La sera del 12 settembre 2015, verso le ore 21:50, una donna residente nella zona del Delta del fiume Po (area notoriamente divisa tra Emilia Romagna e Veneto) ha lasciato i parenti e si e' diretta verso la zona dove aveva parcheggiato l'auto, una via buia e periferica.
Mentre si avvicinava alla sua autovettura ha notato tre uomini dirigersi verso di lei, ed afferma di essersi spaventata vedendo che avevano gli occhi illuminati da una strana luce rossa (l'immagine qui sotto e' di fantasia, ma da' un po' l'idea).
Approfittando della sua sorpresa gli sconosciuti avrebbero tentato di afferrarla, trattandosi di una donna che sa' combattere e picchiare bene e' seguita una colluttazione. Con sorpresa dell'aggredita quando uno degli aggressori veniva colpito in questo o quel classico punto debole non si bloccava per il dolore, ed ogni pugno o calcio sembrava inferto contro della gomma, tanto che si e' convinta che non erano esseri umani. Riuscita a divincolarsi ha corso fino alla sua automobile, e' quindi riuscita a mettere in moto ed allontanarsi, notando pero' che le luci anteriori della vettura non funzionavano. Terrorizzata ha comunque guidato fino a casa usando gli abbaglianti, scatenando in altri automobilisti reazioni di fastidio con i clacson. Durante la fuga ha chiamato telefonicamente due diverse persone vicine all'Ansu, urlando quello che gli era appena capitato. La mattina dopo, 13 settembre 2015, la testimone si e' messa in contatto diretto con un iscritto dell'Ansu, e grazie alle informazioni fornite e' stato redatto questo articolo. La vittima dell'aggressione NON desidera in alcun modo che i suoi dati vengano divulgati e non ha presentato denuncia alle forze dell'ordine perche' teme di non essere creduta. Non è possibile capire se si è trattato di aggressori umani che con dei piccoli led hanno realizzato l'effetto degli occhi rossi per far sì che la loro vittima non fosse creduta quando avesse sporto denuncia, oppure se dobbiamo considerare l'accaduto come un mistero.
D.D. , Ansu.
