Le ossa del Vorombe titan analizzate dai ricercatori.
Una disputa paleontologica che è durata decenni sembra essersi conclusa con una ricerca pubblicata su Royal Society Open Science. I ricercatori dell’Istituto di Zoologia (Institute of Zoology, ZSL) della Zoological Society of London dichiarano, infatti, di aver posto fine al dibattito sull’uccello più grande mai esistito sulla Terra. Quest’ultimo dovrebbe essere il Vorombe titan, che significa ‘grande uccello’ in malgascio e greco. Si tratta di un uccello non volatile una volta endemico del Madagascar, che poteva raggiungere un peso di 800 kg ed un’altezza di ben tre metri. Il Vorombe titan faceva parte dei cosiddetti “uccelli elefante”, uccelli appartenente alla famiglia degli Aepyornithidae, un gruppo estinto di colossali uccelli che non erano capaci di volare e che abitavano solo sull’isola del Madagascar durante il tardo quaternario. Questa ricerca ha analizzato un uccello descritto nel 1894 dallo scienziato britannico Charles William Andrews. In quel periodo era stato denominato Aepyornis titan ma dopo la scoperta questa specie fu “scartata” in quanto che si credeva che i resti trovati facessero parte solo di un esemplare più grande della specie Aepyornis maximus. Questa nuova ricerca, tuttavia, conferma che le dimensioni e la forma delle ossa di questa specie sono diverse da tutti gli altri uccelli elefante di cui sono stati ritrovati i resti, e che si tratta non solo di un’altra specie ma anche di un altro genere (genere Vorombe). Hansford, autore principale dello studio, dichiara in un articolo sul sito dello ZSL: “Gli uccelli elefanti erano i più grandi della megafauna del Madagascar e probabilmente uno dei più importanti nella storia evolutiva delle isole – ancor più dei lemuri. Questo perché gli animali di grossa taglia hanno un enorme impatto sull’ecosistema in cui vivono attraverso il controllo della vegetazione con il consumo di piante, diffondendo biomassa e disperdendo semi attraverso la defecazione. Il Madagascar sta ancora soffrendo gli effetti dell’estinzione di questi uccelli oggi”.
Fonte: https://notiziescientifiche.it