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Il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti ( DOE ) e l'agenzia federale russa per l'energia atomica Rosatom hanno firmato lo scorso 16 settembre a Vienna un accordo di cooperazione in materia di non proliferazione nucleare, reattori nucleari, e in difesa dagli asteroidi. Proprio così, in difesa degli asteroidi che rischiano di schiantarsi sul nostro pianeta.

 

 

La Nasa li definisce in gergo tecnico Near Earth Objects (NEOs), letteralmente oggetti vicini alla Terra; si calcola che siano stati scoperti ad oggi più di 10.000 tra asteroidi e comete. Di questi, soltanto il dieci per cento ha dimensioni di diametro più ampie di un chilometro, tali da essere considerate una minaccia in una eventuale collisione con il pianeta Terra. Un rischio minimo, ma che i due istituti governativi non intendono correre, vagliando le opportune contromisure. Per essere ancora più chiari, si intende studiare a fondo come bombardare lo spazio con armi nucleari. Gli scienziati sostengono che si può fare, almeno questo è quanto testato nei mesi scorsi a Los Alamos, in New Mexico, sede del laboratorio nato nel 1943 per progettare la bomba atomica. Nel corso di un esperimento effettuato con simulazione al computer un asteroide viene bombardato con un ordigno di una portata tale da provocare un'esplosione di un megatone, una bomba 50 volte più grande di quella utilizzata a Hiroshima. Un esperimento che non convince però del tutto i partner russi, con Oleg Shubin – vice direttore del dipartimento dello sviluppo e sperimentazione di ordigni nucleari di Rosatom – che sostiene : “Ci vorrà un ordigno nucleare molto più grande di un megatone” per intercettare gli asteroidi di più di un chilometro di diametro.

Il progetto è ambizioso, ma difficilmente realizzabile. Un groviglio di vincoli legali impedisce agli scienziati di premere il bottone e far esplodere un ordigno nucleare nello spazio. Il Trattato sullo spazio esterno del 1967 ad esempio vieta alle parti contraenti – tra cui Stati Uniti e l'Unione Sovietica di allora - di piazzare in orbita armi nucleari o qualsiasi altro tipo di armi di distruzione di massa. In piena guerra fredda, voleva dire abbandonare il progetto Fobs – Fractional Orbital Bombardment System – con cui si prevedeva di far stazionare in orbita testate nucleari pronte ad essere azionate dalle stazioni di terra. Già nel 1963, il Trattato sulla messa al bando parziale dei test – più noto come Limited Test Ban Treaty – ha imposto il divieto di esperimenti nucleari nell'atmosfera, e nel 1974 il Threshold Ban Treaty impone limiti alla portata di questi esperimenti “pacifici”, specificando che le esplosioni derivanti non possono essere innescate nell'atmosfera ma soltanto nel sottosuolo. Quella degli esperimenti pacifici è una clausola contenuta nel Trattato di Non Proliferazione Nucleare del 1968, successivamente eliminata dal Comprehensive Nuclear Test-Ban Treaty del 1996, che proibisce test nucleari in qualsiasi circostanza e ambiente.

Risulta quindi poco chiara l'effettiva validità di un progetto che rimane nell'ambito sperimentale, e poco più. Su Foreign Policy Jeffrey Lewis, ricercatore al James Martin Center for Non Proliferation Studies, si è interrogato sulle ragioni di un accordo in cui “non si può tradurre in realtà nessuna delle cose di cui si sta discutendo”. Nella migliore delle ipotesi, scrive Lewis, “questo programma di cooperazione servirà a giustificare le spese di un paio di visite in Russia e in California di ufficiali annoiati”. Nel peggiore dei casi invece, “potrebbe rischiare di minare il quadro tracciato da importanti trattati che hanno impedito l'ulteriore diffusione di armi nucleari”. Da valutare è anche la reale efficacia nel mettere a punto un sistema di intercettori nucleari, in un settore in cui i tradizionali metodi di scansione risultano ancora oggi funzionali alla causa. Secondo l'ex-direttore della Nasa David Morrison l'80 per cento delle minacce provenienti dallo spazio viene intercettato con i cari e vecchi telescopi. E così altri progetti, altrettanto ambiziosi ma meno affascinanti di una crociata nucleare nello spazio, rischiano di essere accantonati. Un esempio su tutti è quello del Large Synoptic Survey Telescope, un telescopio da 390 milioni di dollari che la National Science Foundation insieme al Dipartimento dell'Energia sta progettando di costruire in Cile, ma che rischia di non essere realizzato a causa dei tagli nel settore previsti dal “sequester”, il piano di tagli automatici alla spesa federale che scatterà il primo ottobre con l'inizio del nuovo anno fiscale.

Difficile è quindi capire quale strada imboccherà questo ambizioso piano di sorveglianza armata dello spazio, e quale sia la reale portata di tale investimento. Il sospetto è che sia la solita rincorsa al primato per la supremazia tecnologica, un film già visto e rivisto negli anni della guerra fredda. Come recita una celebre battuta di "Ritorno al futuro" ripresa da Ronald Reagan nel suo discorso sullo Stato dell'Unione del 1986: “Strade? Dove stiamo andando non abbiamo bisogno di strade”.

Vincenzo Leone

Pubblicato in collaborazione con Meridiani Relazioni Internazionali.

Fonte: http://www.treccani.it

 


 

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