L'Ufficio brevetti dell'Unione Europea con sede a Monaco ha respinto il ricorso delle associazoni ambientaliste, animaliste, protezioniste europee contro la brevettabilita' di un nuovo procedimento sperimentale. Ha quindi dato disco verde al trapianto di cellule umane negli animali. Attenzione, cellule, non geni o segmenti di DNA. Non si parla di ingegneria genetica o animali transgenici.
Si tratta di cellule somatiche, intere, che potranno essere poste a coltivare tessuti umani (cartilagini, tessuto osseo e simili) su animali vivi, che vengono cosi' utilizzati come brodi di coltura ambulanti. Per poi prelevarli e impiantarli su pazienti umani.
Presto nei centri europei, negli istituti di ricerca e forse negli ospedali avremo topi con orecchie umane, come quello realizzato nel '96.
Questa sconfitta e' dolorosa per noi, per gli animali e forse anche per i pazienti a cui potra' essere trapiantato (magari a sua insaputa?) qualche lembo di tessuto connettivo di tale origine.
Al centro del vortice, ancora una volta, l'Ufficio brevetti di Monaco. che si conferma essere una zona cruciale nello scacchiere delle politiche delle multinazionali farmaceutiche. Questo ufficio sali' alla ribalta della cronaca gia' nel '99, quando concesse all'Universita' di Edimburgo un brevetto su un procedimento per modificare geneticamente e far riprodurre cellule umane.
I legali della Greenpeace tedesca, che lo scoprirono, e la vampata di indignazione dell'opinione pubblica, costrinsero l'EPO a fare marcia indietro e a ritirare QUEL brevetto. Ma oggi si avanza verso un'altra frontiera.
Le multinazionali adoperano la tattica dell'avanzata progressiva. Ogni volta spingono poco piu in la' la soglia estrema delle sperimentazioni in atto.
Fonte: http://www.unhappyanimal.org