Il marzo 2015 porta con se' la notizia dell'accusa ad Antonino Pezzino e a suo figlio Giuseppe Pezzino per aver appiccato forse dei fuochi intenzionalmente, sperando forse di avere dei rimborsi. Giornali e telegiornali stanno presentando a milioni di italiani un'idea di "risolto il mistero" dei fenomeni di Canneto Di Caronia, poiche' si sarebbero forse trovate prove della colpevolezza dei Pezzino nell'appiccare alcuni incendi. Naturalmente non e' cosi', gli incendi sono solo una parte dei misteri avvenuti in zona, che vanno dalle sfere volanti ad enormi impulsi elettromagnetici registrati strumentalmente, dall'uso di apparati militari ed armamenti fino alle apparizioni di umanoidi, da un inquietante incidente avvenuto ad un elicottero della Protezione Civile fino a malattie strane, alla moria di animali ed altro ancora.
Questo articolo non vuole analizzare se davvero i Pezzino hanno prodotto alcuni incendi misteriosi, magari esasperati dal non aver mai ricevuto rimborsi dalle istituzioni. Occorre ricordare a tutti quelli che leggono che in zona Caronia e' successo di tutto, e che gli incendi sono solo una parte del mistero. Difficilmente i Pezzino possono aver prodotto gli impulsi elettromagnetici misurati dalla commissione ministeriale e mostrati in tv, oppure potrebbero aver mai potuto devastare la pale di un elicottero in volo in modo che nessuno e' ancora riuscito a comprendere. Spiegare gli incendi di Caronia non vuol dire spiegare tutto quello che vi e' accaduto...
Tutta questa fretta di urlare di nuovo dai tg agli italiani che ormai e' tutto spiegato sui "misteri di Caronia" potrebbe essere equivocato come il desiderio di mettere tutto a tacere, trovando due capri espiatori accusando due innocenti, oppure due "utili idioti" colti in flagrante? Chi si e' occupato di tutta la questione non puo' accettare tutto questo semplicismo e questo fornire spiegazioni cosi' immediate. Anche i vegetali mutanti, le morie di animali o gli strani effetti sui vegetali sono opera dei Pezzino? Assurdo!
Il Sindaco di Caronia, i ricercatori istituzionali, I pompieri, tutti coloro che ci hanno messo la faccia parlando in difesa delle gente di Caronia, tutti gli abitanti della zona subiscono un danno di immagine e di credibilita' enorme se la gente dalla tv si beve la semplice spiegazione che era tutto solo un giro di incendi dolosi. Lo stereotipo razzista del siciliano che sarebbe solo capace di truffare e vivere di espedienti sembra giocare a favore di chi volesse vedere facili conclusioni di una vicenda che non e' per niente ne' conclusa ne' risolta, al massimo si vedrebbero spiegati alcuni degli incendi. Forse, ma sia chiaro che tutti sono innocenti fino a prova contraria e quando ci sono di mezzo interessi istituzionali, militari e segreti di Stato notoriamente tutto puo' accadere...
E' giusto danneggiare la reputazione di persone che si sono occupate del mistero di Canneto Di Caronia con una spiegazione cosi' semplice, gridata dai media senza contraddittorio? Che effetto fara' sull'economia della zona un articolo come quello che vi riportiamo qui sotto?
Risolto il mistero degli incendi di Canneto di Caronia
Padre e figlio incastrati dalle telecamere nascoste
Fabio Bonasera, 5 Marzo 2015
Cronaca – Nelle immagini registrate di tutti i 40 incendi censiti dai carabinieri, pochi attimi prima del divampare delle fiamme, compare Giuseppe Pezzino, figlio del presidente del comitato che chiedeva aiuti economici. Con l'aiuto del padre avrebbe agito per ottenere risarcimenti dalla Regione. Le indagini non riguardano la prima fase dei roghi tra il 2004 e il 2008.
