Extraterrestri rettiliani in Africa: i racconti degli sciamani
Lo sciamano zulù Credo Mutwa che vive in Sudafrica racconta e conferma la storia degli extraterrestri rettiliani in Africa, un altro capitolo nascosto della storia andata persa del pianeta Terra. David Icke ha incontrato nei suoi viaggi lo sciamano zulù sudafricano Credo Mutwa. Questa persona meravigliosa racconta la storia delle prime divinità africane. I rettili che sono venuti in Africa a causa delle sue miniere d’oro. Poiché avevano bisogno di lavoratori, hanno creato geneticamente i primi essere umani per farli diventare i loro schiavi. Erano inoltre stati a stretto contatto con le donne umane per creare dei leader di razza superiore. Questi leader (la metà dei re di sangue puro) hanno fatto da ponte fra gli extraterrestri rettiliani e i popoli africani. Mutwa Credo possedeva inoltre un’antica collana che narra la storia dei primi giorni degli extraterrestri sulla Terra.
Le tracce dell’arrivo degli extraterrestri sulla Terra.
Alcuni ricercatori hanno segnalato la scoperta di un misterioso cimitero situato nella regione dell’Africa centrale nei pressi della città di Kiwali in Ruanda. Questo luogo di sepoltura è stato creato apparentemente cinque secoli fa. È interessante notare che non hanno trovato nessuna traccia di un habitat umano nei pressi dell’antico cimitero, in cui i resti dei corpi avevano una forma strana, i ricercatori hanno infatti ipotizzato che questi corpi potessero essere quelli di creature di un altro pianeta. Anche se non c’è stata nessuna conferma del fatto che la natura dei corpi sia quella di extraterrestri, la loro anatomia sembra appartenere ad un altro mondo. Sono state trovate sul posto quaranta fosse comuni che contenevano circa 200 corpi. I resti sembrano appartenere a delle creature che erano alte in media più di due metri, con delle teste lunghissime e che non mostravano tracce di una bocca, degli occhi o di un naso. Gli etnologi avevano inoltre suggerito che queste creature appartenevano probabilmente ad una razza aliena il cui sistema immunitario non potendo più lottare contro le malattie presenti in queste terre le portava a morire prematuramente. Tuttavia essi non hanno trovato nessuna traccia di quella che sarebbe potuta essere la loro astronave. Il popolo del Ruanda, sia il popolo Hutu che il popolo Tutsi dichiarano, e non sono gli unici popoli in Africa a farlo, che i loro più antichi antenati sono stati una razza di esseri che chiamavano gli Imanujela, che significa “i Signori che sono venuti dal cielo”. E alcune tribù dell’Africa occidentale come il popolo Bambara dicono anch’esse la stessa cosa. Raccontano che è venuta dal cielo, moltissime generazioni fa, una razza di creature estremamente progredita e temibile che assomigliava a quella umana, ed esse le chiamano Zishwezi. La parola Zishwezi fa riferimento a delle creature che si tuffano o planano e possono scendere dal cielo planando o scivolando sull’acqua. Il popolo Dogon dell’Africa occidentale afferma che la cultura che possiede gli è stata data da questi esseri, ma il popolo Dogon è solo uno dei numerosi popoli in Africa che sostiene che la sua tribù o la sua stirpe reale siano state fondate inizialmente dalla razza sovrannaturale delle creature che sono venute dal cielo. Parliamo del popolo Zulù, famoso per essere un popolo guerriero, il popolo al quale apparteneva il Re Shaka Zulù, nel secolo scorso. I Zulù chiamano se stessi “il popolo del cielo”. Nella lingua zulù il nome per il cielo, il cielo azzurro, è sibakabaka. Il nome dato allo spazio interplanetario è tuttavia izulu, e il weduzulu, che significa “spazio interplanetario, il cielo scuro nel quale si vedono ogni notte le stelle", ha anche lui qualcosa a che vedere con il viaggiare. La parola zulu per identificare il viaggio senza meta, come quello dei nomadi o degli zingari, è izula. Il popolo Zulu in Sudafrica era a conoscenza del fatto che siamo in grado di viaggiare nello spazio, ovviamente non volando nel cielo come un uccello, ma che possiamo comunque viaggiare nello spazio, e i Zulu sostengono che molte migliaia di anni fa arrivò dallo spazio un razza di individui che assomigliavano a delle lucertole, individui che potevano cambiare forma a piacimento. E ci sono anche state delle persone che hanno sposato le proprie figlie ad un viaggiatore (un alieno), e hanno dato vita ad una razza dominante di Re e di Capi tribù. Esistono centinai di favole, in cui una lucertola femmina assume l’identità di una principessa umana, si spaccia per lei e sposa un principe zulù.
