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Sin dai tempi remoti gli uomini sognano di inventare la macchina del tempo per poter viaggiare nel passato e dare uno sguardo al futuro. I tentativi degli scienziati non sono stati coronati finora da successo. Nondimeno, in barba alla logica e alle leggi scientifiche, un uomo è riuscito a diventare un viaggiatore nel tempo.

 

 

È lo scrittore di fantascienza francese Jules Verne. È da notare che l’autore di numerosi romanzi dove sono descritte tantissime invenzioni che sono state fatte già dopo la sua morte non aveva un’istruzione scientifica. Come riuscì a vedere il futuro?

L’originalità dei romazi rese famoso lo scrittore che diventò il beniamino non solo della propria epoca. Attualmente, secondo le statistiche dell’UNESCO, i libri di Jules Veerne occupano per popolarità il secondo posto nel mondo e sono tradotti in 148 lingue. Finora chi legge i suoi romanzi ha l’impressione che l’autore stesse osservando di nascosto il nostro mondo fissando poi con la precisione di un cronista quanto aveva visto. Anche se è vero che lo scrittore non conosceva i termini scientifici del XX secolo e lo raccontava usando la lingua accessibile ai suoi contemporanei.

Ma le coincidenze impressionano ugualmente. Se paragoniamo le circostanze dei voli sulla Luna del 1969 e del 1970 con gli avvenimenti descritti nei romazi “Dalla Terra alla Luna” ed “Intorno alla Luna”, risulta che gli equipaggi di Apollo 11 e Apollo 12 erano composti da tre persone ed anche a bordo nella nave spaziale di Jules Verne si trovavano tre astronauti. Ambo i cosmodromi, quello reale e quello inventato, si trovano in Florida. Lo scrittore seppe indicare persino le loro coordinate praticamente precise, e cioè la sua rampa di lancio di Stones Hill è ubicata vicino al cosmodromo reale di Cape Kennedy, da dove fu lanciato Apollo. Entrambi i voli avvennero in aprile. Lo scrittore “indovinò” persino il nome della nave spaziale: la sua Columbiade corrisponde al modulo di comado Columbia ed ha anche la stessa forma conica.

Jules Verne riuscì a calcolare che la nave Columbiade viaggiando alla velocità di 11 chilometri al secondo, ossia a circa 40.000 chilometri orari, avrebbe raggiunto la Luna in 97 ore, 13 minuti e 20 secondi, e cioè in 4 giorni. La velocità di Apollo 11 era pari a 39.000 km/ora, la nave arrivò sulla Luna in 4 giorni, 6 ore e 46 minuti. Va ricorato che il viaggio di Columbiade fu descritto da Jules Verne precisamente cent’anni prima del volo di Apollo 13 avvenuto nell’aprile 1970.

Cosa previde lo scrittore? La lista risulta imponente: l’aereo (“Il padrone del mondo”, 1904), l’elicottero (“Robur il conquistatore”, 1886), la costruzione della Ferrovia transiberiana e della Ferrovia transmongoliana (“Claudius Bombarnac”, 1892), l’aereo a vettore di forza variabile (“L’étonnante aventure de la mission Barsac”, il romazo fu terminato dal figlio dello scrittore nel 1919), la possibilità di passare per tutta la Via marittima del Nord durante una sola navigazione (“L’Épave du Cynthia”, 1885).

Nel 1994 un pronipote di Jules Verne, un tenore che cantava nell’opera, trovò il manoscritto del romanzo non pubblicato “Parigi nel ХХ secolo” (1863), la cui esistenza era stata ritenuta per molto tempo una leggenda della loro famiglia. In questo libro Jules Verne racconta del collegamento video, della televisione, descrive il metro, automobili con motore a combustione interna che vanno ad idrogeno, fax, calcolatrice ed altri oggetti comuni nel XX secolo.

Si tratta forse di semplici coincidenze? Per gli scettici è indubbiamente così. Ma noi lettori vorremmo credere che Jules Verne possedesse la capacità segreta di viaggiare nel futuro. Come lo facesse, resta ancora un enigma, ma esistono sempre possibilità di trovarne la soluzione.

