L’uomo ha tentato di modificare l’assetto socio-economico mondiale per centinaia di anni, ma ad oggi questi esperimenti sono stati sempre limitati dall’influenza dell’assetto precedente. La gamma di cambiamenti è stata, dunque, limitata. Le colonie spaziali saranno il primo tentativo dell’umanità di creare un’economia senza preconcetti.
I primi coloni di Marte potranno prediligere una forma di socialismo puro (in cui tutte le proprietà appartengono a tutti) così come il diritto alla proprietà privata dato che all’inizio non vi sarà alcuna legge. In altre parole, il Pianeta Rosso ci offre la possibilità per la prima volta nella storia di cominciare tutto da capo quanto a organizzazione della società.
Neil deGrasse Tyson, nel suo saggio "Space Chronicles: Facing the Ultimate Frontier" scrive che Marte richiederà un approccio volto a pensare nuove possibilità di sviluppo della società. Secondo l’autore lo sfruttamento degli asteroidi potrebbe garantire alla Terra un flusso costante di nuove risorse e contribuire alla comparsa di un mercato del valore di trilioni di dollari.
Tuttavia, ad oggi è ancora incerto il modello concreto che determinerà l’economia marziana: come i coloni pagheranno per beni e servizi, a chi pagheranno le tasse, cosa riceveranno in cambio del loro lavoro. Nel romanzo utopico del 1908 "La stella rossa" di Aleksandr Bogdanov viene descritto il sogno socialista di una società equa. La trilogia marziana di Kim Stanley Robinson degli anni ’90 continua in questa direzione, descrivendo le diverse idee dei coloni per la creazione della società marziana.
Weinzierl ritiene che il diritto di proprietà nella futura colonia marziana sarà l’aspetto meno chiaro perché nemmeno i numerosi accordi sullo spazio firmati dalle varie nazioni terrestri non forniscono una risposta precisa a questa domanda. La Terra non vedrà importanti entrate da Marte: inizialmente sarà la Terra a pagare e le entrate verranno dall’attività delle colonie.
Molto probabilmente, anche all’interno di una piccola città, i coloni marziani avranno una valuta propria, ma inizialmente useranno il dollaro statunitense.
“A mio avviso, gli insediamenti su Marte ci permetteranno di testare da zero alcuni sistemi politici ed economici impossibili da realizzare sulla Terra”, afferma Weinzierl.
Lo scorso autunno, in occasione dell’Incontro internazionale degli esploratori di Marte l’AD di SpaceX Elon Musk ha reso noti i progetti di colonizzazione del pianeta. I primi coloni dovranno produrre in autonomia il carburante a partire dalle riserve di acqua presenti nel terreno del pianeta, estraendo una tonnellata di ghiaccio al giorno.
Fonte: https://it.sputniknews.com