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Super batteri in grado di resistere ai più potenti antibiotici? È lo spettro sempre vivo con cui molti scienziati sperano un giorno di non aver mai a che fare. Ma arrivano non pochi allarmi in tal senso, specie dopo le ultime scoperte presso le incontaminate Isole Svalbard, vero e proprio paradiso artico a pochi passi dal Polo Nord. Ed è proprio qui che alcuni studiosi riscontrano la presenza di alcuni geni presenti in alcuni batteri capaci di resistere anche agli ultimi antibiotici, compresi quelli che vengono somministrati come “extrema ratio”.

L’inquietante scoperta che fa il pari con quella di Delhi.
A seguito di approfonditi studi degli ultimi mesi, si arriva a rintracciare questi geni in alcuni terreni delle Isole Svalbard. La cosa che più sorprende è che si tratta dello stesso genere di geni già riscontrati più di dieci anni fa in un’altra parte del mondo. A Delhi, in particolare, nel 2007 vengono identificati in un paziente batteri che posseggono dei geni in grado di renderli resistenti ad ogni tipo di antibiotico. Si tratta già allora di una scoperta importante: la medicina infatti si trova dinnanzi a veri e propri superbatteri, i cui geni li rendono immuni da ogni terapia ed antibiotico. Nel 2010, poi, gli stessi batteri vengono isolati nelle acque contaminate di Delhi. A distanza di quasi un decennio, ecco la loro ricomparsa in un habitat del tutto diverso. Si passa dalla caotica e popolata, e dunque anche spesso inquinata, metropoli indiana ad uno degli ambienti più incontaminati presenti sulla Terra. Pochi gli abitanti, ancor meno turisti o persone straniere che si recano nelle Svalbard. Come sono arrivati dunque lì questi batteri? E soprattutto, c’è la possibilità che si possano diffondere in altre aree del pianeta? Per adesso gli studiosi sono cauti e valutano la possibilità che i superbatteri siano arrivati in un’altra parte del mondo rispetto a quella dove sono rintracciati la prima volta grazie alle migrazioni degli uccelli. Ma il punto focale adesso riguarda il possibile pericolo per la popolazione umana. David Graham, professore dell’università di Newcastle, lancia l’allarme su The Independent: “Le soluzioni al problema della resistenza agli antibiotici devono essere considerate in termini globali anziché solo locali”, afferma in un’intervista. Lo scenario che riguarda lo sviluppo dei geni in grado di far resistere i batteri alle cure fino ad oggi conosciute, è uno di quelli che più inquieta la medicina internazionale. Secondo diversi studiosi, al di là della scoperta dei blaNDM-1 (questo il nome scientifico attribuito ai geni), lo scenario non è così inverosimile a causa degli abusi che si fanno delle terapie antibiotiche. Ad un incremento sempre maggiore degli antibiotici, corrisponde una naturale risposta genetica da parte dei batteri. E dunque ecco che il rischio della proliferazione dei superbatteri, con annessi rischi per la popolazione mondiale.

Anche l’Italia a rischio?
Intanto nel nostro paese si guarda alla scoperta avvenuta nelle isole Svalbard con non poco interesse da parte del mondo della medicina. L’Italia, tra i Paesi europei, è quello che maggiormente accusa il problema delle infezioni batteriche. Questo fa, del nostro Paese, uno dei più esposti a possibili crisi riguardanti le infezioni. I dati parlano chiaro: come è possibile leggere sul The Lancet Infectious Diseases, in Italia si contano mediamente 200mila infezioni l’anno. Dietro di noi la Francia, che però rimane ferma ad 80mila. Nel 2015 inoltre, il nostro Paese conta almeno 10mila decessi causati da infezioni, il doppio ancora una volta rispetto alla Francia che segue l’Italia in questa triste classifica.

Fonte: http://www.occhidellaguerra.it

 

 

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