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Con l’adozione di un gran numero di notevoli caccia Sukhoj Su-30MKI, l’Indian Air Force(IAF) non solo ha fatto un balzo tecnologico dalla flotta di MiG-21, ma la sua dottrina di combattimento è cambiata, concentrandosi sulle missioni strategiche e a lunga portata. L’aggressività è un requisito fondamentale nel combattimento aereo, e l’IAF è stata tradizionalmente una forza orientata all’attacco. Ad esempio, il 3 dicembre 1971 in risposta alle incursioni della Pakistan Air Force (PAF) su 11 basi aeree indiane, l’IAF rispose subito colpendo quella notte stessa, espandendo gli attacchi aerei in una ritorsione massiccia la mattina successiva. Nelle guerre precedenti, non importava se gli avversari avessero aerei e radar migliori, i piloti dell’IAF li compensarono con i loro addestramento ed ingegno superiori. I piloti dell’IAF interiorizzarono ciò che Sergej Dolgushin, asso dell’aviazione sovietica con 24 vittorie della seconda guerra mondiale, disse essere un prerequisito per il pilota da caccia di successo: “l’amore per la caccia, un grande desiderio di essere il cane di punta”.


Lungo raggio e due fronti.
Fu con il MiG-29 Fulcrum che l’IAF per la prima volta acquisì un aereo superiore a quelli della PAF. Tuttavia, il vantaggio qualitativo era marginale. D’altro canto, il Sukhoj Su-30MKI è un “caccia per il dominio aereo” che permette all’IAF di eseguire una molteplicità di missioni necessarie per seguire la statura mondiale dell’India. La versatilità del Sukhoj, grazie alle sua estesa autonomia, velocità, potenza di fuoco e super-manovrabilità ha dato all’IAF un considerevole margine di manovra nello schieramento del velivolo in missioni offensive. Nell’aprile 2013, la IAF effettuò la più grande esercitazione coinvolgendo ben 400 aerei da combattimento e più di 200 aerei ed elicotteri da trasporto. L’esercitazione aveva lo scopo di testare la capacità dell’IAF in una guerra su due fronti contro Cina e Pakistan, distribuendo “stormi” dal teatro occidentale a quello orientale. Nelle esercitazioni i Sukhoj Su-30MKI compirono missioni di bombardamento a 1800 km da Chabua, in Assam, al fronte occidentale, con un rifornimento in volo. Questo fu possibile perché il Sukhoj ha un’autonomia di 4,5 ore con il carburante interno e i piloti dell’IAF possono condurre missioni di oltre 10 ore.


BrahMos e mini-aviazione.
Il Su-30MKI ha 12 piloni per missili e bombe. L’IAF effettua modifiche strutturali sui Sukhoj per consentirgli di trasportare la variante aerolanciata del missile da crociera BrahMos. Se le imprese contraenti potranno ridurre massa e peso del missile, il velivolo potrà trasportarne tre. Nelle guerre precedenti, l’IAF evitò attacchi alle infrastrutture non militari, preferendo colpire fabbriche di carri armati e basi militari. La decisione di dotare i Sukhoj dei BrahMos crea nuove sinergie e segnala un nuovo intento. Il Radar del Sukhoj può rilevare edifici alti a una distanza di 400 km e un piccolo edificio a 120 km. Il BrahMos è un missile altamente distruttivo e appartiene alla classe di missili russi progettati per tagliare a metà piccole navi da guerra. Così, nella prossima guerra, ci si aspetteranno parecchi danni alle infrastrutture nemiche: dighe, centrali elettriche e distretti industriali sono tutti possibili bersagli. C’è un altro aspetto sinistro. Il Comando delle Forze Strategiche dell’India (SFC) ha chiesto 40 aerei d’attacco nucleari da utilizzare congiuntamente con i missili balistici terrestri e sottomarini. Anche se non è chiaro se l’IAF o la SFC gestiranno questa mini-aviazione, è chiaro che proprio 40 Su-30MKI sono stati convertiti per trasportare i BrahMos. E’ una coincidenza. Il BrahMos aerolanciato con testata nucleare sparata da un super-maneggevole Su-30MKI non solo rafforzerà ulteriormente la capacità di attacco e la sopravvivenza dell’IAF, ma complicherà la pianificazione della difesa nemica.


Missioni.
Tali missioni complesse richiedono sistemi di navigazione potenti. L’India ha scelto di acquistare la cellula dei Sukhoj dalla Russia e d’installarvi equipaggiamenti israeliani e francesi. Inoltre, il radar già eccellente, permettendo di rilevare un aereo a 125 km e un carro armato a 40 km di distanza, è stato sostituito con il Radar attivo a scansione elettronica (AESA) russo Zhuk. Un altro salto quantico dell’IAF sono i missili oltre il raggio visivo (BVR) per i Su-30MKI. A complemento del radar Zhuk vi sarà il missile aria-aria Novator KS-172, con una gittata di 300-400 km e una velocità di Mach 4. Se Russia e India metteranno questo missile in produzione, l’IAF sarà finalmente in grado di compiere missioni anti-AWACS e anti-satelliti. Il Su-30MKI ha dato impulso alla DRDO, che progetta e sviluppa le contromisure elettroniche del velivolo, compreso il radar warning receiver, radio multifrequenze e sistema d’identificazione amico o nemico. Il presidente dell’Irkut, Aleksej Fjodorov, dice che i Su-30MKI sono in corso di aggiornamento nel ‘Super Sukhoj’ dalle caratteristiche simili ai velivoli di quinta generazione.


Numeri in gioco.
E’ un fatto che la quantità è una qualità. Compresi gli aeromobili ordinati, la flotta di Sukhoj Su-30MKI dell’India è attualmente di 272. Un numero impressionante di piattaforme per armi potenti e costose. Ciò dimostra un acuto senso di giudizio dell’IAF, che si rende conto che l’utilizzo della flotta al 100 per cento è impossibile e avere un gran numero di aerei da superiorità aerea è la chiave per operare bene. Con tali numeri a disposizione, la IAF può costruire una rete di basi in tutto il Paese. In precedenza, a causa della scarsa autonomia dei suoi aerei da combattimento, assieme al fatto che l’IAF doveva schierarli rapidamente in caso di guerra, la maggior parte delle basi aeree indiane, come Adampur, Jammu, Amritsar e Jodhpur, erano vicine al confine con il Pakistan. Ma ora i Sukhoj sono di stanza in luoghi come Thanjavur, nel profondo sud, Chabua nel nord-est e Pune nell’India occidentale. A causa dell’autonomia e della velocità, i Sukhoj possono entrare in azione con poche ore di preavviso. Un fattore preoccupante, tuttavia, è che la forza prevista di 272 Sukhoj è ben al di sotto dei 400 Sukhoj Su-30 ed equivalenti dell’aviazione cinese. Se i 126 caccia francesi Rafale saranno introdotti nei prossimi anni, l’India dovrebbe raggiungere almeno la parità quantitativa con la Cina. Cioè, fino a quando non arriveranno i caccia stealth cinesi.

Fonte: http://aurorasito.wordpress.com

 


 

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