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19/11/2020

La PLAAF cinese ha dispiegato in un’esercitazione congiunta i suoi aerei J-10C, J-16 e J-20, entrati in servizio rispettivamente nel 2018, 2013 e 2017, per dimostrarne l’elevato grado di complementarietà reciproca. La PLAAF sostiene con molta enfasi la teoria di creare sinergie tra tre diversi tipi di aeroplani, già nel 2018 infatti aveva condotto un’esercitazione simile con altri aerei, con lo scopo di affrontare le sfide della regione.

Il J-20 Mighty Dragon è un caccia pesante da superiorità aerea di 5° generazione con capacità stealth attive. Al Mighty Dragon è affiancato il bimotore pesante di 4°++ generazione J-16, un aereo ottimizzato per l’attacco al suolo, ma con buone capacità di combattimento aereo grazie al radar AESA, alla ridotta tracciabilità radar grazie all’utilizzo di materiali compositi e vernice radar assorbente, buona manovrabilità e possibilità di essere armato con missili aria-aria a lungo raggio PL-15 e PL-21 con il ruolo di AWACS e Tanker killer. Del J-16 al momento è in fase di sviluppo la versione J-16D ottimizzata per la guerra elettronica in risposta allo statunitense EA-18G Growler. Infine, il J-10C Vigorous Dragon è un caccia leggero monoposto, considerato di 4°++ generazione, dotato anche lui di radar AESA, moderni sistemi di guerra elettronica, accorgimenti tecnici per la riduzione della traccia radar ed è dotato di ugello a flusso orientabile accoppiato ad un motore WS-10A, lo stesso montato sul J-16, che gli conferiscono un elevato grado di manovrabilità. Questo aereo multiruolo, rispetto ai precedenti due, ha minor un carico bellico, un radar meno performante ed un’autonomia più contenuta, ma grazie al suo variegato arsenale, alla poca e facile manutenzione che gli garantiscono un elevato tasso di operatività rendono il J-10C un buon aereo da supporto.

Nei pacchetti delle missioni composte di norma da cinque aerei vedeva la presenza di una coppia di J-20, cui era assegnato il compito di rilevare e distruggere eventuali minacce che si fossero avvicinate alla formazione a grande distanza permettendo, così, due J-16 con il compito di attaccare con armi di precisione (LT-2 e LS-6) gli obiettivi designati dal pod YINGS-III, mentre il singolo J-10C operava a sostegno dei J-16 negli attacchi al suolo con la possibilità di disimpegnarsi per supportare nel combattimento aereo i J-20.

Alcuni profili delle missioni compiute dai “Three Sky Musketeers” vedevano un primo scenario aria-aria nel quale i J-16, dotati di maggior visibilità radar, facevano da esca agli aggressori per poi condurli nel tranello dei più furtivi J-20 e J-10C. Un scenario più complesso, volto a simulare una vera e propria guerra nel Pacifico, vedeva i J-20 in modalità cerca e distruggi di difese nemiche di alto valore strategico quali AWACS o tanker, i J-16 operanti in missioni Suppression of Enemy Air Defences sotto la protezione da eventuali attacchi del J-10C che in caso di confronto reale se la vedrebbe con gli F-15C Eagle e F/A 18E Super Hornet.

Oltre agli aerei già citati, prossimamente la PLAAF vedrà l’ingresso in servizio anche del J-11D, al quale sono state trasferite buona parte delle tecnologie già presenti sul J-16, in particolare il radar AESA, lo IRST, accorgimenti stealth. Tali tecnologie sono utilizzate anche sul derivato navale del J-11, lo J-15 Flying Shark che entrerà in servizio presso la PLAN nella versione J-15B a cui farà seguito la versione da guerra elettronica imbarcata J-15D ancora in fase di sviluppo.

Fonte: https://www.difesaonline.it

 

 

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