei veri e propri atti di sabotaggio; del resto, è pur lecito sollevare simili sospetti, considerata la sempre maggiore frequenza di episodi nei quali gente apparentemente tranquilla, senza il ben che minimo preavviso e senza la ben che minima spiegazione razionale, imbraccia improvvisamente un mitra provocando una strage nel primo luogo pubblico a portata di tiro, per poi suicidarsi; un ottimo test, tutto sommato, per valutare l’efficacia di una simile tecnica: è sufficiente impartire l’ordine, farlo eseguire al momento più opportuno e quindi raccogliere notizie sull’esito dello stesso attraverso i notiziari radiotelevisivi, tanto per fare un esempio banale.

Un altro metodo potrebbe basarsi sullo sfruttamento dell’impatto psicologico delle manifestazioni della loro tecnologia sull’ignoranza della gente, sulle sue superstizioni e sulla sua religiosità; in fondo, per quanto ne sappiamo, nulla esclude che una Civiltà tecnologicamente avanzata al punto da riuscire a varcare gli spazi abissali che separano due distinti sistemi planetari non possa essere in grado anche di controllare la mente di una giovane, magari con l’ausilio di impianti neurologici ad hoc, inviandole direttive e mostrandole apparizioni di inesistenti donzelle celesti coperte di fiori e gioielli… nel senso che, qualora gli Alieni riuscissero a farsi credere padre, figlio, spirito santo e madonne varie con o senza bambino… CHI se la sentirebbe di aprire il fuoco contro gli Angeli del Signore che, realizzando le profezie del Libro dell’Apocalisse, giungessero in massa sulla Terra per dar luogo al Giudizio Universale e al compimento del Millennio del Cristo contro l’Impero del Male rappresentato dall’Ordine costituito, vicario di Satana?

Nessuno, probabilmente, tranne i più accorti e dotati di libero pensiero, che però sarebbero subito additati ed eliminati come eretici e servi del Signore delle Tenebre.

In tale eventualità, una siffatta invasione provocherebbe addirittura il sollevamento delle masse, ormai soggiogate, contro i rispettivi governi e le stesse forze armate chiamate a difenderle dagli Alieni e dai loro terribili propositi.

Altro che panico e caos generalizzato: il rischio concreto sarebbe quello di dover fronteggiare, oltre agli invasori, anche masse fanatizzate di convinti collaborazionisti.

 

 

 

E torniamo, dunque, al terzo scenario.

I Grigi stanno attuando ormai da lungo tempo un lento ma preciso piano di conquista della Terra, un pianeta che sta vivendo un discreto sviluppo tecnologico ma che è dilaniato da continui conflitti interni; difficile valutare con precisione da quando; non da molto, comunque, qualora avessero individuato la nostra Civiltà, solo per fare un esempio, dalle nostre prime trasmissioni radio; ma questa, ovviamente, è soltanto un’ipotesi.

Nel 1945, in seguito al crollo e alla capitolazione delle Nazioni dell’Asse, gli Stati Uniti d’America si impongono come l’unica grande Potenza planetaria, dotata di un primitivo ma alquanto pericoloso armamento nucleare e con in mano il pressoché completo controllo dei primi embrioni di tecnologia spaziale.

Inoltre, fatto questo di non poca rilevanza, gli USA dispongono di un enorme potenziale politico, tale da renderli comunque l’unico possibile valido interlocutore per qualsiasi potenza esterna che volesse prendere contatto con la Terra per attuare i suoi propositi, quali che fossero.

Ma tutto ciò diviene ancor più chiaro quando, a partire dal 1947, l’America dimostra addirittura la capacità di impadronirsi di veicoli spaziali alieni coi loro equipaggi al completo e di disporre di essi senza alcuna possibilità d’intervento e salvataggio da parte dei loro simili [8].

A questo punto il contatto, per gli Extraterrestri, diviene assolutamente imperativo, stante la minaccia che la loro presenza e le loro attività vengano divulgate a tutto il Globo mettendo così in serio pericolo i loro piani che, come ho già sottolineato, puntano innanzitutto sulla più assoluta segretezza.

Nel 1952 squadriglie di UFO invadono i cieli proibiti di Washington, un atto dimostrativo destinato a evidenziare al di là di ogni ragionevole dubbio il fatto che gli Alieni detengono la più assoluta superiorità aerea e che quindi c’è poco da scherzare: se solo lo avessero voluto, avrebbero potuto cancellare la Capitale statunitense dalla faccia della Terra in men che non si dica.

Un messaggio estremamente chiaro, dunque, preceduto e seguito, comunque, da una lunga serie di episodi minori ma pur sempre assai preoccupanti, come l’abbattimento del Mustang del capitano Mantell nel 1948 o il sequestro dell’F-89 della Base di Kimross, nel 1953.

