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Uno dei fenomeni transienti osservati in un periodo compreso tra 8 giorni prima del punto di luminosità massimo fino a 18 giorni dopo (credito: M. Pursiainen / University of Southampton and DES collaboration).



Un gruppo di fisici dell’università di Southampton, Inghilterra, si sta interrogando su 72 particolari eventi cosmici registrati nel contesto del programma Dark Energy Survey Supernova (DES-SN), che si basa essenzialmente sui dati raccolti dalla telecamera del telescopio di 4 metri presso l’Osservatorio interamericano Cerro Tololo nelle Ande cilene. Si tratta di un progetto originariamente creato per scoprire la natura dell’energia oscura e per misurare l’espansione dell’universo, tuttavia, nel corso di un sondaggio per scoprire nuove supernove, i fisici hanno notato 72 potenti lampi di luce che non sono riusciti a spiegare. Queste potenti emissioni luminose non possono essere supernovae in quanto si sarebbero evolute, secondo gli astronomi, troppo rapidamente. Mentre una supernova Può restare visibile anche per molti mesi, questi eventi sono invece risultati visibili per molto meno tempo, per periodi compresi tra una settimana e un mese. La notizia è stata presentata alla conferenza della Settimana europea di astronomia e scienze spaziali a Liverpool, in Inghilterra. Le dimensioni di queste emissioni risultano diverse e vanno da dimensioni comparabili a diverse volte fino a 100 volte la distanza dalla Terra dal sole (circa 150 milioni di chilometri). Le fonti emittenti sembrano espandersi e raffreddarsi evolvendosi nel corso del tempo. Premettendo che ci verranno molti più dati per comprendere questi transienti, le prime ipotesi sarebbero relative al particolare fenomeno relativo all’espulsione di materiale prima di una supernova, ossia prima della grande esplosione finale. Una volta che quest’ultima avviene, questo materiale espulso precedentemente che circonda la stella o quel che ne rimane si scalda arrivando a temperature altissime tanto che, quando si osserva il fenomeno, si nota la nuvola calda e non l’esplosione stessa.

 

Fonte e link presso: http://notiziescientifiche.it

 


 

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