Una collana antica che racconta la storia dei primi giorni degli extraterrestri sulla Terra.
Un racconto Zulù che parla di una aliena che aveva sposato un principe.
Ogni scolaro in Sudafrica conosce la storia di una principessa che si chiamava Khombecansini. Khombecansini doveva sposarsi con un bel principe di nome Kakaka, un nome che significa «colui che è illuminato». Un giorno in cui Khombecansini stava raccogliendo legna da ardere nella foresta, incontrò una creatura chiamata Imbulu. E quest’Imbulu era una lucertola che aveva il corpo e le membra di un essere umano, ma aveva una lunga coda. Questa lucertola parlò alla principessa Khombecansini, “Oh, come siete bella, ragazza, vorrei solo essere come voi. Se solo potessi assomigliarvi. Posso avvicinarmi a voi?» disse la donna lucertola Imbulu alla principessa. E la principessa rispose, «Sì, va bene.» Ma quando la donna lucertola, che era più alta, si avvicinò alla ragazza, le sputò negli occhi e cominciò a cambiare, nel senso che la lucertola prese improvvisamente una forma umana e questa lucertola cominciò a somigliare sempre di più alla principessa, ad eccezione della sua lunga coda appuntita. Quindi in un improvviso impeto di violenza la donna lucertola immobilizzò la principessa e le tolse tutti i suoi braccialetti e le sue collane e il suo vestito da sposa e se li mise addosso. Così la lucertola divenne la principessa. A questo punto c’erano due donne identiche nella foresta, la donna lucertola dalla forma modificata e la donna originale. E la prima disse alla seconda «Adesso tu sei la mia schiava. Mi accompagnerai al matrimonio. Io prenderò il tuo posto e tu sarai la mia schiava, seguimi!». Prese un bastone e cominciò a picchiare la povera principessa. E poi se ne andò accompagnata dalle altre ragazze che erano le damigelle d’onore, secondo le usanze zulu, e così arrivo al villaggio del principe Kakaka. Ma prima di raggiungere il villaggio doveva far qualcosa per la sua coda, e cioè la donna che cambiava forma doveva in qualche modo nascondere la sua coda. Quindi obbligò la principessa a tessere una tela con delle fibre naturali e vi infilò la coda e se la legò stretta addosso. Ora assomigliava veramente ad una donna Zulù, con natiche grandi e molto attraenti se viste dall’esterno. E poi quando arrivò e diventò la moglie del principe, cominciò ad accadere una cosa strana nel villaggio. Tutto il latte iniziò a scomparire perché tutte le notti la principessa dalla forma mutevole, la falsa principessa, aveva l’abitudine di liberare la sua coda, che utilizzava per succhiare tutto il latte acido attraverso un buco situato all’estremità della coda. E la suocera disse, “Che succede? Come mai il latte sta sparendo?" E poi aggiunse, “Adesso ne sono sicura c’è un Imbulu tra noi”. La suocera che era una vecchia signora intelligente, disse, “Bisogna scavare un buco di fronte al villaggio e bisogna riempirlo di latte”. E così fecero. E poi dissero a tutte le ragazze che erano arrivate con la falsa principessa di saltare sopra questo buco. Ed esse saltarono una dopo l’altra. E quando quella dalla forma mutevole fu costretta, con la punta di una lancia, a saltare, nel momento in cui saltò la sua lunga coda sbuco fuori dalla rete sotto la sua gonna e cominciò a bere rumorosamente il latte attraverso il foro alla sua estremità, e i guerrieri uccisero la donna dalla forma mutevole. E fu così che la vera principessa Khombecansini diventò la moglie del re Kakaka. Questa