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Mar dei Sargassi è quella parte di Oceano Atlantico compresa fra gli arcipelaghi delle Grandi Antille (a ovest) e le Azzorre (a est).

Coordinate: 28°20′08″N 66°10′30″W
Profondità massima: 7.000 m
Salinità: 38

Fonte: https://it.wikipedia.org



Questa vasta area (6 volte la Francia) tra Indie Occidentali e le Azzorre ha la particolarità di essere molto tranquilla, senza vento, con poche onde ed è coperta interamente di alghe sulla superficie, che vengono chiamate uva dei tropici. L’ammasso e il groviglio della vegetazione sono tali da poter anche raggiungere decine di metri e come si può ben immaginare la navigazione é quasi del tutto impossibile se non si vuole rimanere incastrati in tra le alghe. Cristoforo Colombo già lamentava la concentrazione di alghe che rallentava le loro navi, al punto che sembrava essere arenato su banchi di sabbia. Pensate che lo spessore della massa vegetale é capace di addensare, grazie al suo peso, addirittura lo strato superficiale dell’Oceano Atlantico!

Fonte: https://www.filovent.com




La porzione di Oceano Atlantico compresa fra gli arcipelaghi delle Grandi Antille (a ovest) e le Azzorre (a est). È noto per le alghe che vi proliferano (appartenenti al genere Sargassum). Tali alghe, di colore bruno, affiorano in superficie in grandi quantità, conferendo ad alcune zone del Mar dei Sargassi l’aspetto di una prateria.
Una delle caratteristiche più peculiare del Mar dei Sargassi è il fatto che è sempre calmo e, nonostante si trovi ad una latitudine abbastanza alta, l’acqua risulta sempre insolitamente calda.
Il Mar dei Sargassi fu scoperto il 16 settembre 1492 da Cristoforo Colombo nel primo viaggio verso le Americhe, quando ormai si trovava a 1600 chilometri dalle Canarie. Vedendo le caravelle navigare “in mezzo a chiazze marine verdissime”, pensò di trovarsi ormai in vicinanza della terra e a lungo scandagliò il fondo senza trovarlo, pur usando una corda lunga 200 braccia.
Pochi giorni dopo “le erbe erano talmente fitte che il mare pareva coagulato”, ma a Ovest del 72° meridiano le erbe cessarono (curiosamente, lo stesso dato fornito da Sanderson).
Anche Jules Verne ha scritto di questo mare nel suo libro “I grandi navigatori del Settecento“, descrivendolo più grande del continente australiano e come un vero e proprio “lago in mare aperto”. Secondo Verne, la mitica Atlantide si troverebbe proprio sul fondale del Mar dei Sargassi.
L’area in questione ha una misteriosa reputazione, ossia quella di “rapire” gli equipaggi dalle loro imbarcazioni, lasciando i vascelli vuoti a continuare la loro navigazione.
Uno degli episodi più noti è quello che riguarda la nave mercantile francese Rosalie, un bastimento di 222 tonnellate costruito nel 1838, partito da Amburgo e diretto all’Havana, Cuba.
La nave fu ritrovata il 6 novembre 1840 alla deriva al largo di Cuba, senza equipaggio e con le vele ancora spiegate. L’unico superstite fu un canarino nella sua gabbia. Lo scafo era perfettamente intatto e il suo carico completamente integrò, cosa che fece escludere un assalto da parte dei pirati. Anche le scialuppe di salvataggio erano al loro posto.
Non si capiva perciò come la gente avesse potuto abbandonare lo scafo. Né il motivo per cui si sarebbe gettata in mare, come per un raptus collettivo. Dell’equipaggio, scomparso misteriosamente nel nulla, non si seppe mai più niente.
Un altro episodio famoso riguarda la Mary Celeste, un brigantino canadese di 31 metri, varato nel 1861 in Nuova Scozia. Il 7 novembre 1872, sotto il comando del capitano Benjamin Briggs, la nave imbarcò un carico di alcool industriale per conto della Meissner Ackermann & Coin e salpò da Staten Island, New York, alla volta di Genova.
Oltre al capitano e all’equipaggio di altri sette marinai, la nave aveva altri due passeggeri: la moglie del capitano, Sarah E. Briggs, e la sua figlioletta di appena due anni, Sophia Matilda.
Il 4 dicembre 1872 il brigantino fu avvistato da un’altra nave, la Dei Gratia. La Mary Celeste si trovava tra le coste portoghesi e le isole Azzorre, ed era alla deriva a vele spiegate verso lo stretto di Gibilterra. Non vi erano segni della presenza dell’equipaggio a bordo. Un gruppo di marinai della Dei Gratia fu inviato a bordo.
La Mary Celeste era deserta: l’equipaggio era scomparso. La nave era in discrete condizioni, anche se era completamente grondante d’acqua. Solo una delle pompe era in funzione, e nella stiva vi era fino ad un metro d’acqua. Alcune delle sue vele erano strappate.
La bussola era rotta, il sestante ed il cronometro marino mancavano e la sua unica scialuppa era mancante e sembrava essere stata intenzionalmente messa in mare piuttosto che strappata via da una tempesta, il che lasciava pensare che la nave fosse stata deliberatamente abbandonata.
Il carico di 1701 barili di alcol era intatto, anche se, una volta a Genova, si scoprì che nove barili erano vuoti. A bordo vi erano ancora scorte di acqua e di cibo per sei mesi. La maggior parte delle carte di bordo mancavano.
Le ultime annotazioni rimaste riferivano che la nave era giunta in vista di Santa Maria delle Azzorre il 25 novembre. Il brigantino fu condotto in porto a Gibilterra dagli uomini della Dei Gratia e successivamente sequestrato dai funzionari inglesi.
Nessuno degli uomini scomparsi dalla Mary Celeste fu mai ritrovato, né si seppe mai cosa accadde loro. Nel 1873 furono segnalate due scialuppe di salvataggio nell’entroterra spagnolo, una avente una bandiera americana a bordo, l’altra contenente cinque corpi. Tuttavia questi corpi non sono mai stati identificati.

Fonte: http://www.blueplanetheart.it

 

 

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