Date le ingenti perdite del governo nazionale di Tripoli (GNA) con la distruzione dei suoi caccia e droni Bayraktar di fabbricazione turca, inflitta dall’Esercito nazionale libico (LNA), il GNA ordinava altri droni turchi. Secondo questo speciale rapporto di al-Marsad, alcuni dei droni appena ordinati erano già arrivati a Misurata. Il 3 luglio, l’Aeronautica dell’Esercito Nazionale Libico (LNA) distruggeva il centro di controllo principale dei droni turchi nella base aerea di Mitiqa, a Tripoli, secondo il suo portavoce. In un rapporto esclusivo pubblicato da al-Marsad si rivelavano nomi e dettagli delle operazioni militari turche coi droni per la Sala operativa delle forze del GNA (Governo di Accordo Nazionale) sostenuto dall’ONU. Tuttavia, date le ingenti perdite inflitte dal LNA, il GNA ordinava altri droni turchi che diverse fonti sostengono essere arrivati a Misurata.
Il GNA a Tripoli cerca l’aiuto turco.
Qualche giorno prima alcune agenzie stampa riferivano che il governo turco di Erdogan si preparava a consegnare 8 droni killer Bayraktar TB-2 al governo di Tripoli (GNA) in contravvenzione all’embargo sulle armi in Libia delle Nazioni Unite. Secondo Africa Intelligence, “il lotto include quattro droni che la Turchia aveva già accettato di fornire dopo una prima richiesta del GNA per cinque aerei senza pilota”. Il 5 luglio, durante una visita d’emergenza al Palazzo Dolmabahce ad Istanbul di Fayaz Saraj, Erdogan affermava il proprio sostegno al governo nazionale di Tripoli. Secondo i commentatori, la visita di Saraj era volta a sollecitare l’assistenza militare e finanziaria dalla Turchia per consolidare la posizione delle forze della GNA contro l’Esercito nazionale libico (LNA) sulla scia degli ultimi successi dell’Aeronautica del Comando Generale dell’LNA. La Turchia accettava di continuare l’addestramento delle forze della GNA. Oltre a richiedere altri droni di fabbricazione turca, che la Turchia aveva già promesso d’ inviare al GNA, fu riferito che Saraj cercava il sostegno finanziario di Erdogan, nonché armi e forse un “contingente turco per proteggere la capitale libica”. Un rapporto chiave, basato sull’ultimo rapporto del gruppo di esperti delle Nazioni Unite, indica che il governo islamista turco protegge regolarmente le sue compagnie dall’inchiesta delle Nazioni Unite su presunto contrabbando di armi e petrolio col governo di Tripoli. I fabbricanti di armi turchi citati nell’inchiesta delle Nazioni Unite, si rifiutavano di rispondere alle richieste del gruppo di esperti che indagava sulle violazioni delle sanzioni ONU alla Libia. Le violazioni dell’embargo sulle armi delle Nazioni Unite da parte della Turchia erano flagranti. Secondo l’analista turco Abdullah Bozkurt, uno di quelli più significativi era: “il sequestro di esplosivi, detonatori e corde di detonazione a bordo dell’Andromeda battente bandiera tanzaniana, nel gennaio 2018. Era presumibilmente diretta nel porto libico di Misurata e fu sequestrata dalle autorità greche dopo essere stata avvistata navigare col sistema di identificazione automatica disattivato. La società turca Orica-Nitro, produttrice e distributrice di esplosivi commerciali, stipulò un contratto con Armada Shipping, vettore del trasporto merci d’Istanbul, che a sua volta utilizzò un’imbarcazione di proprietà dell’Andromeda Shipmanagement SA, società registrata nelle Isole Marshall, per trasportare gli esplosivi”. Erdogan potrebbe non voler impegnarsi a schierare un contingente militare in Libia, sebbene sostenga pubblicamente Saraj e in precedenza abbia ammesso di rifornirne le truppe di armi nonostante l’embargo dell’ONU. Il governo turco è preoccupato che tale dispiegamento di sue truppe a Tripoli li metta sotto minaccia diretta dell’aeronautica del LNA e potenzialmente anche dall’Aeronautica egiziana, in caso di dispiegamento. Tuttavia, come rivela Bloomberg, il bisogno della Turchia di sostenere il GNA è strategicamente legato alla possibilità di “riprendere progetti di costruzione del valore di circa 18 miliardi di dollari”. Secondo Bloomberg, due funzionari turchi dissero, “ripristinare la calma e mantenere il governo di Saraj renderebbe anche più facile delimitare le frontiere marittime, aiutando la Turchia a espandere le sue zone economiche esclusive e rafforzare la presa nella competizione sul controllo delle risorse energetiche e le rotte di approvvigionamento nel Mediterraneo orientale”.