storia è raccontata in numerose versioni. In tutto il Sudafrica, e in molte tribù, troverete delle storie che parlano di queste incredibili creature che sono in grado di passare dallo stato di rettile a quello di essere umano, e da quello di rettile a qualsiasi altro animale di loro scelta. E queste creature esistono veramente. Indipendentemente da dove andate, in tutto il Sudafrica, l’Africa orientale, occidentale e centrale, vi accorgerete che la descrizione di queste creature è sempre la stessa. Anche fra tribù che nel corso della loro lunga storia non sono mai state in contatto tra di loro. Ma il motivo è che vengono associate ad alcune stelle nel cielo, e una di queste è un gruppo importante di stelle che fa parte della Via lattea, e che il nostro popolo chiama Ingiyab, che significa “Il Grande Serpente”. C’è anche una stella rossa, una stella rossastra, vicino al bordo di quest’enorme cerchio di stelle che il nostro popolo chiama Isone Nkanyamba.
Un dipinto di Credo Mutwa.
Il pensiero africano riguardo agli alieni.
Alcuni sostengono che queste creature si nutrono di noi esseri umani; e che esse abbiano ad un certo punto sfidato Dio ad andare in guerra contro di loro, perché volevano ottenere il pieno controllo dell’universo. E Dio combattè una terribile battaglia contro di loro, li sconfisse, li ferì e li costrinse a nascondersi nelle città sotterranee. Esse si nascondono in profonde cavità sotterranee, perché hanno sempre freddo. Pare che in queste cavità ci siano degli enormi fuochi che vengono continuamente alimentati da schiavi umani, schiavi che sembrano zombi. Ed inoltre sembrerebbe che questi Zuswazi, questi Imbulu, o qualunque sia il nome che gli viene dato, non siano in grado di mangiare cibo solido. O bevono sangue umano, o si nutrono di quel potere, di quell’energia che si genera nel momento in cui degli esseri umani, sulla superficie della Terra, stanno combattendo e si stanno uccidendo a vicenda in massa. Le persone che erano fuggite dal primo massacro in Ruanda diversi anni fa furono inorridite da quello che stava succedendo nel loro paese. Dicevano che il massacro degli Hutu da parte dei Tutsi, e dei Tutsi da parte degli Hutu, stava veramente nutrendo i mostri che sono gli Imanujela. Poiché gli Imanujela amano respirare l’energia che è generata da una moltitudine di persone quando sono terrorizzate o uccise da altre persone. Troverete nelle lingue del nostro popolo alcune parole simili ad altre parole orientali, del Medio Oriente, e persino dei Nativi americani. E la parola Imanujela significa “il Dio che venne”. Questa parola che chiunque può scoprire in Ruanda, presso i popoli Hutu e Tutsi, è molto simile alla parola ebrea Emanuele, che significa «Il signore è con noi». Imanujela, “coloro che vennero, coloro che sono qui”. E c’è un altro nome con il quale sono conosciute queste creature. Questo nome è Chitauli. Questa parola significa “i dittatori, coloro che dettano legge. In altre parole, quelli che ci dicono in segreto quello che dobbiamo fare". Possiamo anche dire che questi Chitauli ci hanno fatto un certo numero di cose quando sono venuti su questo pianeta.
Le popolazioni africane conoscono i dischi volanti da centinai di anni e hanno un importante folclore e mitologia su questa tema. Esse sanno che esistono degli esseri che viaggiano all’interno di questi dispositivi, e molti africani hanno anche visto queste creature. Sono considerati come degli dèi, alcuni benevoli, altri malevoli.
