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Questo è il sito ufficiale dell'Associazione Nazionale Studi Ufo - A.N.S.U.

 

In Italia schiere di curiosi ed appassionati in quel periodo storico si stavano interessando al fenomeno Ufo fenomeno sempre più globale e misterioso.
L’Italia si trovava anche in un periodo contraddittorio dove i pochi studiosi di ufologia formulavano molteplici ipotesi spesso originali.
Tale segmentazione ideologica inizierà a ramificarsi nel 1963 quando si costituirà il primo spazio di confronto attraverso la creazione della prima rivista ufologica italiana denominata Clipeus fondata e diretta da Gianni Settimo.
Qualche tempo prima al maggio del 1958 il ricercatore romano Francesco Polimeri fondò un’altra importante rivista ufologica italiana che prese il nome di “Spazio e Vita”
Tale rivista formata da otto facciate si interessava con grande competenza  sia al fenomeno Ufo sia alle nuove tematiche di frontiera.
Nel primo numero della rivista “Spazio e Vita” erano presenti numerose descrizioni di avvistamenti riguardanti gli Ufo con relative riprese fotografiche nonché articoli ed interviste .
Inoltre in tale numero della rivista era presente l’annuncio della fondazione nel dicembre 1957 del C.S.R. ovvero il Centro Studi e Ricerche Spaziali.
Tale terzo centro di ricerca italiano era costituito da tre sezioni ovvero astronomia astronautica ed ufologia.
La sezione di ufologia era sotto la direzione di un personaggio che avrebbe rivestito in futuro grande importanza nel panorama ufologico italiano ovvero Eugenio Siragusa.
Egli infatti successivamente si separò dal gruppo  e fondò il Centro Studi Fratellanza Cosmica.
Tale centro venne chiuso nel 1978 dal momento che Siragusa affermò che esso aveva terminato il compito per cui era stato costituito.
Tuttavia dopo la chiusura del Centro Studi Fratellanza Cosmica  il contattista Giorgio Bongiovanni fondò “Non siamo soli”.
Dobbiamo dire che Eugenio Siragusa non dimostrò grande entusiasmo nei confronti del gruppo fondato da Bongiovanni tanto che alla fine Siragusa ruppe i rapporti con Bongiovanni e il suo gruppo.
Il mistero degli Ufo suscitò non solo l’interesse dei politici e della Chiesa cattolica ma anche quello di importanti esponenti del mondo della cultura e della scienza tra i quali riteniamo opportuno citare Jung.
Egli pur essendosi interessato in maniera limitata del mistero degli Ufo tuttavia parlò del fenomeno Ufo in uno dei suoi ultimi libri intitolato “Sulle cose che si vedono in  cielo”.
Tale libro venne pubblicato nel 1958.
Jung fornì una lettura psicoanalitica del fenomeno Ufo in tale libro sostenendo che gli avvistamenti dei dischi volanti non fossero altro che un mito moderno creato dall’inconscio collettivo nonché da archetipi senza tempo .
Tale creazione dell’inconscio collettivo aveva il fine di rassicurare gli esseri umani.
Tuttavia nell’ultimo capitolo del libro in questione Jung dopo aver proposto alcune spiegazioni psicologiche per interpretare il fenomeno formulò un affermazione molto sorprendente dal momento che il grande psicoanalista svizzero sostenne che le teorie psicologiche presenti nei precedenti capitoli del libro non riguardavano tutti gli Ufo.
Jung affermò in tale ultimo capitolo che esistevano alcuni Ufo che non potevano essere spiegati con considerazioni di tipo psicologico dal momento che tali Ufo potevano avere una sola spiegazione logica ovvero che si trattava della manifestazione di un fenomeno di origine extraterrestre.
Come si vede da quanto abbiamo detto Jung non spiegava tutti gli Ufo chiamando in causa l’inconscio collettivo ma riteneva che una parte di essi fossero proprio di origine aliena .
A sostegno di quanto affermato nell’ultimo capitolo di tale libro Jung rilasciò una intervista il 10 agosto 1958 a “l’Europeo” nel quale lo psicanalista svizzero affermò a chiare lettere che i dischi volanti erano reali .
Di conseguenza Jung ribadì in tale intervista che non si potevano ridurre gli Ufo esclusivamente a miti moderni creati dall’inconscio collettivo .
