Dovremo aspettare ancora qualche anno ma la Corea del Sud, in collaborazione con altri 15 istituti di ricerca in tutto il mondo, sta costruendo un lander e un orbiter da mandare sul nostro satellite naturale, per studiarne i materiali sulla superficie. Fondamentale è stato il contributo della NASA. Il progetto costerà più di 654 miliardi di dollari.
Sono stati resi noti al pubblico i progetti ufficiali e le prime immagini della missione che porterà un lander sulla Luna targato Corea del Sud. Della missione si parla ormai da anni, ma solo di recente il tutto sta diventando realtà. Si tratterà si un modulo di circa 10-20 chili senza passeggeri lanciato con il razzo "Korea Space Launch Vehicle-2" si pensa nel 2020 o 2025 (la data per ora è ancora molto vaga).
L’obiettivo del lander sarà studiare i minerali della superficie del satellite terrestre. Verrà progettato anche un orbiter che sorvolerà la Luna per più di un anno a un’altitudine di 100 chilometri.
Si tratta di una collaborazione internazionale, che coinvolge non solo il Korea Aerospace Research Institute (KARI) di Daejeon, ma anche altri 15 istituti di ricerca di ogni parte del mondo che cominceranno a lavorare a partire dal 2014. Il KARI ha già speso 9,3 miliardi di dollari sulla ricerca lunare nel 2010 e si stimano altri 700 miliardi di won coreani (654 miliardi di dollari) per terminare il progetto entro il 2020, secondo fonti locali.
Fondamentale è il contributo della NASA per quanto riguarda lo sviluppo delle tecnologie di propulsione, guida, navigazione e sistemi di controllo del razzo. «Una potenza di media grandezza come la Corea del Sud non può aspettarsi di realizzare una gamma completa di attività spaziali», ha detto l’esperto di sicurezza spaziale James Clay Moltz della Naval Postgraduate School di Monterey, California. Missioni come queste «sono una sfida per il KARI ma aiuterà a costruire competenze preziose».
Ricordiamo che lo scorso gennaio la Corea del Sud ha lanciato con successo il primo razzo spaziale, "Korea Space Launch Vehicle-1" soprannominato "Naro-1", direttamente derivato dallo stadio propulsivo dell’Angara russo.
Fonte: http://www.media.inaf.it