Gli alieni, una fonte di terrore sulla Terra.
Questa è una delle storie più strane fra quelle che si possono trovare ovunque in Africa nelle società segrete dei sciamani e negli altri luoghi dove è tuttora preservato ciò che rimane della nostra antica conoscenza e della nostra antica saggezza. In origine la Terra era ricoperta da uno spesso strato di nebbia o di foschia. Infatti le persone non potevano vedere il Sole nel cielo, se non come un alone di luce. Ed essi vedevano anche la Luna di notte come un leggero tratto luminoso nel cielo a causa di questa densa foschia. E la pioggia cadeva sempre sotto forma di una pioggerellina. Tuttavia non c’erano né tuono, né tempeste. Il mondo era fittamente coperto da grandi foreste, da grandi giungle, e la gente viveva in pace sulla Terra in quel periodo. Le persone erano felici, e si dice che a quel tempo noi umani non avevamo l’uso della parola. Facevamo solo degli strani suoni come fanno le scimmie o i babbuini felici, ma non avevamo l’uso della parola come c’è l’abbiamo adesso. E durante questi secoli, le persone comunicavano fra di loro usando la loro mente. Un uomo poteva chiamare sua moglie pensando a lei, pensando alla forma del suo viso, all’odore del suo corpo, e alla sensazione che davano i suoi capelli di donna. Un cacciatore poteva andare nella savana e gridare per far arrivare gli animali, e gli animali sceglievano uno di loro il più vecchio e stanco, e quest’animale offriva se stesso volontariamente come preda per il cacciatore, in modo lui potesse ucciderlo rapidamente e portarlo alla sua caverna per servire da cibo. Non esisteva nessuna violenza contro gli animali. Non c’era nessuna violenza contro la natura da parte degli esseri umani a quel tempo. L’uomo aveva l’abitudine di chiedere da mangiare alla natura. Andava verso un albero e pensava alla frutta, e l’albero lasciava che alcuni dei suoi frutti cadessero per terra, e l’uomo li raccoglieva. Ma si dice anche che quando i Chitauli sono venuti sulla Terra, sono arrivati su delle enormi navi che volavano nell’aria, delle navi che avevano la forma di grandi coppe e producevano un rumore assordante ed un terribile fuoco nel cielo. E i Chitauli dissero agli umani, che riunivono usando la forza del lampi, che erano dei grandi dei del cielo e che da ora in avanti avrebbero ricevuto un certo numero di doni importanti da parte degli dei. Questi cosiddetti dei erano simili agli esseri umani, ma molto più alti, e con una lunga coda, e con terribili occhi incandescenti, alcuni avevano due occhi gialli e brillanti, altri tre occhi, con un occhio rotondo e rosso che stava nel centro della fronte. Queste creature tolsero poi agli esseri umani tutti i grandi poteri che avevano: il potere di parlare solamente attraverso la mente, il potere di spostare degli oggetti solamente con la mente, il potere di vedere nel futuro e nel passato e il potere di viaggiare con la mente in mondi diversi. I Chitauli tolsero agli esseri umani tutti questi grandi poteri e poi regalarono agli esseri umani un nuovo potere, l’uso della parola. Ma gli esseri umani scoprirono con orrore che l’uso della parola divideva gli esseri umani invece di unirli, perché i Chitauli aveva creato con astuzia lingue diverse e in questo modo provocarono delle liti furiose tra le persone. I Chitauli fecero anche un'altra cosa che non avevano mai fatto in precedenza: diedero agli esseri umani delle persone per regnare su di loro, e dissero, “Sono i vostri re, sono i vostri capi. Hanno in loro il nostro sangue. Sono i nostri figli, e dovete ascoltarli perché parleranno a nome nostro. Se non lo fate, vi puniremo in modo terribile.” Prima dell’arrivo delle creature chiamate Imbulu, gli esseri umani erano un’unica entità spirituale. Ma dopo l’arrivo dei Centauli, gli esseri umani si divisero, sia spiritualmente che con la lingua. E in seguito gli esseri umani ricevettero nuovi strani sentimenti dai Chitauli. Gli esseri umani cominciarono a sentirsi in pericolo, a tal punto che iniziarono a costruire dei villaggi circondati da robuste recinzioni in legno. Gli esseri umani diventarono in questo modo i fondatori di Paesi, in altre parole cominciarono a creare delle tribù e delle terre tribali, che avevano dei confini, che