In merito a un articolo pubblicato tempo fa su un noto sito internet, che si occupa di Scienze nel senso più cattedratico del termine, è quasi d’obbligo tentare di fare un punto della situazione rispetto alle ricerche nel campo dell’Ufologia, al fine di dare un quadro quantomeno scevro da pregiudizi rispetto alle denigrazioni e allo scetticismo, che volutamente continua a montare verso coloro che si occupano di ipotesi extraterrestri e le loro osservazioni.
UFOLOGIA: LA PAROLA ALLA DIFESA
© Roberto La Paglia
Gli articoli apparsi sul sito internet vertono in particolare su due temi fondamentali per la ricerca ufologia: la dimostrazione di molteplici forme di vita aliene al nostro pianeta e l’esistenza di macchine capaci di interagire con noi pur avendo malgrado l’estrema lontananza fisica. In poche parole gli articoli tendono a dimostrare “scientificamente” che gli UFO non esistono e che gli Ufologici rincorrono da sempre fantasie estreme senza alcuna possibilità di portare fatti e prove che ne possano attestare l’autenticità. Queste argomentazioni, sia pure datate e ben conosciute da chiunque si occupi in maniera più o meno professionale di Ufologia, pretendono delle risposte, risposte che si augura divengano pause di riflessione per un confronto più aperto e lontano da virtuosismi scientifici e finalità prettamente economiche o di immagine.
IL PROBLEMA DELL’INFORMAZIONE
Al fine di approntare una “difesa” adeguata è opportuno chiarire uno dei problemi fondamentali che da sempre è stato punto di fraintendimento tra le due parti, dobbiamo ciò aver chiaro ciò che si intende per informazione e in che modo questa viene rilasciata. Il concetto di informazione presuppone, in termini molto semplici, un insieme di organismi che raccolgono fatti e testimonianze e una vasta platea di persone interessate alla tipologia di notizie che viene man mano rilasciata. Tra queste due realtà si frappongono determinati organi che filtrano le informazioni e assumono potere decisionale rispetto alle notizie da divulgare; in poche parole abbiamo coloro che raccolgono informazioni riportandole sulla scorta della loro impostazione sociale, spirituale e culturale, coloro che interagiscono con le informazioni raccolte filtrandole sulla scorta della loro posizione anche in questo caso sociale, spirituale e culturale, oltre che rispetto alla loro prevalenza di potere e infine il “consumatore finale” che non può fare altro se non ricevere informazioni già varie volte distorte alla fonte che deve assimilare anch’esso sulla scorta della sua impostazione. Dilungarci su questo discorso porterebbe a troppe riflessioni che non appartengono all’argomento trattato, in ogni caso è rilevante constatare che la percentuale di notizie e di informazioni alterate è di gran lunga superiore rispetto alla libera divulgazione, di contro essendo la maggior parte dell’informazione fisiologicamente non libera si può concludere che il dibattito è già viziato in partenza e vedremo di seguito quanto questo problema influisca sul confronto tra scienza e ufologia.
LA PAROLA ALLA DIFESA
Per meglio muoverci tra le tante asserzioni fatte dai due articoli in questione scegliamo una formula molto in voga su internet, le faq (frequently asked question) in modo da avere un impatto immediato tra le affermazioni contrarie e le argomentazioni opposte.
Gli UFO non esistono, la Gran Bretagna smonta tutto il palinsesto della moderna Ufologia.
Un titolo del genere è stato diffuso dalla Gran Bretagna in seguito ad una consistente ricerca durata negli anni e resa ultimamente pubblica. Evidentemente ci ritroviamo a leggere uno di quelli che potrebbe benissimo essere definito come “paradosso dell’informazione”, al contempo assistiamo alla realizzazione di quanto prima espresso, ovvero il rilascio di una informazione paradossale nella piena consapevolezza che questa verrà pubblicamente accettata in quanto la sua provenienza viene da tutti, per accettazione, ritenuta valida. Proviamo un attimo ad entrare nel merito di questo comunicato; in poche parole ci viene detto che la Gran Bretagna impiega il proprio tempo, i propri mezzi, le proprie tecnologie, i propri uomini per interessarsi di un problema che sicuramente viene ritenuto valido visto l’enorme sforzo adoperato, successivamente tiene segrete tutte le conclusioni non si sa bene a quale scopo e infine emette un laconico comunicato stampa nel quale asserisce che gli UFO non esistono, ovvero mette la parola fine a fatti, accadimenti e dubbi che almeno per la loro longevità meriterebbero un maggiore rispetto. Se gli UFO “non esistono” perché tenere segrete per così tanto tempo i risultati delle ricerche effettuate? E soprattutto, se gli UFO “non esistono” dove sono le prove di questa non esistenza? E’ quantomeno logico e normale che una dichiarazione del genere debba fornire prove convincenti, visto tra l’altro che tale richiesta è diventata ormai una pretesa verso gli Ufologi da parte della scienza ufficiale.