Ma c’è dell’altro, da tenere in debita considerazione: sin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale i rapporti fra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica sono andati sempre più peggiorando, sino all’esplodere della Guerra Fredda, nel 1947, in seguito alla Conferenza per il Piano Marshall svoltasi a Parigi e terminata non solo con l’esclusione dell’Est dai programmi di aiuto alla ricostruzione postbellica ma soprattutto col delinearsi di una vera e propria politica occidentale in funzione anticomunista e antisovietica.

Stalin non era più un amico scomodo ma utile contro il comune nemico nazista, ma egli stesso era stato riconosciuto, a tutti gli effetti, come un nemico dispotico e brutale e quindi come una grave minaccia per tutto il Mondo Libero: un problema in più da non sottovalutare, dunque.

Se poi ci si aggiunge che, nel 1953, i Sovietici facevano detonare la loro prima Bomba all’Idrogeno da 10 Megatonnellate, si può ben immaginare come, a questo punto, i vertici del gigantesco apparato politico-militare americano non abbiano avuto proprio nessun altra alternativa se non quella della trattativa, prima che fosse troppo tardi: se gli Alieni erano disposti a fornire tecnologia in cambio di assistenza e copertura ai loro programmi biologici, avrebbero potuto concludere l’accordo con Mosca, che non solo non avrebbe avuto alcuno scrupolo nell’accettarlo, ma che in questo modo avrebbe potuto godere, finalmente, di tutti i mezzi necessari per attuare i suoi disegni egemonici sull’intero Pianeta, prima di tutto proprio ai danni di Washington e dei suoi alleati dell’Europa occidentale.

Una prospettiva decisamente inaccettabile: un mondo schiacciato da una dittatura comunista garantita, a sua volta, da una Potenza extraterrestre.

Di qui all’accordo tecnologia contro segretezza fra Stati Uniti e Zeta Reticuli, il passo fu sicuramente assai breve.

Difficile, naturalmente, conoscere i dettagli e tanto meno la data esatta di tale accordo, un elemento quest’ultimo che sul piano storico sarebbe di grande interesse e utilità, anche per meglio inquadrare nel contesto politico generale tale delicata questione; ma forse a riguardo si può fare qualche ipotesi, probabilmente neppure troppo azzardata o quanto meno non più di tanto: se da una parte il Majestic 12 vide la luce il 24 settembre 1947 sotto la presidenza Truman, dunque poco dopo l’incidente di Roswell, l’accordo in questione potrebbe esser stato concluso in seguito all’Incontro di Muroc, sotto la presidenza Eisenhower, in una data di poco successiva al 14 aprile 1954 [9].

È comunque possibile che i primi contatti fra Americani e Reticulani siano databili addirittura al lontano 1943, anche se questa è solo un’illazione molto affascinante che fornirebbe un’ulteriore motivazione circa la volontà degli Alieni di giungere a un accordo e a delle vere e proprie relazioni coi Terrestri: se in quell’anno, con l’Esperimento Filadelfia, la Marina degli Stati Uniti sfiorò casualmente e praticamente senza rendersene conto la tecnologia che permette agli UFO di modificare la struttura dello spazio-tempo al punto da consentirgli trasferimenti iperspaziali a velocità «virtuale» ultraluminale, scavalcando così l’ostacolo relativistico della dilatazione del tempo, ciò dovette impensierire non poco i nostri Visitatori, tanto da convincerli della necessità di intrattenere rapporti più stretti e diretti con la nostra Civiltà, onde controllarne maggiormente i progressi tecnologici e disinnescare in tempo, se possibile, l’eventuale minaccia che potremmo costituire, presto o tardi, non solo alle loro attività sul nostro Pianeta, ma, a questo punto, persino ai loro stessi mondi di origine.

Sia come sia, l’accordo, probabilmente, funzionò per molto tempo. Ma, sul finire degli anni Settanta, successe qualcosa di nuovo. Ma cosa, esattamente?

Poniamo che, ad un certo punto, la Struttura politico-militare deputata alla gestione dei rapporti coi Grigi abbia scoperto qualcosa di imprevisto.

Supponiamo che abbia scoperto il vero gioco del nemico: non il semplice sequestro di un numero limitato di Terrestri a scopo di pura ricerca scientifica o anche per sperimentazioni vitali per gli Alieni stessi e pur tuttavia non tali, comunque, da minacciare la nostra sicurezza globale; ma, al contrario, l’attuazione di un vero e proprio piano di conquista attraverso la sperimentazione su vasta scala di sistemi per il controllo di massa del comportamento umano, orientati magari alla realizzazione di vere e proprie bombe umane: i famigerati impianti.

La scoperta di una cosa del genere, una volta confermata dall’evidenza dei fatti, avrebbe dovuto provocare una vera e propria rottura, in seno a tale Struttura; d’altra parte, è possibile che un progressivo mutamento d’indirizzo politico sulle strategie di gestione della problematica UFO fosse già in atto da diverso tempo; in breve, al di là di una possibile indignazione per i termini disumani dell’accordo stipulato con gli Extraterrestri, potrebbe esserci stata una graduale ma decisa presa di coscienza non solo sulla pericolosità intrinseca di tale accordo, ma anche su un altro aspetto tutt’altro che trascurabile della tradizionale politica di copertura.

