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La corsa agli armamenti non è solo il momento folle del rapido accumularsi di armamenti letali per il pianeta e dei loro test, è anche il periodo di ottimi progettisti e ingegneri. I creatori di potenti armi, che fino ad oggi hanno armato la tranquillità del popolo russo, meritano rispetto e attenzione. Sviluppo e scoperta tra criteri difficili per via dei tempi stretti e i finanziamenti regolati dal controllo dei funzionari di partito, rimangono ancora segreti. In realtà, il popolo russo creò lo strumento più perfetto nella storia del genere umano. Ma avanti s’illuminerà il lettore sulla persona di cui s’è deciso di palare qui. Si parlerà dell’uomo, della leggenda, del Drago degli Urali, Viktor Petrovich Makeev.

 

 

La storia di questo progettista strategico è tipica della sua generazione, ma allo stesso tempo incredibile ed affascinante. Ottimo ingegnere ed unico creatore di missili, nacque a Kolomna, o più esattamente vicino questa città, nel paesino di Protopopovo (altrimenti noto come Villaggio Kirov) nel lontano 25 ottobre 1924. Il bambino crebbe in una normale famiglia della classe operaia e studiò nella scuola per sette anni. La sua infanzia fu come quella di milioni di altri comuni russi. Si recò a Mosca su decisione del padre Pjotr, che volle lavorare nella nota fabbrica di aerei di Fili. A quanto pare, il desiderio di conquistare l’aria era inerente non solo a Makeev Jr., ma anche al genitore. Dopo aver terminato la scuola nel 1939, Victor Petrovich si recò subito nell’impianto da operaio, ma la natura creativa non poteva venire a patti con il ruolo di manovale. La sua mente indagatrice cercava di svilupparsi, e il giovane dall’ancora caldo temperamento dalla mente agile concepì modifiche felici. Il primo mentore del futuro progettista fu Bolkhovitinov, che individuò nel discepolo una persona creativa e desiderosa di novità. Ma apprendendo le basi scientifiche, Viktor Petrovich subì le difficili traversie della guerra. Già nel 1941, come tutti i giovani lavoratori, fu evacuato a Kazan insieme all’impianto. I turni erano di 10 e talvolta 12 ore, ma Makeev aveva ancora tempo per istruirsi. Nel 1942, s’iscrisse presso il Kazan Aviation Institute, con esami già passati nel programma delle superiori. Durante la guerra, Makeev mostrò una miracolosa resistenza e nel 1944 fu trasferito a Mosca dove continuò gli studi nel MAI. Durante questo periodo, il destino lo portò da Mjassishev. Il giovane Viktor P. voleva ardentemente diventare un progettista di aerei, ma un forte rovescio di fortuna l’attinse in modo significativo. Dapprima, Makeev provò fastidio in tal senso, perché la costruzione dei missili non lo motivava, i suoi sogni erano associati solo all’aviazione. Il NII-88, così si chiamava il nuovo luogo di lavoro del neolaureato dove Koroljov si dedicava al volo umano nello spazio. Koroljov credeva che la vocazione di Makeev consistesse nella costruzione di missili, che non erano troppo lontana da quella dei velivoli. Sergej Pavlovich in poche ore spiegò al giovane ingegnere la grande visione sui missili. A giudicare dal destino del futuro Drago degli Urali, Koroljov assicurò Makeev che non avrebbe sbagliato. Notandone talento e mente acuta, lavorò intensamente allo sviluppo dei suoi progetti. Il primo passo furono i corsi di missilistica nella Scuola Tecnica Superiore Bauman. Immediatamente lo studio dei programmi teorici di Koroljov portarono Makeev a sviluppare i missili siglati P-2 e P-3. Viktor Petrovich s’interessò alla costruzione dei missili e lo restò per sempre.

 

 

Attivo e giovane professionista dalle doti di leadership e autocontrollo, Makeev fu rapidamente notato dai vertici del partito. L’interesse crebbe in modo significativo dopo la laurea sul tema emozionante sui sistemi di controllo del famoso progettista tedesco Von Braun. Il lavoro non fu solo un successo, ma sensazionale e scientificamente valido, ed immediatamente classificato segreto, così come il nome di Makeev. La pubblicità giocò a Viktor un crudele scherzo, fu eletto segretario dell’organizzazione Komsomol, col risultato che continuò a progettare anche quando svolgeva lavoro amministrativo. Nel 1952, alla prima possibilità, Makeev senza esitazione tornò da Koroljov. Per via della maggiore autorità di Sergej Pavlovich e della fiducia nella personalità di Makeev, fu nominato capo-progettista nel programma per la costruzione del primo missile a combustibile liquida, R-11. Come risultato di un attento lavoro della squadra di ingegneri, progettisti e altri dipendenti del centro, sotto la direzione competente di Viktor Petrovich, fu creato il missile balistico con un unico stadio a propellente liquido. Il missile aveva un propellente dalla struttura complessa, in cui un agente ossidante pressurizzato si mescolava con ossigeno liquido. I test furono un completo successo e fu adottato dal 1950. Ma il progetto di Makeev aveva carenze significative per l’evaporazione dell’ossigeno. L’R-11 richiedeva rifornimento continuo e non poteva adottare lo stato di prontezza al combattimento senza una manutenzione costante. Il missile fu sviluppato sulla base dei piani del famoso V-2, il cui ideatore era fuggito negli Stati Uniti: von Braun.