Gli avvistamenti UFO avvengono durante brevi intervalli notturni, possono esseri fenomeni globulari, non c’è attendibilità da parte degli osservatori e possono essere effetti ingannevoli da parte dei piloti.
Queste alcune delle asserzioni fatte da uno degli articoli “scientifici” presi in esame. Iniziamo subito con il rilevare che in queste affermazioni, a parte di una forte dose di dubbi e probabilità, non c’è molto di scientifico; quando gli Ufologi e i ricercatori seri propongono delle ipotesi sono soliti inserire assieme alle probabilità una spiegazione razionale che tiene conto delle leggi fisiche e delle ultime “conquiste” della scienza. Affermare che gli avvistamenti si svolgano tutti durante brevi intervalli notturni è quantomeno fuorviante oltre che non corrispondente al vero, semmai si potrebbe obiettare che molti avvistamenti potrebbero non essere veri o risultare contraffatti o ancora essere il frutto di “allucinazioni visive” ma questo rientra nella normalità rispetto alle migliaia di segnalazioni registrate; non si può pretendere che tutte siano veritiere così come non si può affermare che tutte siano frutto di un errore visivo umano o meccanico, questo gli Ufologici lo sanno bene e sono i primi ad affermarlo. Per quanto riguarda gli errori commessi dai piloti nel descrivere ciò che stavano osservando è come ammettere che siano tutti affetti da problemi visivi e che non sappiano distinguere un oggetto terrestre e le sue evoluzioni dettate da leggi meccaniche e fisiche, questo equivale a dare una immagine dei piloti civili e militari abbastanza degradante e poco conforme alla loro formazione professionale.
Gli Ufologi sono persone piene di entusiasmo (e di pregiudizi) che credono ciecamente nelle testimonianze oculari di chiunque racconti loro di aver visto cose strane.
Sarebbe forse molto più utile non rispondere ad una tale affermazione; personaggi di spicco nel campo scientifico e aeronautico si sono occupati e si occupano di Ufologia, basti citare il fisico belga Auguste Messeen, molti addirittura hanno pagato con la vita i loro studi, molti altri ancora si pongono controcorrente sfidando le verità canoniche con le armi di una ricerca seria sul campo, coadiuvata da mezzi scientifici. Dipingere queste persone come affette da mania di protagonismo e cariche di pregiudizi significa voler decisamente ignorare i fatti oppure non esserne affatto a conoscenza, ovvero scrivere su situazioni e personaggi dei quali si è completamente all’oscuro.
Se gli UFO fossero veramente quello che immaginano gli Ufologi, cioè astronavi con esseri intelligenti extraterrestri a bordo, si tratterebbe di oggetti che si spostano nel cosmo violando tutte le leggi della fisica a noi note.
Quali sono le leggi della fisica da noi ignorate? Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un paradosso; rilasciare informazioni sulla scorta di ciò che sappiamo o che canonicamente riteniamo di sapere tralasciando ciò che ancora ci è ignoto equivale a scavalcare il problema liquidandolo con un semplice “visto che non si può fare non è possibile”.
In realtà noi siamo in possesso di una infinitesima parte delle informazioni relative all’universo, alle sue leggi e alle leggi della fisica, partire dal presupposto che ciò che è noto rappresenta la fine di ogni futura scoperta significa fermare di colpo il naturale protendere dell’uomo verso nuove mete.
Tutto ciò che queste persone asseriscono non può essere dimostrato, e perciò, da un punto di vista scientifico, i racconti degli ufologi non hanno alcun valore. La qual cosa tuttavia non li turba: per essi il fenomeno è tale da trascendere le nostre capacità intellettive che pertanto lo devono accogliere ammettendo la propria inadeguatezza ed insufficienza. In altre parole, anche quello degli UFO, come di tanti altri, è un problema di fede, una cosa a cui si deve credere e basta.
Anche in questo caso subentra la nota tecnica della distorsione in materia di informazione; basta semplicemente fare una affermazione contraria per dare a quest’ultima un insindacabile giudizio di verità, l’importante è che l’affermazione provenga da una fonte canonicamente ritenuta valida. In realtà l’affermazione sopra riportata non esprime un dato di fatto ma soltanto una opinione che, alla pari di quella espressa dagli Ufologi, non può essere dimostrata ma portata soltanto come termine di paragone. La differenza in questo caso è abbastanza sottile e degna di essere presa in considerazione; mentre gli Ufologi esprimono liberamente un parere supportato da testimonianze e documentazioni che vengono comunque apertamente definite non come prove tangibili ma come basi per suscitare un interesse e sulle quali portare avanti un progetto di seria ricerca, la “controparte” afferma nettamente e sentenzia che nulla può essere dimostrato ma si guarda bene dal dare le prove di questa non dimostrabilità. Se un qualcosa non esiste sarebbe più opportuno e serio dimostrare perché non può esistere!