In una battuta, sulla gravissima incognita rappresentata dall’impreparazione delle masse di fronte a un improvviso, catastrofico e non impossibile precipitare degli avvenimenti.

Qualcuno, a un certo punto, deve pur essersi chiesto cosa potrebbe significare un’invasione aliena in massa del nostro Pianeta senza un’adeguata, preventiva, lunga preparazione culturale e psicologica delle masse stesse; e, giocoforza, deve pur essersi posto la seguente, inquietante domanda: «Dopo decenni di continuo, assurdo, cieco e irresponsabile insabbiamento dell’intera questione UFO, quale ingovernabile forza autodistruttiva rappresenterebbe una folla sterminata di miliardi di esseri umani in preda al più autentico, completo e inarrestabile panico?».

In un simile frangente, le Autorità finirebbero col trovarsi nella più totale impossibilità di affrontare la situazione in quanto non potrebbero che assistere, nella più assoluta impotenza, alla completa autodisintegrazione dell’intera struttura sociale umana, di cui perderebbero totalmente il controllo; la vecchia politica di minimizzazione e ridicolizzazione della questione UFO si rivelerebbe d’un tratto come un boomerang che non farebbe altro che il gioco del nemico, destabilizzando profondamente la nostra Società e svuotandola di ogni capacità organizzativa e di qualsiasi coesione efficace; la vittoria degli invasori sarebbe veramente assoluta e noi tutti ci ritroveremmo definitivamente alla loro mercé.

Un quadro davvero terrificante, che avrebbe costretto gli eredi del Majestic 12 a rivedere drasticamente le loro vecchie posizioni e le loro vecchie politiche, dando il via a una vera e propria inversione di tendenza che negli ultimi anni si è resa sempre più palpabile, a cominciare dal graduale mutamento di atteggiamento dei mass-media nei confronti di tutta la faccenda: un mutamento che, a mio avviso, è tutt’altro che casuale.

 

La copertina del n. 4 di “Dossier Alieni” (Dicembre 1996 - Gennaio 1997) in cui fu pubblicata la seconda parte dell'articolo, dal titolo "Non sono Invulnerabili".



Nel marzo 1983 il presidente Ronald Reagan annunciava l’avvio dell’Iniziativa di Difesa Spaziale (SDI), il ben noto programma antibalistico che, secondo le motivazioni ufficiali, avrebbe dovuto difenderci dalle testate nucleari dei missili intercontinentali sovietici; ma erano poi proprio quelli i veri bersagli?

Ma, quello stesso anno, aveva inizio anche una lunghissima e tragica sequenza di strane scomparse e di ancor ben più strani suicidi di scienziati britannici coinvolti nel programma, una morìa che, almeno fino ad oggi, non ha ricevuto alcuna spiegazione ufficiale criticamente accettabile.

Chi si stava preoccupando di eliminare sistematicamente le menti più brillanti di quell’iniziativa con modalità tali da rendere fin troppo chiaro a chiunque che di semplici scomparse e suicidi non poteva trattarsi? I Sovietici? O magari qualcun altro? Chi poteva trarne vantaggio?

Un amante delle più classiche spy-stories potrebbe rispondere che quei suicidi erano in realtà delle semplici messe in scena, orchestrate in modo tale da giustificare a parenti, amici, conoscenti e quant’altri la scomparsa di quelle persone; ciò avrebbe permesso alle Autorità di isolarle dal resto del mondo per farle lavorare in assoluta sicurezza e segretezza lontano da occhi indiscreti, vista l’estrema delicatezza dei loro compiti.

Purtroppo una simile operazione, già di difficile gestione per pochi elementi, diventa praticamente impossibile quando il numero delle persone da far sparire non si limita a qualche unità ma ammonta a varie decine, come in effetti è successo; giunti a tanto, la mobilitazione spontanea di congiunti, giornalisti e semplici curiosi diverrebbe tale, soprattutto in un Paese democratico, da rendere il tutto decisamente ingestibile.

Fino a qualche mese fa certe domande scomode potevano ricevere delle risposte che non erano altro che delle ipotesi, nonostante tutto; ma oggi, soprattutto dopo il filmato sulla presunta azione anti-UFO che sarebbe stata intrapresa dall’equipaggio dello Space Shuttle Discovery nel settembre 1991 abbiamo, probabilmente, qualche chiave di lettura in più.

Forse che la GUERRA, fra noi e loro, sia già cominciata?

