E’ ufficiale, lo Yemen sta esaurendo le falde sotterranee di acqua. Per irrigare i campi ne ha estratta troppa da sottosuolo, e troppo in fretta. Ci si attende che nel giro di 10 anni il Paese diventi assetato, povero e senza lavoro.
Lo Yemen costituisce una sorta di versione accelerata ed esasperata di quanto sta accadendo altrove, Italia compresa: l’irrigazione è indispensabile quasi ovunque per ottenere dai campi tutto ciò che siamo abituati a raccogliervi, e l’acqua è attinta perlopiù dalle falde sotterranee. Se non ci fosse quella, il mais della Pianura Padana ad agosto diventerebbe secco come un baccalà.
Le falde sotterranee si riempiono costantemente e naturalmente grazie alla pioggia che filtra nel sottosuolo. Ma il processo avviene molto, molto più lentamente rispetto ai ritmi dell’estrazione operata dall’uomo. Di qui i guai che ora si fanno pressanti per lo Yemen.
L’organizzazione no-profit "Science and Development Network" ha ottenuto la bozza preliminare di un rapporto commissionato dal Governo dello Yemen all’agenzia di consulenza McKinsey, e ne ha pubblicato il succo su internet.
Lo Yenem è un Paese arido e senza fiumi. In questo senso ciò che vi sta capitando è una versione accelerata ed esasperata dei fenomeni che accadono dappertutto. A parte la poca acqua piovana, può attingere solo dalle falde.
Lo Yemen usa il 90% dell’acqua dolce per scopi agricoli (la media mondiale è intorno al 70%) e coltiva soprattutto il khat, un blando stupefacente molto popolare nel Paese.
Il klat rende bene (cinque volte più dei frutteti, per esempio) ma ha bisogno di molta acqua: 6.300 metri cubi di acqua per ettaro, contro i 4.300 metri cubi che servirebbero al grano.
Così le falde sotterranee d’acqua stanno esaurendosi. La capitale Sana’a nel 2025 sarà senz’acqua: la prima città al mondo senz’acqua.
Inoltre nel giro di 10 anni, dice il rapporto di McKinsey, le difficoltà dell’agricoltura possono comportare la perdita di 750.000 posti di lavoro (gli abitanti del Paese sono circa 20 milioni) e una diminuzione dei redditi del 25%.
Non è scritto da nessuna parte che la Pianura Padana debba essere coltivata a mais. Abbiamo ancora tutto il tempo per cambiare. Non vi pare?
Fonte: http://www.blogeko.it