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La Voyager 1 continua a far parlare di sé, procurandosi diverse citazioni nei libri di storia che leggeranno i nostri posteri. Dopo essersi conquistata la fama di prima navicella spaziale a lasciare il sistema solare, la sonda della Nasa ha inviato a terra una registrazione audio davvero eccezionale, dove è possibile ascoltare per la prima volta nella storia i suoni dello spazio interstellare.

Tra novembre 2012 e maggio 2013, gli strumenti a bordo della Voyager 1 hanno registrato le vibrazioni causate da una densa onda di plasma interstellare o gas ionizzato.

Il grafico associato al video diffuso dalla Nasa mostra la frequenza delle onde che indicano la densità del plasma. Il colore rosso segnala le onde di plasma più intense, mentre il blu quelle più deboli.

L’audio riproduce l’ampiezza e la frequenza delle onde di plasma, così come le ha ‘percepite’ Voyager 1. Le onde sono state semplicemente rilevate dalle antenne della sonda, poi amplificate e riprodotte con un altoparlante.

 

 

“Quando si ascolta questa registrazione, si prega di riconoscere che si tratta di un evento storico”, ha detto in una conferenza stampa Don Gurnett, ricercatore del programma Voyager. “E’ la prima volta nella storia che abbiamo ottenuto una registrazione di suoni nello spazio interstellare”.

A distanza di 36 anni dal lancio, c’è ancora una squadra in contatto con le due sonde Voyager. Tuttavia, a causa dell’estrema distanza della Voyager 1 (attualmente a circa 19 miliardi di chilometri della Terra), i segnali inviati a Terra impiegano circa 17 ore per essere ricevuti.

Nonostante l’anzianità di servizio, la Voyager 1 gode ancora di ottima salute. La missione principale del programma Voyager Interstellar è quella di esplorare i pianeti del Sistema Solare, per poi raggiungere lo spazio interstellare.

In realtà, secondo la Nasa Voyager 1 ha lasciato il sistema solare più di un anno fa. Ma non tutti i ricercatori erano d’accordo. In effetti, non esiste una linea di demarcazione oltre la quale non si è più nel sistema solare.

Più volte, nei mesi passati il veicolo spaziale sembrava sul punto di lasciare il nostro sistema planetario, ma soltanto adesso è arrivata la conferma definitiva del grande passo nello spazio interstellare.

Secondo i dati pubblicati dalla rivista Science la sonda si trova in una regione di transizione immediatamente al di fuori della bolla solare, dove però alcuni effetti generati dalla nostra stella sono ancora evidenti.

“Ora che ci sono giunti i nuovi dati, crediamo che questo sia un momento storico per il genere umano”, ha dichiarato Ed Stone, uno dei responsabili del progetto Voyager con sede presso il California Institute of Technology (Caltech) di Pasadena.

La sonda Voyager 1 continuerà a inviare dati sulla Terra almeno fino al 2020 anche se il suo segnale è molto debole: solo 23 watt, l’equivalente di una lampadina di frigorifero. Per riceverlo si utilizzano una serie di antenne che hanno un diametro che varia da 34 a 70 metri.

Insieme alla Voyager 1 viaggia verso l’esterno del Sistema Solare anche la gemella Voyager 2, lanciata 16 giorni prima ma che, avendo intrapreso un tragitto diverso, si trova ora a ‘soli’ 15 miliardi di chilometri da noi.

Entrambe le sonde sono messaggeri cosmici dell’umanità: a bordo hanno entrambe il messaggio più completo inviato dall’uomo a una civiltà extraterrestre inciso su un disco d’oro.

Prima di recapitarlo ad un’eventuale civiltà aliena, comunque, la Voyager 1 dovrà viaggiare ancora a lungo: almeno 40 mila anni prima di raggiungere un’altra stella intorno alla quale potrebbero ruotare pianeti abitati.

Se un alieno dovesse trovare il disco e riuscisse a decifrare le istruzioni per vederne le 115 immagini e per ascoltarne i suoni, conoscerebbe le voci della natura e quelle umane, che salutano in 55 lingue di tutti i continenti e di tutte le epoche, e inoltre potrebbe ascoltare le musiche di Bach e Mozart, fino al Rock and Roll.

L’ideatore del disco d’oro delle Voyager è stato l’astronomo Carl Sagan, uno dei più celebri scrittori di fantascienza e padre del programma Seti (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) finalizzato a scoprire forme di vita aliena.

Fonte: http://www.ilnavigatorecurioso.it

 


 

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