Se i veri bersagli del programma SDI fossero gli UFO, per lo meno quelli provenienti da Zeta Reticuli, ogni elemento del puzzle troverebbe finalmente la sua giusta collocazione e tutto si spiegherebbe in modo più chiaro e convincente, a cominciare dal superamento delle barriere ideologiche fra Est e Ovest, all’inevitabile tramonto del Comunismo, al crollo della Cortina di Ferro e al conseguente allacciamento di rapporti sempre più stretti e amichevoli fra gli ex-nemici della NATO e dell’ex-Patto di Varsavia, ma non solo.

Se a un certo punto l’America si avvide dei piani dei Reticulani, alla fine dovette pur venir meno ai suoi impegni nei confronti degli Alieni: se le cose stanno così, tanto per fare un esempio, qualora l’Area 51 o almeno parte di essa sia stata effettivamente per lungo tempo nelle loro mani, è legittimo supporre che oggi non sia più così da diversi anni.

Forse un tempo i Grigi si muovevano davvero liberamente all’interno della Base e i loro veicoli spaziali si posavano e ripartivano da Groom Lake con estrema frequenza e naturalità, quasi fosse a tutti gli effetti un loro cosmodromo.

È perfino pensabile che molti dei rapiti, sequestrati dagli Extraterrestri, venissero condotti abitualmente nei sotterranei di Dreamland e lì sottoposti alle loro pene, magari addirittura con l’assistenza di personale medico americano.

Ma quando le cose cambiarono, è probabile che le navi reticulane presenti in Nevada e i loro equipaggi siano stati immediatamente catturati e posti in stato di prigionia, il che spiegherebbe gli avvistamenti tuttora osservati intorno all’Area 51 e soprattutto la storia di Bob Lazar e la questione dei programmi di retroingegneria che sarebbero in corso nella zona: se tale fosse il quadro, l’idea di UFO pilotati da personale militare statunitense, per lo meno in fase sperimentale e limitatamente alla regione in questione, non sembrerebbe poi così balzana.

Si spiegherebbe anche l’inversione di tendenza osservata in questi anni riguardo a certe rivelazioni, fughe di notizie riservate, scoperte di documenti dai contenuti dirompenti, l’atteggiamento stesso delle Autorità politiche, militari e degli organi d’informazione: la nuova strategia di gestione della questione UFO, come è stata correttamente interpretata dai maggiori studiosi dell’argomento, consisterebbe non più nel minimizzare e nell’insabbiare, ma addirittura nel lasciar trapelare le informazioni, senza confermarle ma senza neppure smentirle.

Sin da quando si cominciò a parlare delle dichiarazioni rilasciate dagli agenti Falcon e Condor circa i rapporti esistenti fra Americani e Reticulani, un elemento chiave si pose subito in evidenza: non solo il fatto che tali affermazioni non furono mai né commentate né quantomeno smentite dalle Autorità statunitensi, ma soprattutto l’autenticità delle credenziali da essi fornite agli inquirenti e da questi ultimi sottolineata, mise in luce che tali esplosive rivelazioni non furono dovute all’iniziativa personale di detti agenti, ma al contrario furono rese, al di là di ogni ragionevole dubbio, in esecuzione di precisi ordini impartiti dai loro superiori.

Da questo episodio emergeva una chiara volontà politica volta a preparare il terreno a qualcosa di veramente grosso; senza tale nuovo orientamento, a mio parere, in questi ultimi anni non sarebbe stato concesso spazio alcuno al libero approfondimento e alla libera diffusione dei temi scottanti legati agli UFO in generale e ai Grigi di Zeta Reticuli in particolare.

Ad esempio, non si sarebbe potuto neppure tentare di informare la gente su questioni quali i resti marziani evidenziati dalle missioni Viking: il lavoro di certi studiosi, come quello della professoressa Susan Karaban, sarebbe stato stroncato all’origine e senza la ben che minima tolleranza; figuriamoci poi quello di altri, come Whitley Strieber, Budd Hopkins e Derrel Sims, per citarne solo tre fra i più noti, relativamente al problema dei rapimenti e degli impianti; o ancora, penso a Bob Lazar e alla sua denuncia sulle attività svolte nell’Area 51; o allo scoop di Roy Santilli sui filmati delle autopsie degli alieni morti a Roswell, come fu detto in un primo tempo; o alle attività di organizzazioni private di alto profilo come lo stesso Centro Ufologico Nazionale; per non dire poi della conferenza stampa tenuta nel 1991 dall’Aviazione belga sul famoso flap.

Tutto questo, in passato, non sarebbe mai stato possibile; le necessità di segretezza connesse alla sicurezza nazionale, di fronte a tanto ardimento avrebbero imposto la classica Ragion di Stato, col solito contorno di minacce più o meno velate o dirette, intimidazioni, incidenti, suicidi e sparizioni che avrebbero inevitabilmente trionfato anche sulle migliori intenzioni, la buona volontà e la dedizione dei ricercatori più seri, capaci, liberi e coraggiosi.

