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Il Pentagono è pronto a schierare droni di nuova generazione capaci di affrontare jet pilotati da umani. Si chiameranno Valkyrie e saranno una fedele “spalla” per i caccia multiruolo di 5ª generazione come l’F-35.

Nei prossimi due anni U.S. Air Force potrebbe confermare la completa operatività della piattaforma Xq-58 “Valkyrie”, un UAV – unmanned aerial vehicle – di ultima generazione che fungerà da “fedele gregario” di piattaforme da combattimento con equipaggio umano.

Il nuovo drone sarà in grado di ingaggiare e abbattere jet nemici, compiere manovre evasive e di supporto in un combattimento aereo, di interferenza mentre l’unità principale porta l’attacco, o azioni di soppressione della rete di difesa antiaerea prima che l’unità “leader” sopraggiunga nello spazio aereo nemico.  

Il nuovo drone sviluppato da Kratos nel più ampio programma “Low Cost di Attrable Strike Demonstrator” sarà un modo economico per aumentare l’attuale flotta aerea dell’Usaf, basandosi sulla concezione che non tutte le missioni necessitano l’impiego di un velivolo con equipaggio a bordo, e sulla minimizzazione del rischio per un pilota da combattimento impegnato in un’incursione.

In passato la rivista Popular Mechanics riportò alcune specifiche dichiarate dall’Us Air Force secondo cui l’Xq-58 sarà: “Un drone sarà capace di raggiungere velocità di Mach 0.9 per brevi periodi di tempo, con un’autonomia di 1.500 miglia nautiche, capace di trasportare almeno due bombe di piccolo diametro GBU-39. La sua caratteristica principale consisterà in un’estrema agilità per eludere i missili nemici”.

I Valkyrie dovrebbero misurare approssimativamente 9,1 metri con una apertura alare di 8,2 metri. Può trasportare due bombe guidate Gbu-39 in due vani alari che permetteranno di minimizzare al massimo la loro firma radar, già garantita dal suo design estremamente angolato nella sezione interiore, con un impennaggio a V e un motore a turbogetto – invece che le eliche che ci siamo abituati a vedere sui droni Reaper Mq-9.

Alla base di questo velivolo di nuova concezione che ha iniziato il suo percorso di sviluppo nel 2016, sono il concetto di “sciame di droni” e quella della “sacrificabilità” di unità a pilotaggio remoto che limitino la minaccia per l’unità “leader” condotta da un pilota umano. Le incursioni nello spazio aereo nemico del futuro consisteranno dunque in una combinazione di caccia multiruolo provvisti di tecnologia stealth, accompagnatati da questi fedeli gregari autonomi che saranno capaci di aprirgli la strada e di coprirgli le le spalle.

 

Fonte: http://www.occhidellaguerra.it

 

 

 

 

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