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Ottobre 2014. - Incredulità ma anche disappunto fra gli abitanti di Caronia dopo l’avviso di garanzia notificato dai Carabinieri ad un 25enne del posto ritenuto responsabile di alcuni degli incendi inspiegabili che da dieci anni stanno interessando la piccola frazione di Caronia. Le vittime dei roghi temono che attribuendo al giovane la responsabilità degli incendi si smetta di cercare una verità ancora lontana. Intanto il sindaco Beringheli ha chiesto che Canneto venga evacuata ed isolata.

 

 

Caronia s’interroga incredula il giorno dopo i clamorosi sviluppi nell’inchiesta sugli incendi inspiegabili che da dieci sconvolgono la piccola frazione di Canneto. L’avviso di garanzia che ha raggiunto il 25enne Giuseppe Pezzino –dicono i suoi compaesani- non può rappresentare la spiegazione ad un fenomeno iniziato quando lui era solo un ragazzino e studiato da fior di scienziati ed esperti compresi i ricercatori della Nasa. Il giovane, figlio di Nino Pezzino presidente del comitato di cittadini nato a difesa degli interessi di chi ha subito danni dai misteriosi roghi, è accusato dalla Procura di Patti di aver appiccato il fuoco ad alcune suppellettili nella sua abitazione fra il 20 luglio e l’otto ottobre scorso. Il movente è semplice: poter accedere ai benefici previsti dalla legge per le famiglie che hanno riportato danni a seguito degli incendi. Ma da qui a ritenere risolto il mistero, attribuito perfino ad alieni e demoni, ce ne passa. Intanto perché i casi sono centinaia a fronte dei pochi che vengono contestati a Pezzino e che si sono verificati sempre nel suo appartamento. Allora come dimenticare le jeep della protezione civile e dei VVF che hanno preso fuoco pochi giorni fa sotto gli occhi dei volontari, del cestino della biancheria incendiatosi a luglio davanti all’obiettivo della nostra telecamera, dei materassi in fiamme nel cuore della notte in casa di anziani che vivevano da soli? La nonna di Giuseppe Pezzino stamattina ha difeso il nipote sostenendo che nei giorni degli incendi che gli vengono attribuiti lui non era in casa ed anche il senatore del NCD Bruno Mancuso così come ieri aveva fatto il sindaco di Caronia Calogero Beringheli ha ripetuto di essere stato testimone di alcuni incendi inspiegabili, invitando a non banalizzare il disagio e la disperazione degli abitanti di Canneto. Beringheli si è spinto oltre ed ha annunciato di aver chiesto alla protezione civile di isolare la piccola frazione, evacuando i pochi abitanti rimasti e consentire ad esperti e forze dell’ordine di continuare a lavorare per scoprire una verità ancora troppo lontana.

Fonte: http://www.gazzettadelsud.it

 

 

 

Il sindaco di Caronia, Calogero Beringheri, vuole che “la scena del crimine” sia isolata e Canneto sia così inaccessabile in modo da permettere ai detectives di indagare con tranquillità.

“Altrimenti gli oggetti ed i luoghi verrebbero inquinati”. La pista del ragazzo-piromane, Giuseppe Pezzino, viene seguita dai carabinieri e dalla Procura della Repubblica di Patti, sulla base di elementi che non sono ancora noti, e perciò incontra diffidenza, e incredubilità.

“Un diversivo”, il sospetto più comune, accennato sotto voce, perché nessuno vorrebbe dare torto alle forze dell’ordine, a cominciare dal sindaco.

“Abbiamo fiducia nel loro lavoro”, ripete come un mantra Beringheri. Ma è come se le sue parole facessero parte del galateo istituzionale. Beringheri è convinto che il ragazzo non c’entra niente. Ed il padre, Nino, Presidente del comitato di Canneto, nato con l’apparizione dei fuochi, non sa spiegarsi le ragioni che hanno indotto gli inquirenti a sospettare del figlio. “Quando cominciarono i fuochi era un ragazzo, quindici anni”, ricorda. E poi: “Molti incendi sono scoppiati alla presenza di agenti, vigili urbani…”.

I sospetti su Giuseppe Pezzino riguardano tuttavia un preciso arco temporale, da un anno a questa parte. Sotto i riflettori ci sono gli ulimi undici mesi, e non i fenomeni di dieci anni or sono. È la ripresa che non persuade i carabinieri e che avrebbe permesso di trovare una spiegazione al mistero.

In effetti, le fiamme di dieci anni fa, oggetto di indagini, non trovarono spiegazioni anche per le modalità con le quali gli incendi scoppiavano all’improvviso: oggetti, immobili e pareti di giorno e di notte, davanti a testimoni ed in luoghi solutari. Il gran rumore che i fenomeni suscitarono e lo “spegnimento” delle fiamme – nessun episodio dopo una serie piuttosto lunga – hanno posto interrogativi sulla natura diversa dei nuovi incendi. Se a provocare le fiamme fossero stati esperimenti militari con l’uso di armi sofisticate, se ci fosse stato la mano dell’uomo, non si sarebbero ripetuti a distanza di tempo. Troppo rischioso per gli autori.

