L’avvenire ha in serbo la ribellione delle macchine e l’umanità deve pensare di come resistere agli autonomi killer robots armati dai piedi alla cima della testa. Esperti militari hanno messo in guardia "La Voce della Russia" sui pericoli rappresentati dagli autonomi killer robots armati. L’Apocalisse è vicina.
Oggi dappertutto sono usati autonomi killer robots da combattimento, droni e sistemi automatici di combattimento. La maggioranza delle macchine al servizio degli uomini è dotata di funzione “autopilota” – gestione autonoma. Per ora robot da combattimento sono privi di questa funzione. Noel Sharkey, professore di intelligenza artificiale e robotica dell’Università di Sheffield (Gran Bretagna) spiega:
Ecco un esempio di killer robot: recarsi in un punto delle coordinate Х e Y, identificare il bersaglio applicando il metodo di emanazione del calore, eliminare il bersaglio. E’ la mentalità però di un robot “stupido”. Fa paura che non può identificare chi si nasconde dietro emanazione del calore. Possono esserci sia un soldato, sia un ribelle e sia un pacifico civile.
Militari e scienziati continuano a perfezionare la precisione di sistemi automatici di combattimento. Secondo il loro parere killer robots aiuteranno a ridurre il numero di soldati sui campi di battaglia, riducendo in tal modo il numero di vittime.
Scienziati hanno progettato l’aereo senza pilota Falcon HTV-2, il quale è ora in fase di test. E’ l’aereo ad autopilotaggio totale, capace di sviluppare la velocità fino a 20000 chilometri orari. Un pilota non può pilotare aereo di questo tipo, sarebbe letteralmente fatto a pezzi. Inoltre a questa velocità per un uomo è molto difficile concentrarsi, difficile fare la valutazione della situazione, non farà in tempo a reagire al comando, - ritiene Sharkey.
Il Ministero della Difesa degli USA ha pubblicato un rapporto su sistemi automatici di combattimento nel quale sono specificate le caratteristiche di armi autonome e semi-autonome. Alla fine del rapporto è contenuto l’elenco dei difetti e delle vulnerabilità di tali armi. L’elenco è stato lungo, contenendo aspetti così importanti come la possibilità di violazione da parte degli hacker di sistemi di programmazione, disturbi dei segnali radio, trappole radar, spoofing o intercettazione di un segnale criptato allo scopo di violarlo.
Le tecnologie allo stato attuale sono un passo verso lo sviluppo e l’impiego dei killer robots che sfuggono al controllo umano. Ora algoritmi all’interno del software sono talmente complicati che a volte il sistema segnala errori che l’uomo non è in grado di correggere. Alcuni sistemi interagiscono con altri sistemi e noi non siamo in grado di controllare questa correlazione. Inoltre noi non siamo in grado di controllare la reazione di un sistema a distanza a un segnale ricevuto da un sistema che ha segnalato un errore, - ha espresso i suoi timori Mark Avrum Gubrud, dottore in scienze fisiche e matematiche dell’Università di Princeton.
Considerando la pericolosità dell’impiego degli autonomi killer robots, la decisione al riguardo del loro impiego spetta alle società dell’industria bellica che producono armamenti. L’organizzazione internazionale che si occupa della difesa dei diritti dell’uomo Human Rights Watch insieme con specialisti della scuola di legge dell’Università di Harvard hanno pubblicato il rapporto intitolato “Perdita dell’umanità: il caso contro killer robots”. In esso si tratta della necessità di rinunciare all’impiego, fabbricazione e progettazione di totalmente autonomi “killer robots”. E’ necessario anche elaborare le norme di diritto internazionale che regolamentino il giro delle macchine da combattimento nel mondo per prevenire la loro fabbricazione fuori controllo.
Bonnie Docherty, il più autorevole esperto per le questioni militari di Human Rights Watch racconta:
Io non credo che i robot, per quanto avessero l’intelligenza computeristica sviluppata, si facciano guidare dagli standard internazionali per la protezione di civili pacifici nel corso di combattimenti. Non saranno trattenuti da alcunché, perfino dalla pietà per i civili, poiché sentono nulla. Inoltre è molto difficile mettere sotto controllo azioni dei killer robots. Le loro azioni fuori controllo possono minare il principio della politica di deterrenza tramite intimidazione.
Ora ci sono specialisti di alta classe e tecnologie avanzate. La maggioranza degli scienziati e dei ricercatori però lancia un appello ai progettisti di non dotare i robot di armi, ma di impiegargli per scopi pacifici. Gubrud ne è convinto:
Che i robot aiutino all’uomo a far fronte ai compiti complessi, ma di routine, mentre le persone devono lavorare con altre persone. L’impiego dei robot al posto degli uomini nei campi, dove la vita dell’uomo è in pericolo, è giustificato poiché la vita umana è troppo preziosa e noi dobbiamo prendere cura della nostra vita e della vita di altre persone.
Esperti ritengono che i robot debbano operare nei settori pacifici, ad esempio nel settore della produzione agricola o essere impiegati nella sanità. Noi come homo sapiens dobbiamo vietare l’impiego degli indomabili killer robots, incanalando i robot nel settore pacifico per aiutare agli uomini, non per uccidergli. Perfino sul campo di battaglia capitano i momenti quando il fattore umano svolge un ruolo determinante, mentre i robot possono soltanto copiare insensatamente il comportamento umano, almeno oggi.
Fonte: http://italian.ruvr.ru