Siamo in grado di rendere operativo, entro due anni, l’SR-72. Con un annuncio “inaspettato”, Lockheed Martin ha comunicato al mondo di aver maturato la tecnologia per realizzare la prima piattaforma ipersonica operativa del pianeta. Durante l’annuale relazione, il gigante della difesa si è detto pronto per la tecnologia che conferisce ad un sistema una velocità superiore a Mach 5.
Che le specifiche delle piattaforme di sesta generazione riguardassero espressamente la velocità ipersonica, era noto da tempo. “La nostra configurazione aerodinamica è stabile in tutti i profili di volo: subsonico, transonico, supersonico ed ipersonico”. Leggendo tra le righe, Lockheed ha ammesso di aver quindi ultimato lo sviluppo di una tecnologia, ancora sperimentale nel resto del mondo. Nello specifico, un profilo superiore a Mach 6 prevede l’implementazione di nuovi sistemi di protezione termica così come il disegno aerodinamico. Quest’ultimo, considerando l’assenza delle superfici mobili, è stato ottimizzato per ottenere la stabilità a diversi regimi di velocità.
Fino ad oggi, almeno nei processi di sviluppo noti, la piattaforma ipersonica veniva sganciata ad alta quota da una piattaforma di supporto. Ciò perché un velivolo ipersonico non potrebbe sfruttare le piste convenzionali per il decollo e l’atterraggio. L’SR-72, invece, avrebbe superato queste limitazioni.
La Skunk Works, divisione per i progetti speciali della Lockheed, avrebbe consegnato un progetto finale in grado di raggiungere la Corea del Nord in 90 minuti, sorvolare l’intera penisola in due, effettuare rilevazioni ad altissima risoluzione e comportarsi come un velivolo standard, senza la necessità di un velivolo di lancio o di richiamo.
“Il concetto di motore a ciclo combinato, aggira le limitazioni tradizionali di reattori, statoreattori e scramjet, che possono operare soltanto a diversi regimi di velocità. Il nuovo sistema propulsivo mira a risolvere questo problema utilizzando un motore a turbina per la bassa-velocità ed uno scramjet a velocità elevate”.
Il dimostratore della Lockheed costerà meno di un miliardo di dollari ed avrà le dimensioni di un F-22 Raptor. Lockheed, in realtà, ha confermato che i prototipi degli SR-72 volano da tempo grazie a programmi classificati. Si, stiamo parlando proprio del Programma Aurora.
Sappiamo che tra gli anni ’80 e ’90, la Skunk Works ottenne fondi per alcuni Black Projects che diedero vita all’F-117 (foto a dx) come, in precedenza, anche al velivolo spia U-2. La “black aircraft production” della Lockheed, ottenne finanziamenti per svariati miliardi di dollari, erano 5 negli anni ’90, per la “produzione di un sistema coperto da segreto militare” mai reso noto. Non è mai stato identificato, ma negli anni abbiamo visto numerosi “ufo” nel cielo.
Così come abbiamo sempre ribadito, il divario tra la tecnologia sperimentale segreta e quella nota è di circa 25/30 anni. Nel 98% dei casi, quello che si vede nel cielo risponde alla fisica terrestre. Nel restante 2%, potremmo anche dare ragione all’equazione di Drake. Considerando una serie di fattori e l’annuncio della Lockheed per il primo volo operativo dell’SR-72 fissato al 2018, appare plausibile ipotizzare che si tratti proprio dell’Aurora.
Il principale vantaggio dell’SR-72 è la “ricognizione persistente”. Invisibile ai radar (a gran parte di essi), potrebbe volare in profondità nello spazio aereo nemico ed aggirerebbe il problema dei satelliti, confinati dalle loro orbite. Se armati, gli SR-72 potrebbero colpire qualsiasi bersaglio del pianeta in 90 minuti. Ci si chiede, però, il costo reale di una flotta operativa considerando le alternative esistenti. La prima e, probabilmente, la più realistica, sarebbe quello di armare i sottomarini con missili ipersonici.
di Franco Iacch - 29/03/16
Fonte: http://www.difesaonline.it