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A credere in ciò che il dipartimento di Stato USA dice ufficialmente, e fa, gli Stati Uniti sono in guerra con la Russia; ritirare dalla Russia quanto più personale possibile, e mantenere il silenzio. Il segretario di Stato Michael Pompeo annunciava: “Non posso dire molto di più perché stiamo ancora indagando e sono sicuro che in parte rimarrà riservato. Questa è stata un'azione molto significativa e penso che possiamo dire abbastanza chiaramente che sono stati i russi". Pompeo si riferiva alla penetrazione del software SolarWinds dei sistemi informatici di molti dipartimenti del governo degli Stati Uniti, comprese agenzie di intelligence, Pentagono e Tesoro, e, a quanto riferito, migliaia di altre entità governative federali, statali e municipali, nonché società private. Alla domanda se il presidente Donald Trump avrebbe fatto un annuncio Pompeo diceva che a volte "la linea d'azione più saggia per proteggere il popolo nordamericano è occuparsi con calma dei propri affari e difendere la libertà". Trump tentava di riprendere il controllo il giorno dopo: “Il Cyberhack è molto più potente nelle Fake News dei media che nella realtà. Sono stato completamente informato e tutto è sotto controllo". Poi Trump accennava a una contraddizione, di Pompeo e se stesso. La paura dei media per motivi commerciali era il problema, aggiunse: "Russia, Russia, Russia è il primo elemento quando succede qualcosa, per il Lamestream, che per ragioni principalmente finanziarie si pietrifica nel... Discutere la possibilità che possa essere la Cina (può!)" Il motivo personale di Trump era nell'ultima riga: "Nelle elezioni avrebbe potuto anche esserci un colpo alle nostre ridicole macchine per il voto, il che è ora ovvio che ho vinto alla grande, facendone l'imbarazzo ancora più corrotto degli Stati Uniti". Contemporaneamente alla dichiarazione di Pompeo, lo Stato annunciava che i restanti due consolati statunitensi in Russia, a Vladivostok e Ekaterinburg, saranno evacuati, lasciando nient'altro che uno scheletro di personale all'ambasciata a Mosca. La dichiarazione ufficiale diceva: "il conseguente riallineamento del personale presso l'ambasciata nordamericana a Mosca ci consentirà di promuovere i nostri interessi in politica estera in Russia nel modo più efficace e sicuro possibile". La dichiarazione di Pompeo significa quattro cose. La prima è che non importa più se la storia dell'hackeraggio di SolarWinds, presumibilmente iniziata nove mesi fa e rivelata pubblicamente il 13 dicembre, sia vera o falsa; se le prove per confermare il successo dello spionaggio russo saranno rese pubbliche o meno. Tuttavia, ora è politica del governo degli Stati Uniti che la Russia abbia invaso il governo statunitense acquisendone la supremazia sui codici. Ciò significa, secondo Pompeo, che il governo degli Stati Uniti è ora nella posizione del Reich tedesco di Adolf Hitler e dell'esercito tedesco nel luglio 1941; questo dopo che gli inglesi avevano decifrato i cifrari della macchina Enigma e leggevano in tempo quasi reale intenzioni, piani ed operazioni della macchina da guerra tedesca. Il terzo punto da capire di Pompeo è che ora c'è un solo segreto che il governo degli Stati Uniti sa mantenere: che il governo degli Stati Uniti non ha segreti per la Russia. La paura che l'avversario abbia il controllo dei codici è rinforzata dal tentativo di Trump di dire il contrario. Il quarto punto non è riconosciuto da Pompeo né può capirlo; è la conseguenza a Mosca, nella politica della leadership russa. Ora non c'è più nessuno al Cremlino che non capisca e accetti che gli Stati Uniti siano in guerra con la Russia, guerra perpetua, e questo non può essere negoziato con un armistizio, trattato per la non aggressione o capitolazione da entrambe le parti. Questa è la fine della linea della fazione statunitense nella politica interna russa: Dmitrij Medvedev, Aleksej Kudrin, Anatolij Chubais e altri. È la fine del l'opposizione filoamericana guidata da Alexei Navalny, ormai in esilio a Berlino. È anche il sipario per quegli oligarchi russi la cui collaborazione segreta col governo degli Stati Uniti non può più essere tale. I media statunitensi affermano che circa 18.000 entità nordamericane sono state penetrate dall'attacco informatico russo. Questi articoli provengono da non più di una dozzina di entità commerciali; fanno soldi vendendo sicurezza informatica. I nomi, identificati finora dai media, sono: TAG Cyber; Immunity Inc, TrustedSec, Prevailion; Chertoff Group, Fortalice Solutions, Trinity Cyber, oltre a imprenditori, accademici e pensatori come Dmitri Alperovitch, ex-fondatore di CrowdStrike, ora capo di Silverado Policy Accelerator. I più grandi, FireEye e CrowdStrike, sono elencati su Nasdaq. Sono in perdita finanziariamente, ma