Al contrario, invece, quanto è accaduto in questi ultimi anni è stato non solo tollerato ma, direi, addirittura voluto e favorito: ciò, evidentemente, allo scopo di permettere all’opinione pubblica di formarsi una mentalità sull’argomento, in previsione di una rivelazione ufficiale che, considerata la situazione, ormai non dovrebbe più tardare a giungere, disponibilità politica permettendo…

Le previsioni espresse da Javier Serra a tal proposito, per quanto molto ottimistiche, sono sicuramente degne di considerazione: se nel 1995 scadeva il Segreto di Stato cinquantennale imposto nel 1945 a copertura dei test umani di tolleranza alle radiazioni nucleari, il che ha portato a scuse ufficiali della Presidenza USA al Popolo americano e all’apertura di un’inchiesta governativa volta non solo all’accertamento delle responsabilità ma anche al risarcimento delle vittime, non credo sia troppo azzardato prevedere che nel 1997, cinquant’anni dopo l’incidente di Roswell e l’istituzione del Majestic 12, il Mondo possa finalmente conoscere la verità sugli UFO in generale e sui rapporti fra Washington e gli Alieni di Zeta Reticuli in particolare: l’evento, come addirittura si prospetta da mesi su alcuni documenti circolanti su Internet, potrebbe svolgersi, addirittura, proprio nell’Area 51.

In tale occasione, presenti tutte le maggiori reti televisive del Pianeta in collegamento mondovisione, sarebbe lo stesso Presidente americano a fornirne le prove, magari mostrando anche al grande pubblico, per la prima volta, lo scafo di un veicolo spaziale reticulano.

Verrebbe quasi da mettersi a giocare sul significato delle parole, chiedendosi se sarà forse proprio questa la misteriosa e inquietante Apocalisse di fine millennio; vale a dire, in senso strettamente linguistico, semantico e letterale, proprio la grande Rivelazione di biblica memoria…

Fantasie sin troppo galoppanti? Staremo a vedere.

In ogni caso, se il quadro fin qui delineato dovesse corrispondere alla realtà e se quindi ci trovassimo effettivamente in guerra con una Potenza esterna, dovremmo prepararci ad affrontare il peggio nel modo migliore.

Innanzitutto, in questa fase, dovremmo aspettarci delle forme di reazione che non necessariamente potrebbero ricalcare lo stile tutto terrestre delle azioni punitive di rappresaglia in tempo di guerra, ma non per questo sarebbero meno devastanti e pericolose; al contrario, potrebbero risultare assai più sottili ed efficaci.

Se il quadro è corretto, abbiamo scoperto il gioco del nemico e, perlomeno esteriormente, tradito un accordo stipulato con essi e in vigore da ben cinquant’anni; a questo punto gli Alieni potrebbero cercare di ricondurci nei ranghi agendo, almeno per ora, sul filo della persuasione; fino a questo momento nessuna rivelazione ufficiale è stata fatta e ciò potrebbe indurli ad agire non sulle masse, con azioni eclatanti, ma solo sui nostri Vertici, attuando una serie di minacce solo a loro chiaramente comprensibili, disponendo solo essi di tutte le informazioni necessarie che invece vengono ovviamente negate al grande pubblico; dette minacce dovrebbero cercare di indurli a percepire appieno la superiorità del nemico e quindi la nostra inferiorità; una siffatta strategia, nella mente dei Grigi, potrebbe mirare a salvare il salvabile nell’estremo tentativo di riportare la situazione sotto il loro controllo, quale doveva essere prima del 1991, quando il trattato fra noi e loro era operativo e pienamente rispettato, almeno da parte terrestre.

In sostanza, i nostri Capi dovrebbero annullare il programma SDI e qualsiasi progetto analogo, desistere da ogni idea di pubblica rivelazione circa l’esistenza degli UFO e le attività dei loro equipaggi e, probabilmente, fornire più pesanti garanzie contro nuovi eventuali colpi di testa politico-militari.

 

 

Esempi di una simile possibile azione di persuasione verificatasi o tuttora in corso non ne mancano di certo: dall’invasione dei cieli del Messico alle aggressioni al bestiame da parte dei satanici chupacabras, per non dire della repentina esplosione del «Morbo della Mucca Pazza», un problema che probabilmente non viene reso noto nella sua reale gravità; del resto, quale migliore e più grave minaccia se non quella di distruggere le fonti alimentari del nemico, dimostrando così la propria più completa onnipotenza?

Per non dire poi dei recenti e alquanto dubbi suicidi del capo della CIA e di quello della US Navy; due casi che ricordano fin troppo da vicino la vera e propria strage di menti britanniche cui ho accennato prima, a proposito del programma di sviluppo delle Guerre Stellari.

Le azioni eclatanti, invece, potrebbero verificarsi dopo un’eventuale pubblica rivelazione e a questo punto, probabilmente, potrebbe non esservi più alcuno spazio per i mezzi termini e le azioni dei Reticulani potrebbero evidenziarsi su vasta scala con tutta la dirompenza tipica di uno scontro bellico.

