Ricostruzione artistica del Vulcan.
Il Dipartimento della Difesa (DoD) statunitense sta valutando «se sia possibile» utilizzare per qualche anno il vettore europeo Ariane 5 per portare in orbita i suoi satelliti. Lo riporta di Wall Street Journal (WSJ), che ha citato le parole di Claire Leon, il responsabile dell’acquisizione dei vettori dell’US Air Force (USAF).
Le valutazioni del Pentagono sono ancora in una fase preliminare – scrive il WSJ – ma nei prossimi mesi sono attesi ulteriori incontri tra l’USAF e Arianespace, il provider di lancio europeo che gestisce la commercializzazione dei voli dell’Ariane 5. Secondo il quotidiano finanziario, in ogni caso, la decisione finale sarà presa dal prossimo inquilino della Casa Bianca.
I satelliti inviati in orbita dal DoD sono quelli dei programmi GPS, MOUS, dell’NRO e degli altri progetti di sorveglianza.
Il DoD sarebbe interessata ad acquistare i lanci di Ariane 5 nel periodo 2018-2023, anni di transizione per United Launch Alliance (ULA, joint venture tra Boeing e Lockheed Martin), il principale provider utilizzato dal Pentagono per le proprie missioni. ULA in quel quinquennio ritirerà l’attuale Atlas V per introdurre il nuovo Vulcan. Dal 2023 poi, il DOD è convinto che avrà costantemente almeno due aziende in competizione, ULA e SpaceX.
L’eventuale ingresso, anche temporaneo, di Arianespace nella competizione spariglia le carte ad ULA, finora di fatto monopolista nel settore dei lanci governativi statunitensi. La joint venture tra Boeing e Lockheed Martin è con il fiato corto sia a causa della rapida sostituzione dell’Atlas V, che utilizza i motori russi RD-180 banditi dal Congresso dopo le sanzioni a Mosca, e sia a causa della sempre maggiore pressione di SpaceX, che riesce a proporre costi di lancio al DoD impensabili per ULA.
Oltre a lavorare sul nuovo Vulcan, ULA è in una fase di efficientamento interno, con diverse centinaia di licenziamenti annunciati nei mesi scorsi allo scopo di ridurre i costi ed esser più competitiva.
Sul sfondo si muove anche Orbital ATK. L’azienda della Virginia ha annunciato nei mesi scorsi la possibilità di sviluppare un nuovo vettore pesante così da proporsi come terzo incomodo nella lotta tra SpaceX e ULA per i lanci del DoD. Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, il nuovo lanciatore di Orbital avrà un primo stadio a combustibile solido e un upper stage equipaggiato con i motori di Blue Origin BE-3, gli stessi del New Shepard dell’azienda di Jeff Bezos e gli stessi dello stadio superiore avanzato (Advanced Cryogenic Evolved Stage, ACES) del futuro Vulcan di ULA. La decisione di andare avanti o meno col progetto di un nuovo vettore pesante sarà presa da Orbital nel 2017.
In ogni caso, per Arianespace la possibilità di lanciare payloads per il Pentagono è una grande occasione per entrare ancora più in profondità nel mercato statunitense. L’azienda europea è tuttora leader nel settore dei grandi satelliti geostazionari per telecomunicazioni e con la NASA ha già concordato il lancio del James Webb Space Telescope nel 2018. Tuttavia il provider è alle prese anch’esso con una profonda riorganizzazione interna e con le incognite del passaggio verso la nuova generazione, la sesta, di Ariane. E in quest’ottica i ricchi contratti del DoD potrebbero rendere ad Arianespace tutto più semplice.
Fonte: http://www.flyorbitnews.it