i prezzi delle azioni sono saliti alle stelle. Leggasi qui. Gli analisti della borsa avvertivano che CrowdStrike era sopravvalutato, ma questo prima della pubblicità di SolarWinds. La scorsa settimana il prezzo delle azioni di CrowdStrike balzava del 19% a una capitalizzazione di mercato da 45 miliardi di dollari. La storia della penetrazione russa fruttava 5 miliardi di dollari agli azionisti di CrowdStrike. La minore di queste fonti finanziarie, ma una delle più attive nei media, è Prevailion; alla disperata ricerca di investitori, prestiti, contratti. L'11 novembre Prevailion annunciò di aver raccolto solo 11 milioni di dollari da fondi di capitale di rischio specializzati in sicurezza informatica, come AllegisCyber Capital di Palo Alto, California. Un elenco dei piccoli investitori indica che Prevailion, una delle principali fonti per il reporting mainstream della storia della penetrazione russa, è il più piccolo per soldi raccolti dagli investitori fino ad oggi, e il secondo minore per le entrate effettivamente guadagnate. Un elenco delle attività informatiche in cui AllegisCyber ha investito rivela quanto sia affollato e quindi competitivo questo mercato. AllegisCapital affermava un anno fa che il suo fondo di investimento superava i 200 milioni di dollari; da allora gli investitori sembrano aver ritirato metà del denaro. Collegati a questi fondi, con vincoli e commissioni, ci sono ex-funzionari dei governi di Stati Uniti e Regno Unito. Il fondo di investimento informatico NightDragon di San Francisco elenca come i "partner di rischio" l'ex direttore del Cyber Command della National Security Agency ammiraglio Michael Rogers, e l'ex-comandante delle forze congiunte del Regno Unito, generale Christopher Deverell. Per quanto evidenti e pressanti siano i motivi commerciali per costoro, i loro fondi, società e società di consulenza per fabbricare e promuovere la storia della penetrazione russa, i motivi politici non sono meno urgenti e gratificanti, a Londra come a Washington; clicca per saperne di più . Un ingegnere informatico militare britannico avvertiva: "Mi infastidisce ancora: come si fa a distinguere tra un'irruzione del computer eseguita da X e una eseguita da Y e configurata in modo che appaia come se fosse stato X?" Un avvocato di Harvard metteva in guardia: “Il governo degli Stati Uniti non ha basi di principio per lamentarsi dell'hacking della Russia, tanto meno per vendicarsi con mezzi militari dato che il governo degli Stati Uniti hackera le reti di governi stranieri su vasta scala ogni giorno. In effetti, una risposta militare all'hackeraggio russo violerebbe il diritto internazionale. Gli Stati Uniti hanno opzioni, ma nulla di attraente". Naturalmente, molto prima che iniziasse la penetrazione di SolarWinds, i servizi di intelligence russi monitoravano tali operazioni di attacco informatico statunitensi man mano che si svolgevano. Ora i russi sanno come anticipare le operazioni statunitensi, prima che vengano ordinate; prima che siano decise. Questo se l'hype sull'hackeraggio è verità. Supponiamo quindi che lo sia. "Penso che ci sia sostanza nell'hacking, molto seria", commentava uno specialista indipendente di indagini informatiche di Londra. “[È] un ottimo esempio dei fallimenti dell'outsourcing del lavoro del governo. Nonostante ciò, i media l'usano attualmente per attaccare Trump e promuovere l'aggressione di Biden nei confronti della Russia. Chiunque sia", affermava un esperto di sicurezza di tecnologia informatica europeo con clienti russi. “Dopo questo, non vedo alcuna normalizzazione tra Russia e Stati Uniti per lo meno per dieci anni. È così tossico che ora non importa nemmeno chi l'ha fatto, vero? La scala di ciò rende impossibile ritornare alla normalità. Anche dopo la scoperta, la Microsoft installava malware nella propria infrastruttura. Questo è quanto sia surrettizio ed efficace. I cyber investigatori [occidentali] dicono che sono i russi. E che sono sponsorizzati dallo Stato. Nessuno lo saprà mai davvero perché se lo facessero, saprebbero costruire una vera difesa, rilevarla in tempo, strisciare di nuovo nella stessa pipeline e contrattaccare. Ma non possono. La comunità della difesa informatica è piuttosto unanime sul fatto che provenga tutto dalla Russia. E questo significa che, qualunque cosa accada, il pozzo è avvelenato. La strategia degli Stati Uniti ora rivelata poteva essere solo quella della guerra, coll'obiettivo di sostituire [il Presidente Vladimir] Putin con un altro Gorbaciov o Eltsin che avrebbe capitolato. Ora possiamo vedere quanto tale pensiero del governo degli Stati Uniti sia auto-illusione e arroganza perché non ci saranno concessioni russe, alcuna ritirata dal campo di battaglia, alcuna capitolazione. Sono d'accordo che ci sia una manciata di commentatori