 

 

L’obiettivo del giovane capo-progettista dell’SKB-385 era alquanto inaspettato per lo stesso Koroljov. Sebbene avesse offerto la guida a Viktor Petrovich, un sottoposto, mantenne la posizione di responsabile. I rapporti tra Makeev e Koroljov, in generale, gli consentirono un comportamento sicuro di sé, perché Sergej Pavlovich conosceva perfettamente la capacità di Viktor Petrovich nel far fronte a tali obblighi. Dopo una breve discussione Makeev fu nominato primo progettista dell’ufficio della città di Zlatust. Da allora gli Urali divennero il centro dei missili navali. La responsabilità di Makeev non era greve, e se necessario, risolveva eventuali questioni di politica interna o sulle forniture, e non fu meno interessato da vigilanza e responsabilità. Lo sviluppo del primo R-11 a propellente liquido fu curato dal centro di progettazione di Makeev, che v’investì tutto il talento e la competenza. Tuttavia i test durarono circa 2 anni, e quindi entrò in servizio nella Marina come R-11, poi come R-11FM. Per la creazione del primo missile balistico navale, Makeev e la sua squadra ricevettero il Premio Lenin. Nel 1962, un progetto di Makeev realizzò il missile tattico terrestre R-17. Questo progetto portò a un missile dalla gittata di 300 km, e includeva testate standard ad alto potenziale e testate nucleari. Ma la specializzazione dell’SKB-385 fu già definita e l’ulteriore lavoro sul progetto venne trasferito a Votkinsk. L’obiettivo principale del gruppo diretto da Viktor Petrovich era il missile lanciato da sottomarini. Quindi il progettista creò l’eccellente missile R-21. Il missile era sempre a propellente liquido e con un solo stadio, ma aveva una qualità nuova: la capacità di guidare la testata nucleare. R-21 fu adottato nel 1963. Il lancio sott’acqua dava un vantaggio fondamentale: l’assenza di rollio che assicurava un’alta precisione. Nel 1962, all’SKB-385 fu affidata la progettazione di un missile con il più recente motore a razzo a propellente liquido. Era un sviluppo molto recente. Inoltre, il missile aveva i comparti della strumentazione in cima. La complessità costruttiva era raddoppiata rispetto all’R-21, e la massa fu moltiplicata di 10 volte. Il missile fu chiamato R-27. Nel 1968, tutti i test furono completati, e il missile entrò servizio, divenendo operativo. L’ufficio progettazioni di Makeev fioriva. Gli Urali divennero la culla dei missili balistici navali e gli statunitensi definirono Makeev "il Drago degli Urali". Nel 1964 ebbe l’incarico di progettare il nuovo missile a 2 stadi basato sul precedente R-29. Il progetto designato R-29R entrò in servizio nel 1977 e fu il primo a separare la testata dal corpo portante. Ma i burocrati aggressivamente cercarono di perfezionare un missile basato sul propellente solido. Il propellente liquido era molto più adatto ai missili balistici di quelli solidi, ma gli statunitensi si specializzarono in particolare su questo tipo di missile strategico, fuorviando la direzione sovietica. Makeev dovette assolutamente cambiare l’approccio della progettazione, dotare i laboratori di nuovi strumenti e aggregare gli impianti, creando l’R-39. Questo progetto ebbe la priorità ed entrò nell’arsenale sottomarino. Il missile strategico aveva un gittata di 10.000 km e pesava 90 tonnellate. Le dimensioni del progetto costrinsero ad incrementare le dimensioni dei silos.

 

 

Il valore dei risultati di Viktor Petrovich per il Paese non può essere sottovalutato. Fu il fondatore della scuola dei missili navali, le idee di questo grande progettista non influenzarono solo la produzione russa, ma la scienza missilistica. In senso figurato, il duello fu vinto da von Braun, ma il Drago degli Urali fu il più forte. Il carburante liquido, infatti, era il pensiero del futuro, ma i burocrati russi insistettero sui combustibili solidi e il loro sviluppo continuò. Tra l’altro, i progetti di Makeev furono esemplari per i pochi errori rispetto al lavoro di altri progettisti. Ogni test avveniva sotto un controllo serio e prima la squadra di controllo si riuniva con Viktor per decidere se sul problema qualcuno avesse dei dubbi. Viktor morì nel 1985, lasciando una fortuna colossale al Paese, ma i suoi concittadini ne sanno poco, perché lavorò come progettista in ambiti coperti da segreto. A Kolomna c’è un monumento a quest’uomo, ma non molti residenti saprebbero spiegare perché Makeev è noto. Il progettista dei missili apportò idee completamente nuove su aeroidrodinamica, termica, massa, direzione e progettazione, balistica e molti altri settori. SKB-385 fu impegnato nella progettazione di missili a propellente liquido, permettendone l’uso nella ricerca cosmica. Illustrare tutti i progetti di questo centro speciale in un articolo è semplicemente irrealistico. Makeev non solo generò idee, ma vi lavorò in dettaglio realizzando progetti di successo. I funzionari russi premevano continuamente. Le scoperte degli Stati Uniti sull’uso del combustibile solido, perché alcuni aspetti dell’impiego del propellente liquido gli erano sconosciuti, erano fondamentalmente sbagliati. Von Braun non poté mai creare progetti più perfetti di quelli di Viktor Petrovich. La direzione non poté credere che le creazioni rivoluzionarie di Makeev diedero all’Unione Sovietica un enorme vantaggio sugli Stati Uniti.

Fonte estera: http://survincity.com

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Fonte: https://aurorasito.wordpress.com

 


 

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