Una ricerca condotta dall'ESA sulla Stazione Spaziale Internazionale ha dimostrato che alcune forme di vita sopravvivono nel vuoto siderale.
“Stiamo esplorando i limiti della vita”. E' con questo laconico messaggio che René Demets, biologo dell'ESA (European Space Agency), ha commentato i risultati ottenuti dal suo team di ricerca in merito ad un incredibile esperimento, i cui dettagli sono stati appena pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Astrobiology. Nel 2008 l'ESA inviò a bordo della Stazione Spaziale Internazionale alcuni contenitori speciali dove erano alloggiate diverse forme di vita, principalmente batteri, semi, alghe e licheni: lo scopo? Valutarne la resistenza sia all'esposizione diretta di raggi solari UV - senza la schermatura della nostra atmosfera – sia alle incredibili escursioni termiche cui si è sottoposti all'esterno della Stazione Spaziale (da -12° centigradi a +40° per centinaia volte ad ogni orbita attorno alla Terra). Dopo un anno di trattamento, fatto anche di “passeggiate” all'esterno in compagnia degli astronauti, i contenitori furono riportati sulla Terra e solo oggi sono stati resi noti i dettagli. Con immenso stupore i ricercatori hanno riscontrato grandissima resistenza nei licheni, i quali, una volta riportati sul nostro pianeta, sono tornati a crescere rigogliosi ed a svilupparsi come se nulla fosse accaduto: “questi organismi – ha sottolineato Demets - nello spazio sono entrati in una sorta di quiescenza in attesa di tornare alle normali funzioni biologiche”. Al di là delle questioni etiche che abbracciano siffatti esperimenti, si rimane stupiti innanzi alla forza dirompente che può avere la vita. I ricercatori credono che la sopravvivenza di questi organismi nello spazio aperto potrebbe suggellare la teoria della panspermia, secondo la quale i “semi della vita” sarebbero sparsi in tutto l'Universo. I licheni, in pratica, sarebbero in grado di colonizzare asteroidi e nuovi pianeti spostandosi nello spazio, ciò indica che la vita potrebbe nascondersi ovunque nell'immenso vuoto siderale.
Fonte: http://www.net1news.org