che l'hanno sempre detto. Ma è anche necessario che i funzionari del governo russo fingano di non sapere. Non avrebbero potuto tollerare, figuriamoci incoraggiare chiunque avesse potuto articolare questa "conoscenza", che avrebbe potuto smantellare il gioco. Essere al corrente di così tante cose e non darlo a vedere è l'atto più magistrale di tutti". Fonti militari e di sicurezza russe non risponderanno a domande su ciò che sanno o su quali siano le implicazioni per la sicurezza russa. Permettono ai media nordamericani e britannici di amplificare la valutazione dei danni e la confusione delle loro intelligence. Ma il Cremlino sembra aver anticipato il furore con un insolito annuncio il 25 settembre. La dichiarazione di Putin includeva quattro proposte per “garantire la sicurezza internazionale delle informazioni (IIS). A questo proposito, vorremmo rivolgerci ancora una volta agli Stati Uniti col suggerimento di concordare un programma completo di misure pratiche per riavviare le nostre relazioni nel campo della sicurezza nell'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC)". Una delle proposte del Cremlino era di "sviluppare e concludere congiuntamente un accordo intergovernativo bilaterale sulla prevenzione degli incidenti nello spazio dell'informazione in modo simile all'accordo sovietico-statunitense sulla prevenzione degli incidenti in mare e in alto mare in vigore dal 25 maggio 1972". Una seconda proposta era “scambiare, in formato reciprocamente accettabile, garanzie di non intervento reciproco negli affari interni, anche nei processi elettorali, tra l'altro, mediante TIC e metodi ad alta tecnologia. Chiediamo agli Stati Uniti di dare via libera al dialogo di esperti professionisti russo-nordamericani su IIS senza farne ostaggio dei nostri disaccordi politici". Questo doveva essere letto in retrospettiva, dopo che i russi, essendo penetrati in tutte le principali intenzioni ufficiali del governo degli Stati Uniti, come ora affermano i funzionari statunitensi, sapevano già che l'hackeraggio di SolarWinds stava per diventare di dominio pubblico? Ufficialmente, Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino, aveva detto solo che le accuse sono "infondate". Nella conferenza stampa del 17 dicembre, il Presidente Putin disse che hacker russi “non hanno interferito negli affari interni di quella grande potenza. Questa non è altro che speculazione e scusa per degradare le relazioni tra Russia e Stati Uniti. Questa è una scusa per non riconoscere la legittimità del presidente degli Stati Uniti in carica per considerazioni interne degli Stati Uniti. In questo senso, le relazioni Russia-USA sono ostaggio della politica interna negli Stati Uniti. Credo che, in primo luogo, questo sia un male per gli Stati Uniti, ma spetta a essi, che facciano come vogliono". Da quando SolarWinds è esploso, l'ultima frase di Putin è rivelatrice. Una consultazione con fonti russe che non desiderano essere identificate o che non parlano a verbale indica che ci sono molte potenti conseguenze per il processo decisionale russo. Il primo è che il Foreign Intelligence Service (SVR), presunto autore della penetrazione di SolarWinds, recuperava la sua vecchia reputazione del KGB e riguadagnava parità burocratica con l'Agenzia d'intelligence militare dello Stato maggiore, GRU. Le fonti sono anche unanime nel ritenere che l'operazione prima di tutto e il panico degli Stati Uniti che ne è seguito rafforzano il comando sul processo decisionale del Cremlino della fazione del Ministro della Difesa Sergej Shoigu, del Capo di Stato Maggiore Valerij Gerasimov e del Ministro degli Esteri Sergei Lavrov. Il loro vantaggio sui capitolazionisti, Aleksej Kudrin, capo della Camera dei conti e candidato a primo ministro, così come German Gref, capo di Sberbank, e Anatoloj Chubais, l'inviato per il clima di nuova nomina, è decisivo, irreversibile. L'evidenza della strategia nordamericana di guerra perpetua, senza veri negoziati, è ormai troppo ovvia per essere negata. Le fonti russe ritengono inoltre che l'intelligence statunitense raccolta dallo spionaggio russo sarà particolarmente negativa per gli oligarchi russi più vicini a Washington; vale a dire, gli oligarchi nella lista del Tesoro degli Stati Uniti del 29 gennaio 2018, protetti dalle sanzioni nei due anni successivi. Osservate attentamente l'elenco degli inviti e delle esclusioni del tea party natalizio del Cremlino di quest'anno, se ce ne sarà uno. "Non vedremo nulla di palese", aggiunge la fonte europea. "In pubblico non ci saranno rezkikh dvizhenij o brusche oscillazioni. Si tratta di prepararsi alla guerra".

Traduzione di Alessandro Lattanzio

Fonte estera: http://johnhelmer.net

Fonte italiana: http://aurorasito.altervista.org

 

 

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