Giuseppe Pezzino, 26enne di Canneto, frazione di Caronia, ora agli arresti domiciliari, e il padre 55enne, Antonino - titolare di un’agenzia di assicurazioni e presidente del comitato locale dei residenti che chiedevano aiuti economici - raggiunto da un avviso di garanzia, su disposizione del giudice per le indagini preliminari Ugo Domenico Molina, dietro richiesta di Rosa Raffa, capo della Procura di Patti. Secondo gli inquirenti, sarebbero loro i responsabili degli incendi misteriosi che da anni tengono banco sulle cronache dei media locali e nazionali. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati oggi in una conferenza stampa, nella sede del Comando provinciale dei Carabinieri di Messina. Ai due vengono contestati, a vario titolo, i reati di incendio, danneggiamento seguito da incendio, concorso in truffa e procurato allarme. Il movente? Arricchirsi alle spalle delle istituzioni. A mettere i militari sulle tracce dei due sono state le telecamere nascoste, piazzate nel perimetro interessato dai roghi. Sotto osservazione cinque appartamenti a schiera, in via del Mare, interessati dagli incendi verificatisi dal 14 luglio 2014 fino al successivo 8 ottobre. Circa 40 gli episodi censiti dall’Arma. Tra questi, il 20 luglio, un incendio proprio nella mansarda dell’abitazione dei Pezzino. Il 26enne avrebbe appiccato il fuoco a cartoni, stracci e vestiti posti su due scrivanie di legno. Le fiamme si sarebbero poi propagate fino all’autoclave, al serbatoio in pvc ed alle travi in legno, creando pericoli ulteriori a causa della vicinanza della ferrovia e della presenza di altre abitazioni vicine. Secondo i carabinieri, Giuseppe Pezzino è stata l’unica persona ad affacciarsi dalla finestra, guardandosi intorno con fare sospetto, pochi attimi prima del fatto. Sempre lui, il 22 settembre, sarebbe l’unica persona presente sul posto quando prende fuoco un ombrellone da spiaggia in un garage. Due giorni dopo padre e figlio avrebbero danneggiato un pick-up dell’Unione dei Nebrodi. Ancora il 26enne sarebbe responsabile delle fiamme appiccate, il 25 settembre, ad alcuni vestiti accatastati nel sottoscala dell’abitazione di famiglia. Il 30 settembre, il primo degli incendi alla Fiat Bravo dello zio, cui segue un ulteriore episodio, il primo ottobre, di cui si sarebbe reso responsabile sempre il giovane. A completare l’elenco parziale, il 30 settembre, le fiamme che interessano un sacco in plastica contenente abiti, sotto il capanno accanto al gazebo di fronte all’abitazione della famiglia Pezzino; nello stesso giorno, l’incendio all’Alfa Romeo 147 dei cugini; il 7 ottobre, le fiamme che coinvolgono alcuni oggetti sistemati nella cantina dell’abitazione dei due indagati, in un locale sotto il livello della strada, raggiungibile attraverso una piccola stradina. Episodi che sarebbero riconducibili, esclusivamente, al 26enne. Lo scopo sembra fosse di far crescere l’attenzione mediatica e istituzionale sulla vicenda. Su ciò si sarebbe innestata - come dimostrerebbero le intercettazioni telefoniche e ambientali - un’azione congiunta dei due. Azioni non fini a se stesse, ma orientate a far credere che quelli fossero inspiegabili fenomeni di autocombustione, prospettando una ripresa di quelli verificatisi nel 2004 nella frazione. Con tutti i risvolti del caso, comprese le ordinanze di sgombero del sindaco, le manifestazioni di protesta con lo scopo di far dichiarare lo stato di emergenza (ufficialmente chiesto dal primo cittadino il 20 luglio scorso), o comunque affinché si riconoscesse la necessità di fronteggiare la situazione con idonee misure finanziarie. L’intento accertato dai carabinieri sarebbe stato di indurre in errore la Regione Siciliana, al fine di procurare ingiusti profitti derivanti dall’ottenimento di somme di denaro a titolo di indennizzo o contributi di assistenza economica o risarcimenti danni, nonché a ottenere nuove abitazioni a seguito della possibile delocalizzazione. Tutti gli incendi pare abbiano un fattore comune: nelle immagini registrate, pochi attimi prima del divampare delle fiamme, compare Giuseppe Pezzino, impegnato a sfruttare la presenza di altre persone per agire indisturbato, rimescolandosi poi tra la folla come niente fosse. Curioso il ruolo assunto quasi sempre dal padre del ragazzo, disponibile a fare da guida tra i luoghi del mistero. Il tutto mentre il figlio, spesso, innescava nuovi roghi alla presenza dei visitatori inconsapevoli. Eloquente quanto accaduto il 7 ottobre, al cospetto di una giornalista televisiva. La reporter viene intrattenuta da Antonino Pezzino e altre persone, mentre il 26enne si allontana indisturbato all’interno di una cantina per uscirne poco dopo scavalcando una ringhiera, in modo da ricollocarsi nel campo visivo originario e dare la sensazione di non essersi mai allontanato. Rimangono non risolti gli incendi tra il 2004 e il 2008. Le indagini dei carabinieri infatti non risalgono alla prima fase dei misteriosi roghi.
