La notizia sta rimbalzando in questi giorni su siti specializzati e di appassionati di aeronautica: la Russia avrebbe “accidentalmente” svelato le linee del suo nuovo caccia di sesta generazione durante un video della televisione di stato Zvedza. Nel video si possono vedere, per brevi istanti, dei modelli di cacciabombardieri attualmente in forza alla VVS, l’Aeronautica Russa, e tra di essi, proprio accanto a quello di un Sukhoi Su-34 “Fullback” sembra comparire un modello di velivolo sconosciuto che, secondo alcuni, sarebbe il nuovo concept del cacciabombardiere di sesta generazione made in Russia. La qualità delle immagini è scarsa anche a causa del breve passaggio della videocamera, ma le linee paiono quelle di un aereo senza piani di coda, con ala a freccia ed esteso raccordo Lerx (Leading Edge Root Extension) e doppio impennaggio verticale inclinato verso l’esterno.
Si tratta davvero del caccia russo di sesta generazione?
Molto probabilmente no. Agli osservatori più attenti non sfuggirà che quello ripreso dalle telecamere ricorda moltissimo il modello in scala di una nota ditta italiana di aeromodellismo dell’inesistente Mig 37B “Ferret” e quindi riteniamo che non si tratti del nuovo caccia di sesta generazione russo. Il perché invece sia comparso tra i modelli di caccia realmente esistenti nel documentario di Zvedza Tv resta di non semplice interpretazione. Una motivazione semplice quanto banale potrebbe essere che negli uffici della Uac ci siano appassionati di aeromodellismo; soprattutto d’epoca, in quanto la prima scatola di montaggio del Mig-37B è ormai un po’ datata essendo stata messa sul mercato nel 1988. La seconda motivazione, forse leggermente più complottistica se vogliamo, è che si tratti semplicemente del solito modo russo di fare disinformazione attraverso i media. Maskirovka e Desinformatsiya sono tattiche di propaganda e disinformazione ben rodate in quel di Mosca e proprio il caso del Mig-37B fornisce un esempio lampante di questa tattica. Le prime voci sul velivolo russo “stealth” Mig-37 cominciano a circolare sul finire degli anni ’80 proprio quando negli Stati Uniti il programma ATF che condusse poi all’F-22 procedeva di gran carriera. Come sia effettivamente nato il disegno dell’aereo sovietico è ancora sede di dibattito ma quello che possiamo dire con certezza è che ad un certo punto la notizia, comparsa su riviste specializzate inglesi, è stata a sua volta rilanciata in Russia da fonti ufficiali in modo così plausibile che alimentò per un decennio il mito del nuovo inesistente caccia russo. La confusione creata sempre ad arte sulle denominazioni dei prototipi e nuovi sistemi d’arma russi e il fatto che in quegli anni fossero state rilasciate le prime poco nitide immagini del Sukhoi Su 47 Berkut hanno fatto il resto contribuendo a creare il mito intorno a questo velivolo.
Quello che davvero sappiamo del progetto russo per un caccia di sesta generazione.
Messa da parte la fantasia proviamo a fare il punto di quello che sappiamo del futuro caccia di sesta generazione russo. Innanzitutto le specifiche del nuovo caccia saranno per un velivolo sia pilotato sia unmanned, dovrà inoltre avere velocità ipersonica e sarà equipaggiato con un cannone elettromagnetico e avrà un sistema radar radio fotonico. Nondimeno dovrà essere in grado di fungere da piattaforma di controllo per Uav e Ucav. Ovviamente dovrà avere un certo grado di invisibilità radar e soprattutto avere una estrema maneggevolezza e volare ai limiti dell’atmosfera, anzi, secondo il generale Viktor Bondarev, già comandante delle forze aerospaziali russe, dovrà avere caratteristiche suborbitali. L’estrema velocità – si parla di 11mila chilometri orari – e la supermanovrabilità aprirebbero una notevole problematica in merito alle possibilità di un pilota di sopportare le estreme accelerazioni, pertanto, come detto lo scorso anno sempre dal generale Bondarev alla Tass, il progetto iniziale potrebbe di un velivolo pilotato potrebbe essere solo transitorio avendo come obiettivo finale quello di ottenere un aereo non pilotato. La sesta generazione di velivoli, così come avvenuto per il progetto Pak che ha dato vita per ora solo al Su 57, dovrà comprendere tutto lo spettro aeronautico: dai trasporti alla caccia, dal bombardamento ai velivoli intercettori senza dimenticare anche la componente ad ala rotante. Sembra che i lavori per il nuovo caccia di sesta generazione sia già avviati. Già l’estate scorsa Denis Manturov, allora ministro dell’Industria e del Commercio, aveva infatti detto che “considerata l’esperienza accumulata (con il progetto Pak n.d.a.), i nostri programmatori e sviluppatori di hardware per l’aeronautica stanno già preparando le basi tecniche e scientifiche nel campo dell’equipaggiamento di bordo, delle unità di propulsione, dell’armamento e relativi sistemi di controllo per sviluppare il caccia di prossima generazione”. Secondo le più ottimistiche previsioni dei bureau di progettazione della Uac, il primo esemplare potrebbe già essere ufficialmente svelato nel 2025, ma con ogni probabilità viste le tecnologie ed i cronici e strutturali ritardi delle progettazioni russe nell’ultima decade, non crediamo che sia nulla di più di un semplice mock up. Per un primo prototipo effettivamente volante si dovrà attendere almeno altri 5 anni. Il progetto infatti non è affatto semplice: le specifiche richiedono motori, rivestimenti, e sistemi elettronici (come ad esempio le semplici antenne) in grado di funzionare e sopravvivere a dispetto delle enormi sollecitazioni termiche e meccaniche che si incontrano durante il volo a velocità ipersonica e con elevate accelerazioni date dall’altissima manovrabilità. L’installazione di armi elettromagnetiche, come il cannone che sarebbe in grado di spegnere dispositivi elettronici nemici sino ad una distanza di 10 chilometri come sostengono i russi, richiederebbe una fonte di energia particolarmente potente che difficilmente potrebbe essere di tipo tradizionale a causa dei volumi occupati. E’ ragionevole ipotizzare dunque che la Russia stia pensando di dotare il suo caccia di sesta generazione di un qualche dispositivo nucleare in miniatura per creare quell’impulso Em che metterà fuori uso i sistemi nemici. Secondo alcune fonti il caccia di sesta generazione russo sarà equipaggiato con un sistema elettronico unificato che servirà sia da radar, da contromisure Ecm, da sistema da guerra elettronica propriamente detto, da Iff (Identification Friend or Foe), come sistema di navigazione e da ultimo come sistema di comunicazione e trasmissione dati. Sempre le stesse fonti sostengono che tale tecnologia sia in fase di sperimentazione, se non è stata già testata, sul caccia di quinta generazione Su-57.
Fonte: http://www.occhidellaguerra.it