“…Nel mondo della scienza non esiste un'autorità indiscussa…”. Le verifiche delle teorie scientifiche devono poter essere avvallate da chiunque lo desideri e senza far ricorso a condizioni eccezionali. Per esempio, un fenomeno che si verificasse solo in assenza di altre persone che guardano, oppure facendo ricorso ad abilità che solo pochissimi possiedono, non può essere preso in considerazione dalla scienza. Questo è il motivo per il quale le verità scientifiche sono "migliori", ovvero più affidabili, delle altre: esse sono patrimonio di tutti e tutti le possono verificare.
Assolutamente in accordo con il primo punto della questione ma con qualcosa da aggiungere rispetto a tutto il resto. La casistica UFO non è fatta da avvenimenti occorsi in condizioni eccezionali, o per lo meno non è tutta attribuibile ad un tale requisito; gli avvistamenti da terra non sono avvenuti in condizioni eccezionali ma nella normale quotidianità, i crash non sono condizioni eccezionali ma dati di fatto ai quali nessuna scienza ha dato ancora una risposta convincente, le rivelazioni fatte sulle vittime dei rapimenti e le connessioni fisiche relative a questi avvenimenti sono fatti documentati. In realtà le “verità scientifiche” sono soltanto un aspetto del problema, sono affermazioni che tendono più a tranquillizzare che non a chiedere e cercare ulteriori approfondimenti. La scienza in effetti dovrebbe prendere in considerazione tutte le possibilità, affermare che un fenomeno che si verifica in assenza di altre persone che guardano non corrisponde al vero significa svilire tutte le leggi della stessa natura e della fisica le quali notoriamente producono fenomeni quotidiani e ciclici sotto gli occhi distratti di tutti. La scienza dovrebbe anche essere umile e, soprattutto, “curiosa”, non si può affermare a priori che un fenomeno prodotto dall’abilità di pochi non è da prendersi in considerazione, sarebbe come dire che i fenomeni prodotti in odore di santità (per chi è credente) sono in realtà delle bufale visto che soltanto pochissime persone erano in grado di produrli e non si tratta di un fenomeno di massa.
La cosa che colpisce, quando si cerca di elencare le caratteristiche che dovrebbe possedere un pianeta per candidarsi ad ospitare forme viventi, è che si finisce per descrivere un corpo celeste non molto dissimile dalla nostra Terra! Questo succede perché, come abbiamo detto più volte, noi sappiamo abbastanza bene come funziona la vita sul nostro pianeta, e riteniamo (forse in modo colpevolmente antropocentrico?) che le forme viventi eventualmente presenti da altre parti debbano avere più o meno le caratteristiche che osserviamo qui da noi.
La forma più preoccupante di informazione è quella che unisce l’ignoranza dei fatti alla presunzione di verità; nessun Ufologo serio ha mai affermato che le varie forme di vita aliene siano una esatta replica dell’essere umano, questo concetto in realtà fa parte dell’immagine conservata nell’inconscio collettivo di ognuno di noi, una immagine che viene fuori da un istinto di conservazione atavico il quale ci porta ad immaginare cose, forme e persone nel modo meno aggressivo possibile, ovvero visivamente consoni alla nostra percezione della realtà. I discorsi che sono stati fatti da sempre riguardano forme di vita aliene dalle diverse strutture, siano esse fisiche o cellulari, nessuno ha mai detto che gli alieni sono alti, biondi e con gli occhi azzurri!
Tutti gli Ufologi che da molti anni si stanno occupando con competenza e rigore del fenomeno UFO non hanno trovato finora nulla di concreto su cui impostare un discorso serio, nemmeno facendo leva su principi scientifici oggi sconosciuti. Questa ultima affermazione ci da l’occasione di concludere questa breve dissertazione in difesa della ricerca e dell’impegno della moderna Ufologia; è quindi utile ribadire ancora una volta che sulla scorta di basi non suffragate da alcuna prova non è possibile affermare l’esatto contrario.
In poche parole se vengono posti su un tavolo enormi quantità di studi e ricerche in merito a segnalazioni, avvistamenti ed esperienze dirette con realtà aliene al pianeta terra, ci si aspetta che dall’altra parte non si risponda con una scrollata di spalle che sottintende “scientificamente non esiste nulla di concreto” ma si pretende che almeno si producano altrettante prove, fatti e dubbi che smentiscano la questione. Fino a quando di risponderà ad una ipotesi con un’altra ipotesi potremo soltanto continuare a tentare di scalare una muraglia liscia e senza appigli ma rimarrà viva la convinzione che la ricerca della verità rende sempre e comunque tutti liberi, e fino a quando dietro la saccenza di determinate affermazioni sarà possibile intravedere la paura di nuove scoperte potremo stare certi di non aver sprecato invano le nostre risorse.
© Roberto La Paglia