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La Russia conta di estendere la geografia delle sue esportazioni del grano includendovi la Cina. Stando ai media, le forniture verso la Cina possono iniziare già nel 2013. Secondo il parere degli esperti, ad intralciare le esportazioni può l’assenza della relativa infrastruttura. Inoltre, la Cina stessa sta accrescendo intensamente la produzione del grano.

 

 

Molti paesi non hanno accesso al mercato cinese del grano, il quale è stato chiuso alla fine degli anni ’90 del secolo scorso, in quanto i cinesi ritenevano inaccettabile la qualità del prodotto fornito. Nelle partite di grano sono state rivelate, infatti, malattie che lo rendevano inadatto per l’uso ai fini economici. Ed ecco che i media, con riferimento a Serghej Tsyplakov, rappresentante della Russia nella Repubblica Popolare Cinese, comunicano che le trattative per l’abolizione del divieto sono nella fase conclusiva.

Il mercato cinese è una fetta molto appetitosa. Il rapido sviluppo economico della Cina ha portato alla crescita del consumo di derrate nel paese. E il grano, come è noto, sta alla base della catena alimentare. Adesso la Cina acquista frumento nel Canada e negli USA. Ma il paese è interessato alla diversificazione delle forniture. Di ciò si è già approfittato il Kazakhstan che ha avviato le forniture di prova verso la Cina.

La Russia fornisce grano prevalentemente verso i paesi nordafricani e mediorientali. Tattavia i dirigenti della Russia hanno più volte rilevato di vedere nei paesi del Pacific Rim un nuovo mercato di prospettiva per la vendita del frumento. Igor Pavenskij, analista della compagnia Rusagrotrans, ritiene che i problemi logistici rendano il progetto cinese poco attraente dal punto di vista commerciale:

“In generale, questa regione è molto interessante. Cresce abbastanza bene. Ma lavorare è difficile, perché tutto è lontano. La produzione è troppo distante dai porti. Non esitono per il momento porti e terminali buoni. Al nostro prodotto è molto difficile competere per la qualità. In Siberia si produce poco di quel grano foraggero che ci vuole. Se le esportazioni inizieranno, i volumi saranno piccoli e ci vorrà non poco tempo per raggiungere risultati tangibili”.

L’esperto ha rilevato che si parla da tempo dell’ingresso nel mercato dei paesi del Pacific Rim ma per il momento non sono stati conseguiti progressi significativi su questa strada. La valorizzazione del mercato dell’Estremo Oriente richiede grandi investimenti. Arkadij Zločevskij, presidente dell’Associazione russa dei produttori del grano, è convinto invece che il paese disponga di una infrastruttura sufficiente per le forniture commercialmente efficaci verso la Cina. Anche se è vero che in questa stagione agricola il tema delle forniture non è di attualità visto che a causa del cattivo raccolto i prezzi del mercato russo sono più alti dei prezzi del mercato mondiale:

“Produciamo quantitativi sufficienti di grano in Siberia, prima di tutto nel territorio dell’Altaj, da dove si potrebbe esportarlo. Esistono passaggi sul confine con la Mongolia e attraverso il suo territorio si potrebbero avviare forniture verso la Cina. Solo che in questa stagione il raccolto in Siberia, nel territorio dell’Altaj, è stato basso, per cui sarebbe inopportuno prefiggerci tale obiettivo”.

Nel caso di un buon raccolto le esportazioni possono essere organizzate. La difficoltà principale è un’altra, e cioè le autorità cinesi si rendono conto delle dimensioni dell’eventuale problema alimentare e intraprendono sforzi energici per risolverlo. Già adesso, dice Arkadij Zločevskij, la Cina non è solo il maggiore consumatore di grano ma anche il maggiore suo produttore:

“Se riusciranno ad attuare i loro programmi relativi alla produzione del frumento, i cinesi possono creare una situazione di sovrapproduzione e diventare esportatori. Si prefiggono di avviare entro il 2015 la produzione di frumento geneticamente modificato che permetta di evitare i rischi climatici che riducono sensibilmente il raccolto del grano in Cina. Se vi riusciranno, questo mercato forse si chiuderà per noi”.

Ovviamente, il Pacific Rim non si limita alla sola Cina. I più grandi importatori di grano sono il Giappone e la Corea. Poi seguono Taiwan e il Vietnam. Arkadij Zločevskij ritiene nondimeno che, con tutta l’attrattività della regione, i clienti principali dei produttori agricoli russi rimarranno nei prossimi anni l’Africa e il Medio Oriente.

Fonte: http://italian.ruvr.ru

 


 

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