Fonte: http://meridionews.it
Se anche fosse totalmente accertata la colpevolezza dei Pezzino occorre spiegare pure altre cose, eccone alcune qui sotto... Fino a che tutto questo non verra spiegato non si e' risolto tutto il mistero:
1) il rapporto del Gruppo interistituzionale parla di un “punto di origine” dei fenomeni che dovrebbe trovarsi in una direttrice che da nord-nordovest va in direzione sud-sudest. Alle Eolie. Navigatori satellitari fusi, pen drive e memorie dei computer smagnetizzate, cellulari impazziti, migliaia di cozze spiaggiate, una bacinella di benzina di cui brucia la plastica ma non il carburante, melanzane che crescono con ignote striature tigrate e cespugli anneriti fino alle radici per combustione interna. I tubi idraulici si sono bucati;
2) fasci di microonde a 'ultra high frequency' compresi nella banda tra 300 megahertz e alcuni gigahertz, e per produrre una tale quantità di energia occorrerebbe una macchina in grado di raggiungere una potenza tra i 12 e i 15 gigawatt. Il Cnr, un tecnico della Nasa ed un sacco di laboratori europei non riescono a risolvere il mistero;
3) alcuni turisti hanno visto anche lanciare delle bombe di profondità da una nave della marina nel tratto di mare antistante Canneto. Fra i testimoni qualcuno ha anche parlato di un missile lanciato verso un oggetto che usciva dal mare. Combustione di piante della specie Ampelodesmos sulle alture di Canneto, quindi ad alcuni chilometri di distanza. Solo quelle, mentre tutte le piante arbustive o arboree sono rimaste assolutamente indenni. Sono state viste luci abbaglianti in cielo. Un carabiniere del posto ne è stato testimone e ha fatto regolare denuncia al comando di Santo Stefano. Una ragazza del luogo ha addirittura fatto una foto di una inspiegabile luce nel cielo, poi mostrata nei servizi televisivi. Testimonianze anche di turisti secondo cui è stato visto più volte un piccolo oggetto di forma sferoide uscire dal mare e andare sopra la cittadina di Canneto;
4) Guglielmo Marconi, quando indirizzò nel 1908 dei segnali radio verso la baia di Caronia e' come se avesse incontrato una barriera elettromagnetica, ricorda “Misteri”. Le onde radio venivano “respinte”;
5) fasci di microonde UHF (Ultra High Frequency) trasmessi nella banda compresa tra 300 Mhz e 3 Ghz. Per produrre una simile quantità di energia una macchina dovrebbe raggiungere una potenza tra i 12 e i 15 gigawatt. L'impulso durava qualche nanosecondo. Passaggi in cielo di oggetti non identificati, quasi sempre correlati con gli episodi di Caronia. Chi provava a fotografare gli oggetti volanti non identificati si ritrovava nel giro di qualche minuto, non si sa perché, con delle bruciature alle mani (esistono documenti del pronto soccorso che certificano le ferite);
6) era come se il paese si trovasse avvolto in un campo elettromagnetico con effetto microonde. Una zona d’ombra radar proprio in questo tratto di costa. Su quaranta persone che abitavano in paese, almeno otto si sono ammalati chi di leucemia, chi di Sla, chi di tumore;
7) informazioni circa la natura degli impulsi elettromagnetici sono in questo video, una sfera volante viene filmata dal gruppo di ricercatori istituzionali mentre passa davanti a Caronia: https://www.youtube.com ;
8) nel marzo 2006 un abitante di Canneto vede un elicottero in difficoltà, scatta una foto e scopre che alle spalle del mezzo compare un altro oggetto. L'elicottero è della Protezione civile in missione sull'area proprio per investigare sugli ufo. Il pilota, costretto a un atterraggio d'emergenza dopo un'avaria, una volta a terra constata esterrefatto che sulle tre pale dell'elicottero qualcosa ha grattato e sollevato la vernice e la pellicola speciale di rivestimento. Bolle marine dal diametro di un chilometro. Improvvisi bagliori e scie, di forti luminescenze nello specchio di mare compreso tra le Eolie, in particolare le Isole Alicudi, Filicudi e la costa di Caronia;
9) sfere di luce in cielo che sono state anche fotografate in diverse occasioni, e somigliano a quelle fotografate anche in altre parti del mondo. Sfere che fanno dei movimenti impossibili per qualsiasi mezzo tecnico che sulla Terra si conosce. Nell'entroterra, in campagna, si sentono improvvisamente dei rumori fortissimi in cielo come se passasse un aereo a reazione, ma non si vede assolutamente nulla. Sono state viste anche delle luci che provenivano dal fondo del mare, notate soprattutto dai pescatori che si sono impauriti e non ne hanno mai più voluto parlare. Luci che dal fondo illuminano la superficie dell'acqua per alcuni minuti, di colore blu e sfumature molto accese, per poi sparire improvvisamente. Si sa anche dell'acqua del mare che ribollisce in alcuni punti per poi smettere di colpo;
10) avvistamenti di strane luci in emersione dal mare, o in discesa dal cielo. Strane attivita' di caccia militari a bassa quota.
Articolo di D.D. (Ansu).