I piccoli pianeti nani sperduti ai margini del Sistema Solare potrebbero ospitare oceani al di sotto della superficie, e quindi vita extraterrestre, grazie all’energia gravitazionale esercitata da altri corpi celesti. E’ lo scenario proposto da un team di ricerca della Nasa nello studio “Relevance of tidal heating on large TNOs”. La ricerca ha analizzato le caratteristiche dei vari oggetti TNO’s (Trans Neptunian Objects), ovvero tutti i vari corpi celesti orbitanti oltre Nettuno, rilevando la possibilità della presenza di acqua allo stato liquido, nonostante le temperature glaciali della superficie ghiacciata. Attraverso le analisi della luce riflessa da un campione di oggetti, gli esperti hanno trovato tracce di ghiaccio di acqua cristallina ed idrato di ammonio, due sostanze che per caratteristiche chimico – fisiche non possono svilupparsi alle bassissime temperature della superficie. Si tratta di elementi che potrebbero nascere, dunque, in profondità, grazie alla presenza di acqua fluida proiettata sulla crosta dal criovulcanismo. La composizione di materiali radioattivi all’interno di molti TNO rappresenta un ulteriore indizio della presenza di acqua sotterranea. Si tratta di sostanze oggetto di decadimento e pertanto producono calore in grado di sciogliere il ghiaccio. Il processo potrebbe avere, però, un limite temporale ben definito. Il decadimento all’interno dei pianeti nani di tutti gli elementi radioattivi in altri più stabili provocherà, infatti, la completa glaciazione dell’oceano. Lo studio americano rappresenta un passo importante per la ricerca di vita extraterrestre nel Sistema Solare aumentando gli ”indiziati”.
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