Ci sono più persone anziane nel mondo che bambini piccoli secondo un report delle Nazioni Unite ripreso sul sito della BBC. Nello specifico, le cifre del report mostrerebbero che il numero di persone con più di 65 anni ha superato quello dei bambini con meno di cinque anni alla fine del 2018. In termini di cifre, ci sono oggi al mondo 705 milioni di persone con più di 65 anni e 680 milioni di bambini con un’età compresa tra zero e quattro anni. E il trend continuerà secondo il report: entro il 2050 ci saranno due over 65 per ogni bambino con età compresa tra zero e quattro anni. Non è una vera e propria sorpresa dato che il gap crescente tra i bambini piccoli e gli anziani andava sempre più assottigliandosi e il sorpasso era nell’aria da tempo, tuttavia la notizia colpisce e fa capire la dimensione sociale del nostro tempo, in particolare quella del mondo occidentale e dei paesi più ricchi e progrediti. Come afferma Christopher Murray, direttore dell’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington, infatti, in futuro ci saranno sempre meno bambini e sempre più persone oltre i 65 anni, una situazione che probabilmente sarà molto difficile da sostenere a livello sociale. Gli analisti lo chiamano “baby bust”, il cambiamento sociale che vedrà un numero di bambini insufficienti per mantenere la dimensione della popolazione. E proprio l’Italia è una delle nazioni con una delle percentuali di persone over 65 più alta in assoluto: al momento si trova al secondo posto con il 23% della popolazione fatta da persone ultrasessantacinquenni dietro al Giappone con il 27% e davanti agli Stati Uniti con il 15,4%. I dati sono allarmanti anche dando un’occhiata al tasso di fertilità mondiale: nel 1960 era quasi di cinque figli per donna, oggi è passato a 2,4 figli per donna. Se a questo si aggiunge il progressivo aumento dell’aspettativa di vita, va da sé che in futuro si dovranno trovare soluzioni più adeguate, probabilmente più che innovative e rivoluzionarie, per l’assistenza agli anziani, in particolare nel settore medico e in quello previdenziale.
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