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Il DoD statunitense, secondo il ben informato Mark Pomerlau, vuole esplorare le relazioni esistenti tra cyber e armi di distruzioni di massa. In un articolo apparso qualche giorno fa su Fifthdomain.com, rivista on-line di cyber del Sightline Media Group (lo stesso che possiede C4ISRNET, Defense News e Federal Time) dal titolo "Are cyber weapons similar to WMDs 1)? DoD wants to know", si parla di una "Call for Paper", diretta al mondo della ricerca, emessa dal Defense Threat Reduction Agency, istituto dell'Air Force che si occupa di studi sulla sicurezza nazionale. Che la quinta dimensione, il cyberspace, abbia raggiunto un elevato livello di importanza è cosa nota a tutti, ma con la comparazione alle armi di distruzione di massa la cosa assume tutto un altro aspetto. Naturalmente occorrerà attendere i risultati dello studio per vedere cosa ne pensano i ricercatori ma il fatto in se di studiarne le relazioni fa capire il livello di attenzione raggiunto nel settore da quello che un tempo era considerato un "gioco per ragazzini". Nella call for papers si afferma che "le capacità cyber possono essere considerate alla pari delle WMDs in quanto possono danneggiare o distruggere infrastrutture critiche, come per esempio impianti elettrici, reti di trasporto, compromettere grandi masse di dati (nel campo della salute o bancario), minare la fiducia in sistemi come il GPS ed in generale possono essere utilizzate per campagne di disinformazione attraverso i social media". Fino ad ora nella lista delle armi di distruzione di massa non sono presenti armi non cinetiche ma sembra che le cose siano destinate a cambiare. Pare che la richiesta di approfondire le relazioni esistenti tra cyber e WMDs nasca dalle difficoltà riscontrate nell'effettuare l'analisi strategica dei rischi, per la quale il modello impiegato si basa sull'arma nucleare. Il modello non sembra essere valido, almeno secondo parte degli analisti, e ciò comporterebbe degli errori di valutazione rilevanti. In effetti nella cfp si chiede specificatamente di identificare come gli ipotetici avversari potrebbero utilizzare la cyber per:
- migliorare efficacia delle WMDs;
- degradare le difese dalle WMDs di US e alleati;
- ridurre il livello delle strategie di deterrenza US a favore delle proprie;
- come sostituto delle WMDs tradizionali.
In conclusione alcune brevi considerazioni: è chiaro che la dimensione cyber diventa sempre più importante, principalmente in quanto alla base del mondo interconnesso che è stato creato nell'ultimo secolo. Le interdipendenze esistenti ormai in ogni campo sono alla base dei miglioramenti e della crescita cui assistiamo giornalmente ma allo stesso tempo sono fonte di preoccupazione e di innalzamento del livello di rischio cui la nostra società è esposta. In Italia c'è chi ancora crede che un programma informatico, difficilmente possa essere considerato un'arma e questa mancanza di cultura fa si che i software siano prodotti senza alcun controllo, scoprendo solo in seguito l'enorme danno arrecato alla società. Come deve essere considerato, per esempio, uno strumento informatico che potrebbe cancellare o, peggio, modificare tutti i dati relativi al gruppo sanguigno della persone da un data base nazionale se non Arma di Distruzione di Massa? Come già detto in precedenza siamo in un mondo complesso che necessita attenzione e risorse, nel quale solo lo stato (o nel nostro caso l'Unione Europea) può fare la differenza. Allora, per dare un contributo fattivo alla discussione, convinti che anche in Italia vi siano persone capaci nel campo cyber, perché non usare la call for papers pubblicata per raccogliere le idee? Daremo in seguito il giusto rilievo agli studi fatti. Per chiudere, una cosa è certa, mentre parliamo gli altri, amici o nemici che siano, lanciano la sfida alla conquista militare dello spazio!

Fonte: http://www.difesaonline.it



Note:
1)  Weapons of Mass Destruction, Armi di Distruzione di Massa



Per approfondire:
https://www.fifthdomain.com
https://www.fbo.gov


 

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