Un modulo della sonda cinese Shijian 10, in orbita da 12 giorni, è atterrato lunedì a Siziwang Banner nel Nord della Cina. La capsula aveva a bordo un piccolo laboratorio che ha ospitato una serie di esperimenti in microgravità. Uno di questi puntava a valutare lo sviluppo di embrioni di mammifero nello spazio. Nel frattempo la sonda Shijian 10 è rimasta in orbita in modo che al suo interno possano continuare gli altri esperimenti del programma.
La missione complessiva è chiamata SJ-10 e comprende in totale 19 esperimenti sulla fisica dei fluidi, la combustione nello spazio, la scienza dei materiali, la biotecnologia e gli effetti della microgravità e delle radiazioni sugli organismi vegetali e animali. A guidare il programma di ricerca è l’Accademia Cinese delle Scienze (ACS).
Alcuni risultati degli esperimenti a bordo del modulo atterrato lunedì sono già stati pubblicati. All’interno della capsula, per esempio, c’erano più di 6mila embrioni di topo al primo stadio (due cellule ciascuno) derivati da una sola divisione cellulare a partire dallo zigote. Su tutti, circa un embrione su dieci si è sviluppato in modo simile alle condizioni terrestri: infatti 600 embrioni hanno raggiunto lo stadio più avanzato di blastocisti dopo 72 ore dal lancio della sonda Shijian 10. «Questo è il primo, documentato sviluppo embrionale nello spazio a essere riuscito con successo nella storia della scienza», riporta l’ACS sul proprio sito istituzionale.
Adesso la palla passa ai biologi di Pechino, che avranno il compito di esaminare gli embrioni per capire perché il 90 percento di loro si è bloccato mentre il 10 percento ha saputo resistere alle condizioni estreme di una capsula orbitante. Ad ogni modo, dall’esperimento cinese emergono tanti punti interrogativi e una sola certezza: la colonizzazione umana dello spazio, quella vera, è ancora lontana. Questo perché non è affatto semplice comprendere se l’essere umano sia capace di riprodursi in assenza di gravità e di tutte le protezioni naturali che gli fornisce la Terra, inclusa la schermatura dalle radiazioni.
Fonte: http://www.flyorbitnews.it