In tal caso, ovviamente, mi riferisco a una vera e propria invasione.

Questa potrebbe verificarsi con un vasto attacco a sorpresa oppure, in modo assai più intelligente, con una strategia opportunistica che potrebbe consistere, in via del tutto ipotetica, nel provocare un conflitto fra terrestri per poi approfittare dello sfinimento che ne deriverebbe tra le nostre fila.

A quel punto interverrebbero al momento più opportuno, liquidando le resistenze residue; e magari, perché no, alla fine gli Alieni potrebbero perfino mostrarsi a noi come i salvatori dell’Umanità dall’incubo dell’Olocausto nucleare, minacciato dalla nostra stessa irresponsabilità…

Del resto, nonostante il venir meno del pericolo sovietico, i focolai di tensione non mancano e può darsi che finiscano addirittura per esplodere senza neppure la necessità di un vero e proprio zampino esterno: basti pensare, manco a dirlo, al continuo vacillare della Russia; il controllo esercitato da Mosca sul suo vasto Impero viene sempre più messo in discussione e non solo nel Caucaso, come ci ha dimostrato la Guerra Cecena, ma soprattutto nelle immense Provincie siberiane, ricchissime di risorse naturali e guardate con occhi sempre più voraci dal regime di Pechino; del resto, certi recenti atteggiamenti aggressivi e provocatori della Cina comunista avrebbero dovuto mettere in allarme l’intero Occidente, ma al contrario sembrano ampiamente sottovalutati; per non dire non solo della continua espansione dell’integralismo islamico, che adesso comincia a minacciare persino la moderna e laica Turchia, un Paese membro della NATO che da tempo bussa addirittura alla porta dell’Unione Europea; ma anche della crescente influenza della politica di penetrazione iraniana nell’Asia centrale, dove le Repubbliche turaniche, oltre a costituire un’area mussulmana posizionata in modo strategicamente rilevante, rappresentano un’eredità importante dell’URSS soprattutto in termini tecnologici, sia per quanto riguarda la missilistica, sia per quanto riguarda le possibilità di sviluppo di un arsenale nucleare.

Nel complesso si ha come l’impressione che stia maturando una pericolosissima catena di interessi anti-russi e anti-europei che, alla fine, potrebbero confluire in un fiume impetuoso che potrebbe anche travolgerci tutti.

Dobbiamo forse aspettarci il sorgere, a breve termine, di una potente alleanza sino-islamica in funzione anti-occidentale?

Sarà un caso, ma ben quattro secoli e mezzo fa un certo Michel de Nostredame ebbe a scrivere, nei primi due Versi della XCI Quartina della I Centuria, che «Gli Dei appariranno ai mortali, Quando saranno autori di un grande conflitto»; per poi rincarare sinistramente la dose nella ben più famosa LXXII Quartina della X Centuria, allorquando così ci ammonisce:

«L’anno millenovecentonovantanove sette mesi,
Verrà dal cielo un grande Re d’orrore:
Risusciterà il grande Re degli Unni,
Prima e dopo Marte regnerà felicemente.»


Che cosa vide l’illustre personaggio nel luglio 1999? Non vide nulla e sono solo tutte fandonie? Vide forse una catastrofica collisione cosmica, magari con l’asteroide Toutatis, che guarda caso proprio in quell’anno tornerà a minacciarci, oppure con una cometa di lungo periodo, ancora ignota? O vide davvero un Attila alieno portare l’orrore sul nostro Pianeta, approfittando di un disastroso conflitto mondiale (Marte) che, quando ciò avverrà (la venuta del Re degli Unni), sarà in corso già da tempo (prima e dopo)?

Se ciò dovesse verificarsi, sarebbe assai difficile prevederne l’esito.

Per nostra fortuna, la tecnologia non sembra progredire con la stessa velocità in tutti i campi e il fatto che i Grigi dispongano di quanto basta per raggiungere il nostro Mondo non implica necessariamente che i loro mezzi siano effettivamente invulnerabili o imbattibili, né implica che ne abbiano di sufficienti, anche sul piano logistico, per soggiogare facilmente l’intero Pianeta.

Questa, naturalmente, è solo una speranza; certo è che se disponessero veramente di tutti i mezzi necessari per conquistarci, l’unica alternativa al loro dominio potrebbe essere l’intervento di un’altra Potenza esterna a loro ostile e che, qualora esistesse, giustificherebbe da sola il fatto che tale conquista non sia ancora potuta avvenire, magari in virtù di qualche trattato fra potenze galattiche a noi del tutto ignote, o quasi…

Ma questo è tutto un altro discorso la cui trattazione, al momento attuale, è sicuramente assai prematura: se l’esistenza di un accordo stipulato fra Washington e Zeta Reticuli, un giorno o l’altro, dovesse essere davvero confermato, potremmo dire senza tema di smentita che sono soltanto cinquant’anni, per quanto ne sappiamo, che la nostra Terra, almeno in epoca storica, ha cominciato a muovere i suoi primi timidi passi nella Politica galattica.