essi difendevano contro ogni potenziale nemico. Gli esseri umani diventarono ambiziosi e avidi e desiderosi di ottenere ricchezze sotto forma di bestiame e di conchiglie. E c’è un altra cosa che gli Chitauli forzarono gli esseri umani a fare, essi obbligarono gli esseri umani a sfruttare le miniere esistenti nelle viscere della Terra. I Chitauli misero a lavorare le donne umane e fecero scoprire loro vari tipi di minerali e metalli. Le donne scoprirono il rame, scoprirono l’oro e l’argento. Esse furono anche guidate dai Chitauli per arrivare a combinare questi metalli tra di loro e creare nuovi metalli che non erano mai esistiti in natura prima d’ora, metalli come il bronzo, l’ottone ed altri ancora. Inoltre, i Chitauli tolsero dal cielo la sacra foschia dispensatrice di pioggia e per la prima volta dall’inizio della creazione, gli esseri umani guardarono in alto e videro le stelle, e i Chitauli dissero agli esseri umani che avevano sbagliato nel credere che la Divinità vivesse sottoterra. “Da ora in poi“, dissero i Chitauli agli abitanti di questa Terra, “gli abitanti della Terra devono credere che Dio è in Cielo e devono fare qui sulla Terra delle cose che facciano piacere a questo Dio che è in Cielo.” Originariamente gli esseri umani credevano che la Divinità abitasse sottoterra, che fosse una grande madre che viveva sotto Terra poiché vedevano tutto il verde che cresceva da sotto la Terra, l’erba, gli alberi crescevano sotto terra, e la gente pensava per questo motivo che quando morivano anche le persone finivano sottoterra. Ma quando i Chitauli fecero alzare gli occhi degli umani verso il cielo, le persone iniziarono a credere a quel punto, che Dio era in cielo e che quelli che muoiono su questa Terra non vanno sottoterra, ma salgono in cielo.
L’imperatore rettiliano.
Storia di un rapimento nel 1959.
Lo sciamano zulù Credo Mutwa nei suoi racconti evoca poi i “Grigi”, denominati Mantindane (carnefici), che sono i servi spietati dei Chitauli. Credo dice che è stato rapito sul monte Nyangani mentre stava raccogliendo delle piante. Egli aveva sentito un grande freddo anche se era piena estate, e poi si ritrovò all’interno di quello che sembrava un tunnel di metallo. Le pareti avevano una luce fosforescente. Era sdraiato su un tavolo, nudo, e aveva intorno delle piccole creature grigie, lente e scialbe. Una creatura era più alta delle altre e fissava Credo negli occhi, e questo lo paralizzava. Egli notò che aveva delle pupille verticali, dietro gli occhi neri che sembravano degli occhiali. La creatura puzzava di zolfo, e di uova marce. (Credo spiegherà in seguito che quest’odore persiste sulle donne fecondate dai Grigi). Poi egli sentì un grande dolore alla coscia sinistra e la creatura gli posò la mano sulla bocca. Credo racconta che gli era sembrato di avere una zampa di gallina sulle labbra. La mano aveva molte articolazioni, degli artigli… E queste creature indossavano delle tute di colore grigio argento. Una delle creature aveva poi inserito qualcosa nella narice destra di Credo, come una sorta di penna a sfera argentata collegata ad un cavo. C’era sangue ovunque, che soffocava Credo e gli impediva di respirare. Poi il dolore così intenso passò e nella sua testa apparvero delle visioni apocalittiche (come se «l’ impianto» inserito permettesse la trasmissione di questo tipo di visione). Poi una della creature inserì un tubicino nero nel suo membro virile. Quando questo dispositivo venne rimosso, Credo urinò su una creatura che fu costretta ad allontanarsi. Mentre la creatura più alta, senza espressione e di aspetto femminile era sempre posizionata sopra la sua testa, Credo vide arrivare una creatura grande e grossa fatta di metallo. Una sorta di robot senza bocca e senza naso, con occhi che brillavano. E poi egli vide arrivare una creatura femminile, molto gonfia, con un corpo umano e la pelle rosa, e occhi azzurri a mandorla, e capelli biondastri che sembravano nylon. Aveva gli zigomi alti, le labbra carnose, il mento appuntito. Ma questa creatura non era per niente proporzionata, i seni non erano al posto giusto, il corpo era grasso, le gambe troppo corte… Ecc. Ed è a quel punto che la fecero accoppiare con Credo che ci racconta che l’esperienza è stata traumatica.