Arrivano altri droni-killer di fabbricazione turca
Anche gli account twitter turchi si vantavano di questo ultimo acquisto di droni killer di fabbricazione turca. Sebbene non ci fosse alcuna conferma ufficiale dal governo turco e dal GNA, molteplici fonti interne confermano che l’ordine fu fatto e che erano in viaggio per Tripoli, e alcuni infatti avevano già raggiunto la Libia. Secondo diversi rapporti sui social media e siti di intelligence militare, la nuova spedizione di droni killer turchi arrivava sulla base aerea di Mitiqa a bordo dell’Iljushin II-76TD KTR7220 della Sky Aviatrans ucraina. Secondo quanto riferito, l’aereo da trasporto pesante strategico II-76TD, che compì più sortite, era decollato dall’aeroporto internazionale di Ankara Esenboga per l’Aeroporto Internazionale Mitiga in Libia, secondo quanto riferito, per consegnare i droni. Tuttavia, le prove dimostrano che tale spedizione di droni non atterrava a Mitiqa ma sulla Base aerea di Misurata. Per confermarlo, furono condotte ulteriori indagini per verificare se le affermazioni secondo cui la Turchia inviava droni a Tripoli contro l’embargo dell’ONU, o se queste accuse facevano parte di una campagna di disinformazione contro il GNA. Si può confermare quanto segue:
1. Volo: il volo menzionato KTR7220 , indicato nei post dei social media, fu rintracciato dal 03.07 al 06.07 tra Turchia e Libia. Era gestito dalla società Sky Aviatrans di Kiev con la sua flotta di cargo situata presso l’aeroporto internazionale di Krivoj Rog. Confermato.
2. La rotta: la rotta Krivoyi Rog Lozuvatka in Ucraina, Turchia e Libia si combina coll’utilizzo dell’II-76TD eseguendo il servizio di noleggio merci “fuori campo”, fornito dalla società menzionata (Cargo per raggiungere località remote o terreni ostili). Confermato.
3. L’II-76TD sarebbe volato dall’Ucraina alla Turchia a prendere il carico e Misurata per consegnarlo. Possibile.
4. Origine: i social media riferivano che l’II-76TD avrebbe lasciato l’aeroporto internazionale di Ankara, Esenboga, per la Libia. La compagnia Turkish Aerospace Industry (TAI) possiede diverse strutture e un aeroporto a nord-ovest di Ankara. L’uso dell’International Terminal potrebbe esservi collegato. Una parte dei voli per la Turchia spegneva l’IFF, molto probabilmente per nascondere le rotte reali. L’identificazione amico o nemico (IFF) è un sistema di identificazione basato sul radar; utilizza un transponder che ascolta un segnale d’interrogazione e quindi invia una risposta costituita da un segnale unico che identifica l’emittente. Consente ai sistemi d’interrogazione del controllo del traffico aereo militare e civile d’identificare gli aerei come amichevoli e di determinarne il rilevamento e la distanza. L’IFF può essere utilizzato da aerei militari e civili. Parzialmente Confermato.
5. Destinazione: il 06.07.2019 le immagini confermavano la presenza di un II-76TD nell’aeroporto di Misurata (non Mitiga) con veicoli di servizio operanti nell’area. Confermato.
Sulla base della valutazione si può concludere che attraverso una combinazione di fonti multiple (social, locali, GNA) che dalla Turchia furono forniti ulteriori “droni” ed equipaggiamento militare alle forze del GNA attraverso l’aeroporto di Misurata. Si può anche concludere quanto segue:
nella scorsa settimana, confermata da tracce di volo con origine e (probabile) destinazione e dalla presenza confermata dell’Il-76 a Misurata, veniva indicata l’intensa attività tra Libia e Turchia. È probabile che l’attività continui e possa eventualmente aumentare a breve termine. Confermato.
La base aerea di Misurata come centro logistico.
Come il filmato satellitare mostrava la presenza dell’Il-76TD sull’aeroporto di Misurata, si può tranquillamente supporre che avvenne la nuova consegna di alcuni droni killer fabbricati in Turchia. A giugno, al-Marsad aveva già allertato sulla sospetta frequenza dei voli dell’Ucraine Air Alliance (UAA) tra vari aeroporti turchi e Misurata con merci sconosciute. Si sospettava allora che tali voli fornissero equipaggiamenti e armi turche alle milizie del GNA, e insieme a jihadisti da Idlib. L’Esercito nazionale libico (LNA) accusava la Turchia di sostenere milizie, caos e “gruppi terroristici” in Libia e di trasportare armi nel Paese, e minacciava di colpire le risorse del governo turco e bloccare i voli dalla Turchia. Nel frattempo, la base aerea di Misurata continuava a svolgere un ruolo vitale nella logistica delle milizie del GNA violando regolarmente l’embargo sulle armi dell’ONU. La comunità internazionale e le sue agenzie di monitoraggio sono chiamate a indagare su tali violazioni e sulla presenza di ulteriori droni-killer armati turchi ed ulteriori spedizioni dalla Turchia via mare e via aerea per le forze del GNA sostenute dall’ONU. In caso contrario, dato che il presidente turco Erdogan si vantava pubblicamente e orgogliosamente di aver violato l’embargo internazionale sulle armi in Libia, si metteva in discussione la legittimità conferita al GNA dall’ONU e dalla comunità internazionale.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
Fonte estera: https://almarsad.co
Fonte italiana: http://aurorasito.altervista.org