Fonte: http://italian.ruvr.ru

 

 

Romanzo tra i meno conosciuti di Jules Verne. Ma ancora una volta Verne da' prova della sua preveggenza scientifica:

uno scienziato tanto abile quanto maniaco riesce a pervenire all'invenzione di una macchina capace di una terribile potenza distruttrice. Verne non poteva ancora saperlo, ma sta' parlando dell'energia atomica. Tali sono infatti gli effetti distruttivi di quest'arma, come lungimirante è la descrizione del suo meccanismo d'azione e delle sue conseguenze. Deciso a servirsi della sua scoperta per fini perversi e vendicativi, l'inventore riacquisterà coscienza e raziocinio soltanto davanti al simbolo della sua patria, cioe' alla bandiera del suo paese che sventola sui pennoni della nave che avrebbe voluto distruggere. Libro in cui si ravvivano i sentimenti patriottici, forse un po' sciovinista ma figlio della sua epoca, "Davanti alla bandiera" è un libro tra i non più riusciti di Verne, la cui trama è un po' labile e scontata, ma comunque da conoscere.

Fonte: http://www.dooyoo.it

 

 

Parigi nel XX secolo (Paris au XXe siècle) è un romanzo di fantascienza dell'autore francese Jules Verne, scritto nel 1863 e pubblicato postumo nel 1994.

 

Storia editoriale. Il suo editore, Pierre-Jules Hetzel, ritenendo il romanzo troppo pessimistico e temendo che avrebbe potuto danneggiare l'allora nascente carriera di Verne, gli suggerì di attendere 20 anni per pubblicarlo. Verne ripose il manoscritto in una cassaforte dove venne scoperto dal suo pronipote nel 1989. Fu infine pubblicato in Francia nel 1994. In Italia è stato pubblicato nel 1995.

 

Trama.

«Ma gli uomini del 1960 non si stupivano più alla vista di quelle meraviglie; ne usufruivano tranquillamente, senza gioia... Poiché si intuiva che il demone della prosperità li spingeva avanti senza posa e senza quartiere.»

Michel Jéròme Dufrénoy è un giovane e valente poeta in versi latini appena laureatosi in lettere antiche. Purtroppo il mondo del 1960, fatto di grattacieli di vetro, treni ad alta velocità, automobili a gas, calcolatori ed una rete di comunicazioni mondiale, non ha bisogno di letterati o di musicisti, ma di abili ingegneri e tecnici. Michel, orgoglioso della sua cultura, non riesce ad inserirsi in quella società che non capisce, governata com'è dalla tecnologia e dal profitto economico. È un grande artista e dedica tutti i suoi sforzi a comporre poemi che nessuno leggerà mai, ma è incapace di lavorare per potersi mantenere e alla fine di una lenta parabola, disoccupato ed in miseria incontrerà una fine tragica nella quale trascinerà anche la donna che ama.

 

Il futuro secondo Verne.

Dato il grande progresso tecnico del XIX secolo, Verne poteva immaginare una Parigi del 1960 non troppo diversa da quella reale, industriale avanzata, con rete di metropolitana e centri meccanografici. Si parla di climatizzazione di ambienti, apparecchi televisivi, reti mondiali di trasmissione dati, sebbene ancora telegrafiche. L'autore cita inoltre un apparecchio chiamato facsimile, sviluppo del pantelegrafo, un brevetto ottocentesco dell'italiano Giovanni Caselli, non lontano nel principio dall'attuale fax. Viene descritto l'edificio del Louvre con una costruzione in vetro davanti al suo ingresso come di un altissimo faro dove ha sede l'attuale Torre Eiffel. L'autore non aveva previsto lo sviluppo della penna (si usano ancora quelle d'oca) e del tessile, parlando di abiti in fibra metallica, elementi di secondaria importanza. Ben più inquietante ed attuale un mondo contrassegnato da disagio sociale cui ne fa le spese l'artista protagonista, divenuto perfettamente inutile in un contesto arido e pragmatico.

 

Fonte: https://it.wikipedia.org

 


 

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