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Nella nuova National Defense Strategy di Washington, presentata lo scorso gennaio, sono stati individuati i punti fondamentali delle criticità internazionali a cui dovranno far fronte gli Stati Uniti, dettati dai cambiamenti geopolitici in atto ad opera del nuovo protagonismo di potenze globali come la Cina e la Russia.

Ruolo fondamentale avrà, oltre alle forze nucleari tattiche e strategiche revisionate nella nuova Nuclear Posture, l’aeronautica militare e pertanto l’Usaf ha presentato una richiesta di fondi per l’anno fiscale 2019 pari a circa 156,3 miliardi di dollari, con un aumento del 6,6% rispetto all’anno precedente. Quella che è la più grande e potente aviazione del mondo vedrà aumentare i propri stormi da 55 a 58, e in particolare saranno acquistati 48 F-35A oltre quelli previsti, 15 nuove aerocisterne KC-46A ed un MC-130J. Parte di questi fondi per un ammontare di 2 miliardi di dollari andranno nel programma di ricerca e sviluppo del nuovo bombardiere strategico stealth B-21 “Raider” che dovrà finalmente sostituire i vecchi B-52 e B-1B, di cui l’Usaf ha dato l’annuncio ufficiale del loro imminente ritiro dal servizio attivo che comunque non comincerà prima del 2020 e che, data la richiesta di finanziamenti per una nuova motorizzazione per il B-52, si prevede terminerà entro il 2050, facendo così del vecchio bombardiere strategico il più longevo in assoluto della storia.

Un’altra fetta, pari a circa 1,9 miliardi di dollari, è invece destinata a programmi segreti che vengono distinti in 4 aree maggiori: sistemi classificati, sistemi spaziali, sistemi Nc3 (Nuclear command control and communications) e costruzioni militari.
Per quanto riguarda le necessità nucleari si parla di 289 milioni di dollari in totale, parte dei quali andranno per lo sviluppo del Ground Based Strategic Deterrent con il nuovo missile balistico intercontinentale e per il Long Range Stand-off Weapon, ovvero per il nuovo missile da crociera aviolanciabile che avrà capacità nucleare e convenzionale.

Altri 351 milioni di dollari saranno destinati per la tecnologia miliare spaziale e anche qui un pesante velo di segretezza è stato imposto dall’Usaf: quello che si sa sin’ora è solo che i fondi andranno per implementare la capacità di resilienza dei sistemi spaziali e per lo sviluppo di nuovi sistemi di lancio.

Quale potrebbe essere la destinazione dei restanti fondi?

Proviamo a fare qualche ipotesi. Oltre allo sviluppo del già sopracitato B-21 e dei suoi sistemi, una parte consistente potrebbe andare verso i programmi per un caccia di sesta generazione. L’Usaf ha già stabilito nel 2017 i requisiti preliminari per il nuovo caccia e ha già iniziato a vagliare le prime proposte che andranno a confluire nel programma Ngad (Next Generation Air Dominance) detto anche Pca (Penetrating Counter Air).
Il nuovo caccia dovrà essere disponibile – almeno nei suoi esemplari di preserie – già a partire dalla fine del prossimo decennio. Secondo il Gen. Grynkewich già a partire dal 2028 e dovrà essere una macchina multiruolo con una serie di sistemi integrati che gli permetteranno di avere capacità di penetrazione nello spazio aereo nemico, di lanciare tutta la suite di armi stand-off di nuova generazione e soprattutto essere dotato di nuovi assetti cibernetici ed elettronici di ultima generazione per farne una macchina atta al cyber warfare. Una macchina poliedrica quindi, nonostante la Defense Science Board abbia fortemente sconsigliato il Pentagono di optare per una macchina “joint” come l’F-35.
Si parla anche di avere a bordo armi ad energia diretta (laser) ma al momento la tecnologia di raffreddamento per le alte potenze erogate ne fanno ancora una opzione valida solo per la Marina e l’Esercito, ma chissà cosa ci riserverà il futuro.
Novità ci saranno anche nell’ambito della propulsione: oltre alla capacità “supercruise” – ovvero la capacità di mantenere velocità di crociera supersoniche – si vedranno motori con propulsione a ciclo variabile che permetterà ai nuovi aviogetti di essere più performanti a ogni regime di funzionamento e soprattutto di razionalizzare i consumi in funzione della spinta erogata variando il rapporto di diluizione in volo: verso l’alto per una maggiore efficienza durante il volo di crociera e verso il basso per garantirla durante le fasi di accelerazione e spinta alle velocità di attacco e disimpegno.
Già qualche disegno preliminare è sul tavolo dell’Usaf da parte dei maggiori progettisti: Northrop- Grumman e Boeing hanno optato per una soluzione “senza coda” tipo ala volante mentre Lockheed- Martin ha tenuto una configurazione più classica a due impennaggi con una sezione anteriore che ricorda molto quelle dell’F-22 “Raptor”.

Altri fondi potrebbero essere destinati alla nascita di missili da crociera ipersonici. Dopo l’annuncio di Putin in merito al successo del test di un nuovo missile di questo tipo, il Pentagono ha fatto sapere che gli Stati Uniti hanno in programma una serie di valutazioni nei prossimi anni di vari prototipi di missili ipersonici, proprio grazie ai fondi messi a bilancio per l’anno fiscale 2019. Un missile ipersonico – ovvero capace di velocità superiori a Mach 5, cinque volte la velocità del suono – sarebbe l’arma ideale per penetrare le difese aeree avversarie riuscendo, grazie alla sua velocità e mobilità, a eludere i sistemi missilistici di difesa. Le dichiarazioni di Putin in merito al nuovo missile russo, che sarebbe capace di raggiungere la vertiginosa velocità di Mach 10 e di trasportare una testata convenzionale e nucleare su una distanza di 2 mila km, hanno preoccupato non poco Washington anche al netto della palese propaganda del Cremlino: Steven Warner, direttore del Darpa presso il Pentagono, ha avvisato che è giunto il momento per gli Usa di spingere la ricerca in questo campo se, come detto anche dal Gen. Paul Selva, non si vuole perdere la battaglia per il raggiungimento della superiorità nel volo ipersonico.

E’ ragionevole pensare che i maggiori fondi richiesti saranno assegnati e che quindi presto vedremo fugare ogni dubbio su quali siano i programmi segreti dell’Usaf, intanto però sembra altrettanto plausibile che caccia di sesta generazione e missili ipersonici facciano parte di tali programmi.

 

Fonte: http://www.occhidellaguerra.it

 

 

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