Per affrontare tutte le implicazioni che ciò comporta, occorre sicuramente un diffuso e radicale mutamento della visione dell’Uomo nell’Universo: e soprattutto è necessario che la Cultura umana si liberi una volta per tutte da quel senso di soggezione con cui ha sempre guardato il cielo e l’ignoto; dovrà quindi smetterla di immaginare le sfere celesti dominate da angeli e demoni e comunque da creature alle quali, per un motivo o per l’altro, dobbiamo un rispetto che personalmente trovo assolutamente ingiustificato e ingiustificabile, vale a dire: non dettato da quel tipo di rispetto altamente morale che sarebbe giusto avere nei confronti di ogni forma di vita in quanto tale, ma piuttosto da quella forma di riverenza che caratterizza un fedele nei confronti della sua divinità, un sentimento che a mio avviso non è elevazione spirituale ma soltanto meschina sudditanza e vile servilismo.

Occorre dunque che l’Uomo della Terra guardi alle altre Civiltà del Cosmo con virilità e comunque, a prescindere dal diverso grado di progresso tecnologico, avendo innanzitutto piena coscienza di sé e rispetto di se stesso, della propria Storia e della propria Cultura, apprezzandone appieno i valori con senso critico ma senza essere disponibile a rinunciare ad essa e quindi alla propria dignità e identità; ciò, come la nostra stessa Storia ha dimostrato nei secoli, è fondamentale per evitare che l’incontro fra culture diverse si risolva rovinosamente per quella meno complessa e meno sviluppata, che sarà tale innanzitutto sul piano materiale ma non per questo necessariamente anche su quello spirituale.

Ma fortunatamente ho potuto constatare che sentimenti di questo tipo non sono per nulla ignoti alla Comunità ufologica internazionale e con mio grande piacere ho potuto verificarlo proprio a San Marino, dove ho particolarmente apprezzato il genuino, sincero, autentico e sacrosanto moto d’indignazione che Candida Mammoliti del CUSI ha espresso contro i Reticulani e le loro attività a dir poco disumane, come pure le considerazioni estremamente puntuali e argute che Giulio Perrone ha esposto sul tema delle spinte tutte «politiche» che devono animare qualsiasi società, a prescindere sia dal suo grado di evoluzione, sia dal pianeta sul quale si è sviluppata.

Tutto questo è il segno tangibile del fatto, ormai assolutamente innegabile, che una graduale maturazione della mentalità collettiva nella giusta direzione è veramente in corso e non potrà che portare inevitabilmente a una diversa prospettiva nel modo di vedere la questione UFO, in base alla quale gli Alieni non dovranno più essere percepiti quasi si trattasse di esseri soprannaturali, sacri e inviolabili, ma più semplicemente e realisticamente o come potenziali partner, coi quali allacciare proficui rapporti di ordine politico, economico e culturale, o anche, fra le varie possibilità, come una potenziale minaccia, come nel caso dei Grigi, una razza che per le sue attività nei confronti delle sue vittime, a prescindere da qualsiasi motivazione, va combattuta tenacemente senza misticismi millenaristici e senza il ben che minimo timor riverenziale.

Credo, comunque, che a breve termine si renderà necessario un ulteriore passo in avanti, sempre che non sia stato già compiuto, in tema di evoluzione della politica ufologica: il superamento di quella barriera di reciproca diffidenza che sino ad oggi ha costituito un gravissimo ostacolo alla collaborazione fra gli apparati di sicurezza governativi da una parte e la parte più seria e responsabile della comunità di ricercatori UFO dall’altra; una dispersione di risorse intellettuali, esperienze e informazioni che di fronte all’esistenza di un comune nemico non ha più alcuna vera ragion d’essere e che alla lunga non potrebbe che dimostrarsi controproducente per l’intero Genere Umano.

 

 

NOTE

[1] L’espressione “delitto di Stato” non è appannaggio esclusivo dell’Ufologia, al contrario; del resto, però, i casi che collegano questa disciplina alla morte violenta di certi suoi cultori non mancano affatto; basti citare, per tutti, il suicidio, avvenuto nel 1959, dell’astrofisico americano Morris K. Jessup coinvolto, fra l’altro, nelle spinose indagini sull’Esperimento Filadelfia; ma, senza arrivare a tanto, sarebbe sufficiente ricordare le disposizioni ufficiali contenute nel famigerato JANAP 146 che, negli Stati Uniti e a partire dal 1953, giungevano a prevedere fino a 10 anni di carcere e 10.000 dollari di multa per chiunque, militare o civile che fosse, avesse rivelato senza autorizzazione informazioni relative ad avvistamenti UFO; c’è, infine, il tetro capitolo dei misteriosi Silencers o Men In Black (MIBs) che lo stesso Franco Ossola, nel suo ottimo Dizionario Enciclopedico di Ufologia (1981, SIAD Edizioni, Milano), non esita a giudicare presumibilmente reali.