Un dipinto che illustra il potere che avevano gli umani prima dell’arrivo degli extraterrestri.
Programma di ibridazione.
Credo Mutwa fa anche una descrizione delle sale di cui si parla frequentemente nei casi di rapimenti. «Ci vorrebbe troppo tempo per descrivere ciò che ho visto in questo strano posto, mentre la creatura mi spingeva brutalmente da una stanza all’altra. Anche ora la mia mente non riesce a capire quello ho visto. Fra le innumerevoli cose che ho visto c’erano degli enormi oggetti cilindrici fatti di una sostanza che sembrava vetro. E dentro questi oggetti, dei cilindri, che andavano dal soffitto al pavimento del luogo che stavamo attraversando, sembrava ci fosse una specie di liquido grigio rosa. E dentro questo liquido ho visto delle piccole versioni delle creature aliene che galleggiavano girando in tondo, come delle piccole rane disgustose, all’interno di questo liquido.” Credo Mutwa intravede sempre passando, un altra persona rapita, un bianco, che sembrava completamente terrorizzato. Poi Credo si è ritrovato nella foresta, con un dolore lancinante alla coscia sinistra e un pene dolorante. Gli altri non furono sorpresi quando fu di ritorno al villaggio e dissero che questo succedeva a molte persone. Alcune persone non tornavano mai. Egli racconta inoltre che molte donne avevano delle gravidanze provocate da questi rapimenti, un’esperienza estremamente traumatica e fonte ovviamente di conflitti familiari.
Un “incubatorium” con un Grigio. In questo caso gli incubatori sono cubici e non cilindrici - Immagine: Kim Carlsberg
Attività UFO in Sudafrica e nel Drakensberg.
Credo Mutwa evoca a questo punto alcune esperienze nello Zimbabwe e nel Lesotho, ma non è l’unico a farlo. Un ondata di UFO si è riversata sull’africa nell’aprile del 2005 ma era già successo nel 1956 quanto Elizabeth Klarer, une persona celebre e di orientamento “new age” fu rapita, e parlò di un incontro avvenuto nella regione del Drakensberg, sulle «montagne del Drago». Raccontò di aver avuto un rapporto sessuale con un alieno, dopo essere stata portata vicino alla stella Alpha Centauri. Lei raccontò inoltre di aver avuto un figlio che era rimasto con il padre. Esisterebbero dunque i “rettiliani» (Chitauli), e i «Grigi» (Mantindane), ma non è tutto. Credo Mutwa parla di una razza aliena somigliante in tutto e per tutto all’uomo bianco. Sono delle creature molto alte, dall’aspetto umano, con occhi azzurri a mandorla e zigomi alti. Hanno dei capelli biondo dorato, e le loro dita sono estremamente affusolate e delicate.
Paterne Akonkwa Bushunju, Repubblica Democratica del Congo, è corrispondente dall'Africa.
Diversi avvistamenti di UFO a forma di boomerang. Secondo Credo Mutwa, queste astronavi producono dei vortici di polvere e un rumore assordante quando atterrano.
Fonte: http://shan-newspaper.com