In più, nel corso di una intervista televisiva alla Rai, un cittadino di Canneto, cui venne richiesto di dare una spiegazione all’accaduto, mostrò con reticenze e mezze parole, di nutrire qualche dubbio sulla recrudescenza del fenomeno. Era come se sapesse e preferisse non parlare.

Si ritiene che a mettere nel mezzo Giuseppe Pezzino, ventiseienne, sia stato qualcuno: una soffiata, una denuncia, che gli inquirenti tengono riservata per potere indagare con maggiore libertà.

Venerdì prossimo a Roma, intanto, la protezione civile insedia una commissione: di Canneto ci si occuperà, presumibilmente, con strumenti e risorse umane adeguate. Le indagini dei carabinieri non hanno fermato la Potezione Civile e, soprattutto, il sindaco Beringheri. Ci potrebbero essere novità, un docente fiorentino molto accreditato negli ambienti scientifici avrebbe illustrato una sua tesi: le fiamme arrivano dal sottosuolo. C’è qualcosa che provoca le fiamme. Che cosa?

di REDAZIONE

Fonte: http://www.siciliainformazioni.com

 

 

 

"Non voglio credere che sia uno dei residenti ad essere il colpevole di alcuni roghi, spero che le indagini continuino e facciano chiarezza". A dirlo è Calogero Beringheli, sindaco di Caronia, dopo la notizia che un giovane del luogo è indagato per essere ritenuto l'autore di alcuni degli incendi inspiegabili avvenuti nella frazione di Canneto di Caronia.

Canneto, la frazione di Caronia, da tempo alla ribalta delle cronache internazionali per i misteriosi fuochi e le tesi sulle loro origini, che non escludevano anche interventi al limite del "top secret" vede ora aprirsi un altro capitolo sulla vicenda.

La notizia è quella dell’inchiesta aperta dalla Procura di Patti sui roghi misteriosi.

Alle prime luci dell’alba i Carabinieri della Compagnia di Santo Stefano di Camastra, hanno effettuato 11 perquisizioni ad abitazioni e ed auto.

“Le attività, delegate dalla Procura della Repubblica di Patti – scrive in poche righe il Comando dei Carabinieri - hanno, inoltre, comportato la notifica di un’informazione di garanzia a persona sottoposta ad indagini per i reati di incendio e danneggiamento seguito da incendio continuati, relativi a diversi episodi incendiari e commessi, fra il 20 luglio e l’8 ottobre, nella frazione di Canneto di Caronia”.

Oggetto dell'indagine è Giuseppe Pezzino, figlio di Nino, portavoce da sempre delle denunce e delle richieste fatte dagli abitanti della contrada che chiedevano attenzione sul problema, inquietante, ripetuto, protrattosi per tanto tempo senza che nessuno ne venisse a capo.

Pezzino è anche proprietario di una delle abitazioni maggiormente attenzionati dai principi d'incendio.

“Sono incredulo proprio perché ho assistito con i miei occhi a decine di roghi - ha commentato - A caldo, è proprio il caso di dirlo. - sempre il sindaco Calogero Beringheli che in questi mesi si è battuto soprattutto affinchè fossero messi in sicurezza i residenti e vi fossero i presidi di sicurezza nella frazione di Canneto - Ho il massimo rispetto nel lavoro della magistratura ma spero solo che si faccia in fretta sia per liberare un ragazzo da un macigno di questo tipo che per riprendere il lavoro di studi che si è intrapreso”.

Ora aggiunge - dalla nota dell'Ansa - "Non voglio credere che sia uno dei residenti ad essere il colpevole di alcuni roghi, spero che le indagini continuino e facciano chiarezza. Sono convinto che Pezzino dimostrerà la sua estraneità ai fatti, comunque io stesso, insieme a rappresentanti di forze dell'ordine e giornalisti di tv nazionali, ho visto oggetti prendere fuoco dal nulla. A breve ci sarà un tavolo tecnico a Roma e spero che si vada avanti per studiare questi fenomeni che si ripetono da diversi anni e non sono imputabili a un piromane. Auspico che le istituzioni vadano avanti e studino con la giusta attenzione tutte le possibilità non facendosi influenzare da alcuni episodi".

Sergio Granata, un giornalista che ha seguito da subito la vicenda dei misteriosi incendi di Caronia, filmandone decine di casi, afferma: "Solo chi non ha messo piede a Canneto può pensare che sia opera di una persona - aggiungendo - La procura sosterrebbe che il ragazzo ne avrebbe provocato qualcuno in casa sua per ottenere risarcimenti. Ma nessuno ha mai avuto risarcimenti per i danni subiti e gli sfollati si stanno pagando l'affitto, tra cui il padre del ragazzo".

E conclude lapidario (da qui il titolo dell'articolo): "Se non trovi l'assassino, indaga la vittima. A Canneto di Caronia è finita così".

Fonte: http://scomunicando.it

 


 

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