Uno dei laghi salati ed acidi nella regione di Dallol, Etiopia.
A volte si dice che la vita si è adattata dappertutto sulla Terra, anche negli ambienti più difficili. Tuttavia ci sono dei limiti a cui anche le forme di vita terrestri più resistenti ed “estremofile” conosciute non possono attecchire o prosperare come spiega un nuovo studio apparso su Nature Ecology & Evolution. Secondo i ricercatori i laghi caldi e salati della Rift Valley africana e i terreni freddi asciutti della Shackleton Glacier Valley dell’Antartide sono due esempi in cui la vita non può esistere e in cui le condizioni, come hanno scoperto gli stessi ricercatori dietro questo studio, sono troppo ostili per chiunque, anche per i più resistenti microrganismi. Nei laghi caldi e salati della regione di Dallol, nella Rift Valley etiopica, per esempio, l’acqua è così acida, a causa dei gas vulcanici che arrivano dal basso, e la temperatura è così alta che, come spiega ricercatori, che nessun microrganismo può sopravvivere. I ricercatori hanno utilizzato varie tecniche, tra cui la selezione cellulare, la microscopia e la genomica, per cercare con gradi di precisione pressoché assoluta eventuali segni di vita nelle acque che hanno analizzato. In alcuni laghi e pozze isolate della Rift Valley etiopica, dove le concentrazioni di sale superano 50% e l’acidità è elevatissima, i ricercatori non hanno rilevato segni di vita. Hanno solo rilevato delle sfere di minerali che potrebbero essere interpretate come “microfossili” anche se gli stessi ricercatori escludono che siano state create da qualche forma di vita. I livelli troppo alti di magnesio, infatti, un elemento che caratterizza l’elevata salinità collegata all’elevata acidità, sono troppo alti e provocano la distruzione delle membrane cellulari di qualsiasi essere vivente, come spiega Purificación López-García, biologa dell’Università di Parigi-Sud e una delle autrici dello studio. Condizioni tanto estreme da non poter supportare alcuna forma di vita sono state trovate da altri ricercatori anche nella Shackleton Glacier Valley, in Antartide. Qui il suolo ha subito l’azione, per centinaia di migliaia di anni, dei venti freddi e asciutti. In alcuni dei terreni più vecchi situati più ad alta quota i ricercatori non hanno trovato alcun segno di vita. Secondo Nicholas Dragone, ricercatore dell’Università del Colorado a Boulder che ha prelevato i campioni e li ha analizzati, questi terreni sono del tutto inospitali perché privi di qualsiasi traccia di acqua liquida.
Fonte e link: https://notiziescientifiche.it