Il 1959 è anche l’anno in cui il contattista americano George Adamski giunse in Italia grazie all’interessamento del console Alberto Perego.
 Adamski si recò a Roma soprattutto per partecipare ad una conferenza pubblica .
A tale conferenza fu presente anche l’ufologo romano Francesco Polimeri fondatore direttore della rivista “Spazio e Vita”.
Tale rivista non durò per molto tempo dal momento che chiuse i battenti nel dicembre del 1959.
Se teniamo presente che “Spazio e Vita” era nata nel maggio del 1958 ci renderemo conto che tale rivista fu pubblicata solamente per poco più di anno a causa di problemi economici. 
Spazio e Vita nel suo ultimo numero fu caratterizzata da un interessante articolo intitolato “A colloquio con George Adamski”.
In tale articolo Adamski svelò che alcuni anni prima aveva avuto un incontro con esponenti della chiesa anglicana, essi chiesero al lui ampie dettagliate informazioni sui suoi incontri eccezionali con gli alieni.
Ma i contatti di Adamski non erano limitati solamente a componenti della chiesa anglicana dal momento che il contattista era anche in contatto con autorità cattoliche americane le quali davano notevole credito alle affermazioni di George Adamski .
Il contattista sempre in tale articolo espresse la sua convinzione che quelle religioni che avrebbero ammesso a chiare lettere l’esistenza di civiltà nell’universo avrebbero ottenuto un notevole consenso da parte delle folle.
Infatti secondo il contattista americano la consapevolezza che nell’universo erano presenti civiltà aliene già esisteva tra le masse.
Al contrario tutte quelle religioni che non avrebbero ammesso tale verità avrebbero avuto poi dei problemi con i loro fedeli.
Riguardo tale questione riteniamo opportuno riportare alcune affermazioni di Adamski presenti nell’articolo di Polimeri: ”giacché come le nazioni della Terra fanno la corsa allo spazio anche le religioni più sveglie non appena cominceranno ad aversi nelle comunicazioni ufficiali dei governi i primi sentori velati di una vita nello spazio le religioni più sveglie faranno tra loro la gara al cielo faranno a chi ne sa di più…… Faranno a chi annuncia prima chi spiega prima e spazio e cielo sono la stessa cosa…… I giovani volteranno le spalle a quei preti che non li avranno istruiti sulle cosa del cielo diserteranno le loro chiese si rivolgeranno alle chiese sveglie cioè a quelle chiese che avranno dimostrato di essere quello che devono essere : scuole fonti  di verità per le masse.”
Dobbiamo dire che le parole di Adamski presenti nell’articolo di Francesco Polimeri fanno riflettere e fanno pensare e possiamo dire che Adamski è stato un buon profeta che ha anticipato notevolmente i tempi. 
Infatti la chiesa cattolica in questi ultimi decenni ha cominciato a manifestare ampie e notevoli aperture nei riguarda della presenza di civiltà nell’universo.
Noi siamo portati a pensare che le gerarchie cattoliche si sono rese conto della validità degli avvertimenti delle parole di Adamski contenute nell’articolo di Francesco polimeri.
Appare infatti evidente che i fedeli delle più importanti religioni mondiali sono 
molto aperti alla possibilità dell’esistenza di civiltà aliene  nell’universo ragion per cui da un lato apprezzerebbero il fatto che le gerarchie delle loro religioni ammettessero l’esistenza di alieni intelligenti e progrediti da un lato non gradirebbero il comportamento di quelle gerarchie che negano l’esistenza di civiltà extraterrestri.
Che cosa possiamo dire delle parole pronunciate da Adamski nell’articolo da noi considerato. Senza nessun dubbio possiamo dire che si tratta di una testimonianza storica che incitò gli animi di molti appassionati di ufologia a impegnarsi a ricercare il modo di gettare luce sul mistero degli Ufo.
Tra l’altro le parole di Adamski non fecero altro che far balenare nella mente degli studiosi e della gente comune l’idea di poter entrare in contatto con gli occupanti degli oggetti volanti non identificati speranza che ancora oggi è presente nella mente e nei cuori di quanti si interessano al mistero degli ufo.

Prof. Giovanni Pellegrino.

 


 

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