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Lo scrittore Willy Ley (consulente per l’Air Force e la NASA) e lo scienziato della NASA Wernher Von Braun (ideatore dei razzi e delle navette USA che portarono l’uomo in orbita e sulla Luna), nel 1963 pensarono che i tempi potessero essere maturi per la costruzione di una stazione spaziale e ne idearono una a forma di ciambella o ruota.

 

 

Werner Von Braun presenta il modellino della Stazione spaziale a forma di ruota.

 


Ley scrisse a tal proposito: “La sezione trasversale del satellite artificiale […] include una quarantina di uomini, supponiamo quindi che l’equipaggio comprenda in totale circa 80 persone. Per quanto riguarda l’atmosfera, l’uso dell’elio in luogo dell’azoto, permetteranno di diminuire il peso da trasportare e quello complessivo della stazione spaziale. Per generare ossigeno, basterebbero alcune vasche di alga clorella, per una totale superficie di 20 mq”. Secondo altri documenti da lui scritti, ogni uomo a bordo avrebbe avuto a disposizione 2 litri di acqua potabile al giorno e persino carne e verdura fresca per nutrirsi. L’acqua non potabile avrebbe potuto esser trasportata a bordo con delle navette, sotto forma di ghiaccio in grandi blocchi. Aggiunge anche a tal proposito che: “Basterebbe un leggero involucro per rendere maneggevoli e facilmente stivabili i grossi blocchi di ghiaccio”. Leggiamo anche che i rifiuti prodotti nella stazione sarebbero stati sganciati verso la Terra ed avrebbero bruciato nell’ingresso con l’atmosfera. Ley conclude dicendo: “Il diametro della stazione, dalla struttura simile a quella di una ruota, sarà di 75 metri, e l’anello esterno avrà invece un diametro di 9 metri con comparti disposti su tre piani”. Vediamo altre informazioni sul progetto originale. Una doppia parete avrebbe protetto da meteoriti e radiazioni, uno specchio rotante avrebbe permesso di sfruttare l’energia solare invece di quella atomica (già progettabile e costruibile all’epoca). Ley non aveva previsto i satelliti per le telecomunicazioni, pensava quindi che il contatto radio con la Terra si sarebbe limitato a circa 20 minuti ogni 2 ore per via della rotazione intorno al nostro Pianeta, del satellite artificiale. Le navette in transito (ovvero quelle che sarebbero andate sulla Luna e avrebbero fatto una fermata sulla stazione spaziale) sarebbero approdate dentro appositi anelli stagni di gomma gonfiabile, con un effetto di contro-rotazione rispetto al resto della stazione e situati in “torrette”, alla sommità delle quali in caso di emergenza c’era un meccanismo di blocco che le separava dall’area abitabile del complesso. La stessa idea venne ripresa in un film intitolato "La conquista dello spazio", che vide proprio Wernher Von Braun come consulente tecnico. Un’altra stazione spaziale simile la si riscontrò nel romanzo “La Sentinella” di Arthur C. Clarke poi rivisitata da Stanley Kubrick per il film “2001 Odissea nello spazio” e riscontrabile anche nelle riprese interne del film russo “Solaris” (originale), dove la stazione spaziale si estende proprio a forma di anello tubolare. Nel penultimo caso la contro rotazione dei due anelli della stazione avrebbe permesso di creare o simulare una gravità interna, cosa che avrebbe fatto anche la stazione spaziale di Von Braun e Ley.

 

 

 

Interni ed esterni della Stazione Spaziale ideata da Werner Von Braun, e scafandro per lavori pesanti e manutenzione per gli astronauti.

 

 

 

Ecco come Von Braun invece descriveva la sua idea di stazione spaziale orbitale: “Anche se i suoi occupanti non avvertiranno alcuna sensazione di moto nello spazio, la ruota girerà attorno al globo alla velocità di 25.400 chilometri all’ora, compiendo in due ore una rivoluzione completa. Secondo uno degli attuali progetti (1963), la base sarà composta da 20 sezioni di nylon e altre sostanze plastiche. Ognuna di queste sezioni sarà un’unità indipendente, che una volta montata insieme alle altre a formare un anello chiuso, potrà essere suddivisa in scompartimenti simili a quelli dei sommergibili: venti compartimenti stagni, per evitare che una meteorite, penetrata nella stazione, provochi la fuga di tutta l’aria che vi sarà contenuta. Le pareti, di una speciale materia plastica, saranno comunque tanto resistenti da fermare il 99% dei piccoli bolidi celesti. Le varie sezioni verranno trasportate in orbita ripiegate su se stesse; una volta, poi, che la ruota sia stata montata e fissata, le sezioni verranno gonfiate come una gomma d’automobile, fino a dare all’intera struttura la rigidità necessaria. Se l’anello di 75 metri compierà una rivoluzione ogni 12,3 secondi, si otterrà una gravità sintetica equivalente a quella terrestre, o 1 g. Al centro della ruota sarà posta l’entrata, con le camere di decompressione; di qui gli astronauti accederanno, lungo il tubo che costituirà l’asse, alla circonferenza. La vita sarà angusta e complicata per i conquistatori dello spazio, che si troveranno in condizioni paragonabili a quelle di un moderno sottomarino. Ciononostante, lo sviluppo della stazione spaziale è inevitabile come il sorgere del Sole: l’uomo ha già ficcato il naso nello spazio ed è improbabile che lo tirerà indietro”.

 

 

La Stazione Spaziale di “2001 Odissea nello spazio”, ricreata sul modello del libro “La Sentinella”.



Ricapitolando Von Braun aveva ideato nel 1963 una stazione spaziale orbitale di plastica, sufficientemente resistente da bloccare il 99% dei micro-meteoriti, creando una gravità perfettamente identica a quella della Terra (1G) e capace di ospitare 80 tra astronauti, scienziati e ingegneri. Inoltre li avrebbe autonomamente sostentati producendo ossigeno ed acqua potabile da alghe Clorella (le cui proprietà sono conosciute dalla fine del 1800 e studiate in laboratorio dal 1923) come dice Ley. Grazie a traghetti che erano costruiti come i sottomarini avrebbe inoltre avuto costanti rifornimenti di ghiaccio e cibo dalla Terra, avrebbe fatto da ponte per la Luna, era facile da costruire e composta da sezioni su tre piani divise in comparti, comparti che si sarebbero esclusi autonomamente in caso di foratura per via di collisioni meteoritiche o guasti. Per concludere potremmo dire che la vita degli astronauti sulla stazione spaziale di Von Braun e Ley non sarebbe stata peggiore, ma molto migliore e forse più sicura, di quella di chi soggiorna oggi nel 2014 nella ISS (stazione spaziale internazionale), il cui costo tra l’altro è incredibilmente alto, lo spazio angusto e le capacità limitate. Inoltre l’equipaggio della stazione rotante avrebbe goduto di diverse importantissime cose, per esempio: maggiore spazio, maggiore compagnia, cibo fresco, acqua in quantità, molti più laboratori per gli esperimenti e soprattutto una gravità che impedirebbe la decalcificazione e gli altri problemi di cui soffrono oggi gli astronauti.

di Gabriele Lombardo

Fonte: http://www.seven-network.it

 


 

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