[2] Ronald Reagan, 40° Presidente USA, 1987, Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Palazzo di Vetro, New York; analoghe dichiarazioni furono rese a Ginevra, dicembre 1985, in occasione del vertice col Presidente sovietico Mikhail Gorbaciov.

[3] Riferimenti: il caso delle dichiarazioni degli agenti Falcon e Condor.

[4] Belgio, 1990.

[5] Si veda il materiale Santilli-Barnett (autopsie) e Bongiovanni-Dean (presunto scafo dell’UFO precipitato a Roswell nel 1947, che apparirebbe su un vagone ferroviario dislocato in un hangar della Base Aerea di Wright-Patterson, Dayton, Ohio, USA).

[6] Si veda il filmato, di fonte NASA, in possesso di Richard Hoagland, fondatore di “The Enterprise Mission”, mostrato a San Marino lo scorso maggio, in occasione del IV Simposio Internazionale sugli Oggetti Volanti Non Identificati e Fenomeni Connessi.

[7] Tale sarebbe l’impressione riportata da diversi rapiti.

[8] Ovviamente, il riferimento è il caso Roswell.

[9] A tale data risalirebbe un’esperienza riportata due giorni dopo in una lettera che il dott. Gerald Light di Los Angeles, testimone oculare dell’incontro stesso, avrebbe scritto al dott. Meade Layne di San Diego, ex-direttore della Borderline Sciences Research Associates; si tratta di un documento controverso, di cui esisterebbero addirittura più versioni e sulla cui autenticità, probabilmente, si potrebbe discutere a lungo; in ogni caso, seppure con un cauto beneficio d’inventario, occorre tenerne conto, non escludendo che potrebbe comunque, il condizionale è d’obbligo, contenere un fondo di verità non trascurabile. Il testo, che qui riporto, fa riferimento ad un presunto sbarco di UFO a Muroc, un lago salato situato presso la Base Aerea Edward, in California.
«Sono appena tornato da Muroc. Il rapporto è vero… distruttivamente vero! Ho fatto il viaggio in compagnia di Franklin Allen, della catena di giornali Hearst, di Edwin Nourse della Brookings Institution e del Vescovo MacIntyre di Los Angeles. Quando ci fu concesso di entrare nella zona riservata provai con fantastico realismo la distinta sensazione che il mondo fosse giunto alla sua fine. Non ho mai visto tanti esseri umani in stato di collasso e confusione mentre si rendevano conto che il loro mondo era veramente finito con un tale senso di inequivocabilità da sfidare ogni descrizione. La realtà di forme aeree “di un altro piano” è ormai e per sempre eliminata dai reami delle ipotesi e fa piuttosto dolorosamente parte della realtà di ogni responsabile gruppo scientifico e politico. Durante la mia visita di due giorni, ho visto due ben distinti tipi di apparecchi che venivano studiati e manovrati da ufficiali della nostra aviazione… con l’assistenza e il permesso degli Eterei! Non ho parole per esprimere le mie reazioni. Alla fine è proprio successo. E ora fa parte della Storia. Il Presidente Eisenhower, come forse già saprai, recentemente fu invitato una notte a Muroc durante la sua visita a Palm Springs. È mia convinzione che egli ignorerà il terribile conflitto tra le varie “Autorità”, egli si rivolgerà direttamente al Popolo per mezzo della radio e della televisione… Da quel che ho potuto capire è stata preparata una dichiarazione ufficiale al Paese da trasmettere verso la metà di maggio. Lascerò ai tuoi eccellenti poteri deduttivi il compito di costruire l’esatta immagine del pandemonio mentale ed emotivo che dilania la coscienza di centinaia delle nostre “Autorità” scientifiche e di tutti i santoni delle varie specializzazioni del sapere che costituiscono la nostra fisica attuale. Non sono riuscito a soffocare la pietà mentre osservavo lo smarrimento… patetico di cervelli piuttosto brillanti che cercavano agganci dei fatti con i loro concetti fondamentali. Non dimenticherò mai quelle quarantotto ore a Muroc!»
Come sappiamo, la dichiarazione ufficiale cui fa riferimento la lettera in questione non fu mai diramata. Evidentemente, Eisenhower dovette fare i conti con altre considerazioni. E comunque non bisogna dimenticare che fu proprio un Comitato di Studio della Brookings Institution a consigliare alla NASA, nel 1960, di porre, fra i suoi scopi istituzionali, la sottrazione al pubblico di eventuali scoperte circa l’esistenza di vita intelligente nel Cosmo, onde evitare la minaccia di effetti rivoluzionari di ordine politico, sociale e culturale.

Fonte: http://fabiosiciliano.wordpress.com

 


 

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